Appena consegnato all’editore un nuovo piccolo libro che parla, tra l’altro, dell’insolito personaggio di Olimpia Lenzi Bianciardi, organista, intellettuale e soprattutto donna fuori dagli schemi (Firenze 1784/1854). Nessuno ne sapeva niente prima che la scoprissimo, lei e le sue creazioni, nelle miniere documentali dell’Archivio Bianciardi, grazie all’aiuto dell’ottimo Gabriele Giacomelli .Mega-presentazione di lancio il 15 Luglio. Dico mega perchè ci sarà un concerto di musiche inedite scritte da Olimpia e ritrovate nell’archivio MAB, un convegno e una mostra fotografica (si, si tratta anche di un libro fotografico). Ci sono persone che ci stanno lavorando da mesi e le ringrazio.
Altra cosa, i due cortometraggi nati da due sceneggiature spero efficaci sono stati appena girati e sono in fase ci montaggio. Ci auguriamo tutti grandi cose, non foss’altro per i tanti giovani che ci hanno lavorato, dalle riprese ai trattamenti passando per i magnifici dialoghi. C’è gente di 18 anni o meno che sa scrivere molto molto bene, alla faccia di quello che si sente spesso dire della loro generazione. E poi, come ovvio un grazie agli attori.
Intanto l’amico Paolo Ciampi, bravissimo scrittore (ma questo si sapeva) e infaticabile organizzatore di eventi che si caratterizzano sempre per un’atmosfera speciale che ti fa sentire a casa, mi ha invitato il 17 Giugno a Monzuno (BO).
C’è poi a distanza di due anni un graditissimo ritorno. Dopo peregrinazioni sudamericane che gli hanno fruttato alcune significative soddisfazioni editoriali in lingua spagnola riecco Romeo Lucchi. Romeo è prima di tutto un amico, poi anche una penna molto acuta e ironica: è un piacere sentirlo…e leggerlo. Leggete anche quanto c’è di lui in questo blog, tutti racconti molto efficaci. Pubblicheremo altri racconti a breve. Lo ringrazio per la sua cortesia.
Sembra fantastico!
(Titolo originale “¡Qué buena pinta!” pubblicato su LA MINÚSCULA CUERDA FLOJA – Antología digital de la Revista Brevilla, Santiago de Chile, mayo de 2023)
Già il nano era alto un metro e sessanta, la donna barbuta aveva l’alopecia e le gemelle siamesi erano incinte. Ora erano tutti col naso all’insù ad aspettare l’equilibrista. Il cavo tagliava in diagonale la pista quadrata del circo. L’aspirante funambolo si sollevò con la sola forza delle braccia arrampicandosi agilmente sulla fune che portava alla piccola pedana e al cavo d’acciaio sospeso a dieci metri da terra. Una volta raggiunta la postazione gli lanciarono l’asta e l’equilibrista cadde al suolo nel goffo tentativo di prenderla al volo. Morì sul colpo.
«Dove sono gli elefanti?» chiese il direttore del circo.
La facciata
(Titolo originale “The façade” pubblicato su Plesiosaurio. Primera revista de ficción breve peruana – Año XV, n.º 13, vol. 1. Lima, mayo de 2022)
La facciata era quella di un’antica casa padronale, imponente e ricca di sfarzi. Ai lati, siepi di sempreverde che delimitavano i confini della proprietà.
Per oltre vent’anni i lavori della facciata avevano impegnato le giornate dell’ormai anziano proprietario. Ora erano giunti finalmente al termine.
L’uomo guardò il lavoro fatto e appagato arrancò sino al portone d’ingresso. Oltrepassata la soglia si trovò nuovamente all’aria aperta in una landa desolata dove c’era solo una logora tenda. L’imponente dimora, in realtà, era costituita dalla sola facciata.
Il vecchio si trascinò alla tenda, accese il fuoco e scaldandosi sognò la cena che non c’era.
Dopo il successo dell’anno scorso ecco 6/a edizione di Filming Italy Sardegna, il festival ideato e diretto da Tiziana Rocca e che quest’anno si terrà dal 22 al 25 giugno al Forte Village di Santa Margherita di Pula (Città Metropolitana di Cagliari.
Oggi in una conferenza stampa a Cannes è stata confermata anche la presidenza onoraria del festival per Richard Gere, mentre la madrina sarà l’attrice italiana Francesca Chillemi. Claudia Gerini sarà la presidente della giuria dei corti. I corti vanno inviati entro il 15 Giugno!
qui sotto il bando, quest’anno abbiamo una iniziativa importante con Zanichelli e che sarà lanciata proprio oggi. Leggete e partecipate. Un grazie a Max Arcangeli per il suo instancabile lavoro su temi di così grande interesse anche a nome degli studenti che parteciperanno …l’anno scorso è stato bello, quest’anno sono certo che sarà ancora meglio
Come vivi la tua città del futuro? Pace, ambiente, inclusione, nuovi linguaggi
Filming Italy Sardegna Festival in corto (5a edizione)
Si rinnova, nella cornice del Filming Italy Sardegna Festival, il premio dedicato ai migliori corti cinematografici istituito a partire dalla seconda edizione della manifestazione. I temi fissati quest’anno per l’iniziativa sono la pace, l’ambiente, l’inclusione, i nuovi linguaggi, e gli allievi delle scuole e delle accademie di cinema coinvolte nel festival (il premio è però aperto a tutti) li affronteranno focalizzandosi, e proiettandoli sullo scenario di un futuro di pace, di solidarietà, di salvaguardia dei diritti umani, sulle architetture urbane, sulle condizioni ambientali e sul tessuto sociale delle nostre piccole e grandi città, sui linguaggi giovanili metropolitani. Proprio con riferimento alla lingua, per una visione “ecologica” del linguaggio, il 12 giugno, nella conferenza stampa romana del festival, lanceremo, in collaborazione con l’associazione La parola che non muore, il festival dell’italiano Parole in cammino e la casa editrice Zanichelli, fra gli sponsor della nostra manifestazione, l’iniziativa “Indossa una parola”. Chiederemo ai partecipanti di adottare un vocabolo o un’espressione del cinema nostrano, presenti in un titolo o in una battuta (la supercazzola di Amici miei, l’allonsafan dell’omonimo film dei fratelli Taviani, e io pago di 47 morto che parla, lo famo strano di Viaggi di nozze, “fellinismi” come amarcord, dolcevita o vitellone, ecc.), identificativi di una moda, una tipologia o un genere (cinepanettone, colossal, commedia all’italiana, spaghetti western, telefoni bianchi), oppure indicanti tecniche e apparecchiature del tempo passato (cinemascope, cinerama, cinepresa), o del cinema stesso (celluloide, pellicola), o che suonino come dialettali (il mitico maccarone di Un americano a Roma), antiche o in via d’estinzione. Perché adottare una parola? Per cullarla, educarla, alimentarla. Per il valore emozionale dell’atto in sé, e perché abbiamo bisogno di sfumature che insegnino a distinguere. In questo la lingua aiuta, e rivedere tanti vecchi film traendone parole che oggi non si usano più, o si usano poco (intrepido per coraggioso, zuzzurellone per giocherellone, redarguire per rimproverare, millantatore per impostore, intimare per ordinare, ecc.), può contribuire ad arricchire, sul filo della memoria, il nostro patrimonio lessicale.
La giuria del premio si compone di otto membri, più un presidente. I membri componenti sono Massimo Arcangeli, Stefano Arduini, Paola Cortellesi, Massimo Granchi, Riccardo Milani, Andrea Minuz, Tiziana Rocca, Vito Sinopoli. A presiedere la giuria sarà Claudia Gerini. La durata dei cortometraggi in concorso, che dovranno essere inviati entro il 15 giugno all’indirizzo cortifilmingitaly@gmail.com (o, in alternativa, a letiziapini@gmail.com), dovrà essere compresa fra un minimo di tre minuti e un massimo di dieci. I due vincitori assoluti (uno per ciascun tema), il cui nome verrà annunciato alla conferenza stampa di apertura della sesta edizione del Filming Italy Sardegna Festival, che avrà luogo a Cagliari il 22 giugno 2023, saranno premiati in diretta streaming nei giorni del Festival e intervistati da una testata giornalistica fra quelle che collaborano con la manifestazione. I loro corti, che saranno poi messi in onda su Rai Cinema Channel e sulla piattaforma MyMovies, saranno parte integrante del programma ufficiale del Festival (saranno presentati e proiettati in un’apposita sezione loro riservata) e verranno quindi proiettati nella nona edizione (2024) del “Filming Italy di Los Angeles”.
Regolamento
Art. 1 Il premio è aperto a tutti. Gli studenti delle scuole disposte a sposare l’iniziativa (la partecipazione può essere a titolo individuale o strutturata in gruppi di lavoro, di 5 persone al massimo) dovranno essere coordinati da un docente. I docenti che partecipano con un’intera classe dovranno fare in modo che ciascuno dei gruppi che si saranno formati sviluppi una propria proposta, diversa da quella degli altri gruppi. Il coordinamento a opera di un docente referente non sarà necessario per gli studenti universitari o per quelli iscritti ad accademie.
Art. 2 I partecipanti al premio dovranno interpretare il tema scelto in modo originale e creativo.
Art. 3 A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Sarà cura dei partecipanti preparare tutto il materiale necessario per la presentazione del corto, concordandone tempi e modalità con l’organizzazione.
Art. 4 L’iscrizione al premio implica l’autorizzazione, da parte dei partecipanti, alle riprese fotografiche e audiovisive che saranno effettuate durante l’evento di premiazione, nonché la libera utilizzazione dei loro prodotti, per fini promozionali, giornalistici, documentari o altro, da parte dell’organizzazione. L’iscrizione al premio implica altresì la cessione a titolo gratuito dei diritti di immagine in favore dell’organizzazione stessa o dei suoi incaricati, e la rinuncia a ogni eventuale azione tesa a ottenere il pagamento di corrispettivi, indennità, rimborsi o altro connessi a quei diritti.
Mentre i graffiti di Sommavilla cominciano a riscuotere le attenzioni che meritano (e ancor più se si conta che l’articolo sopra riguarda anche il MAB (Museo Archivio Bianciardi) con cui oggi siamo impegnati per la Giornata delle Dimore Storiche, perciò abbiamo realizzato in giornata a nostro modo un clamoroso bis) sappiamo che la nostra storia su Speziali e Ricette inedite diventerà un libro. Con l’auto di tanti, questo sta diventando un grande progetto di narrazione di un territorio.
Intanto il bel Festival di Modena, dove saremo il 6 Maggio e personalmente il sottoscritto il 7. Il tema sarà Equilibrium ma anche tutti i bei libri pubblicati di recente da Viceversa, il cui staff si sta dando molto da fare qui in Italia, come del resto all’Estero. Ci saranno altri appuntamenti in giro per l’Italia nei prossimi mesi. Per i ns libri non c’è BREXIT che tenga!
il 6 Maggio poi con il MAB (Museo Archivio Bianciardi) siamo ospiti alla Marucelliana di Firenze, dove racconterò alla mia maniera una storia molto particolare su Ricette…e ricettari. Sarà un evento bellissimo, e unico nel suo genere. Vale la pena di esserci. Presso la Biblioteca Marucelliana a Firenze, daremo nuova luce al governo di Cosimo III, generalmente bollato come regno caratterizzato da depressione e oscurantismo in realtà pervaso da molteplici istanze di rinnovamento.
Ultimi giorni per mandare i racconti di Vie Brevi. Se volete partecipare, ce n’è fino al 30 Aprile
Presentazioni de ‘La confutazione dei Sogni’: ci sono una serie di date fissate, che via via rendo note, scrivetemi per eventuali altre se di interesse.
Viste le molte richieste dalle Scuole e ringraziando tutti per la tanta attenzione per questa nostra iniziativa, PROROGHIAMO i termini di invio dei racconti brevi al 30 APRILE p.v. .
Ringrazio la Prof Morbiducci e gli studenti. Un bellissimo pomeriggio. Equilibrio, tensione e livello: i racconti brevi sono come stare in equilibrio su un filo. Tradurli è un gioco di equilibrio ancora più complesso
E-2 / 23 WHY TRANSLATING MATTERS
Prof. Marina Morbiducci
Special feature:
Valentina Rossini:“Bilingual reading and its meaning. Myths and prejudices on its ‘counterproductivity’”
Massimiliano Bellavista: “Raccontare breve: una questione di ‘Equilibrium’”
In this lesson Massimiliano Bellavista and Valentina Rossini will share their expertise as author and translator, joined in their collaboration for the bilingual edition of Equilibrium, published by Vice Versa, London.
Valentina Rossini will open the meeting with a talk on: “Bilingual reading and its meaning. Myths and prejudices on its ‘counterproductivity’”, then Massimiliano Bellavista will engage the audience discussin the topic of “Raccontare breve: una questione di ‘Equilibrium’”, also presenting short excerpts, in original and translated version, from his works.
The texts presented will be inserted in the final syllabus of the course E2 /23 Why Translating Matters.
Attending students and all the students of English at ISO Dept. are welcome and invited to participate.
VALENTINA ROSSINI lavora nel campo della traduzione letteraria da una quindicina d’anni, e ha tradotto dall’inglese romanzi di scrittori americani, australiani, e britannici. Dopo aver vissuto alcuni anni in Australia ed essersi trasferita in Italia, lavorando come traduttore, da qualche anno vive in Inghilterra, dove ha fondato recentemente la casa editrice Vice Versa Publishing, con cui ha pubblicato alcune delle sue traduzioni in edizione italiana e bilingue.
MASSIMILIANO BELLAVISTA è docente universitario, giornalista e scrittore, autore di racconti brevi che hanno raccolto consenso anche attraverso traduzioni e un adattamento cinematografico. Lavora per il progetto nazionale ‘Recensio-scuola di lettura creativa’, ha ideato il concorso nazionale ‘Per vie brevi’.
Il progetto editoriale Vice Versa Publishing nasce dall’idea di creare e diffondere libri bilingue in cui entrambe le lingue si rispecchino in maniera curata e accurata, senza tensioni o esitazioni, per immergersi con piacere nella tessitura della narrazione.
Sono stati mesi pieni con molti incontri, oltre venti da Gennaio, in Scuole e Classi molto diverse tra loro.
Abbiamo scritto e letto tanto, tantissimo, con centinaia di ragazzi dai 14ai 18 anni,
Ringrazio gli autori di tre belle recensioni alla mia ‘Confutazione dei sogni’ , troppo buoni,. Il libro va bene e ne sono contento. Compratelo, leggetelo, soprattutto fatemi sapere.
Faremo altre presentazioni a breve. (Il 31 di questo mese poi scadono i termini per partecipare al concorso ‘Per Vie brevi’. AFFRETTATEVI! Credo sia uno dei pochi concorsi in Italia di racconti brevi de3stinato ai giovani e completamente gratuito. Il 30 Marzo premieremo a Firenze i vincitori 2022 in grande stile. Vedrete.)
Equilibrium: a short story, a translation and a mirror maze: questo è il titolo del mio intervento di oggi . Cosa è un racconto breve, che rapporto ha con il linguaggio, quali sono le difficoltà che si incontrano nella sua traduzione (dal punto di vista dello scrittore) di questo e di altro ho avuto il piacere di parlare al corso di ENGLISH LANGUAGE AND TRANSLATION ADVANCED: THEORIES METHODOLOGIES AND APPLICATIONS.
Borges diceva che ogni testo è sempre e comunque imperfetto e non definitivo, in sostanza una sorta di abbozzo il cui status ‘conclusivo’ è dettato solo dalla stanchezza di chi lo scrive e che ogni buona traduzione è un testo anch’esso infinitamente perfettibile ed inevitabilmente diverso dall’originale, ma con il suo valore e la sua dignità letteraria.
Quindi ogni traduzione di un racconto breve è un inevitabile gioco di specchi tra due esseri umani, due sistemi linguisitici e culturali e due epoche distinte e non necessariamente contemporanee.
Grazie per questa opportunità di confronto e narrazione dell’avventura di Equilibrium (ora tradotto anche in francese) alla Prof. Morbiducci, agli intervenuti e alla splendida voce di Gaia Bastreghi Bianciardi.
Non aggiungo niente a questa importante notizia se non i miei ringraziamenti a Rai Cinema, Massimo Arcangeli, Tiziana Rocca, Josh Hartnett e ovviamente i fantastici ragazzi del Tasso. Tutto doppiamente importante anche perchè il tutto si basa su un racconto breve e fa piacere a chi come me li scrive che si promuova così indirettamente anche la loro lettura e il loro valore.
Il Giorno 9 e 10 dopo il ‘numero zero’ dell’anno scorso il MAB (Museo Archivio Bianciardi) ripropone le celebrazioni di Leone X.
Il 9 la ‘Cena al Museo’ sarà un evento molto particolare. Mangeremo storie e ricette inedite, tratte dagli Archivi. E ci saranno molte sorprese. La Cena servirà inoltre a finanziare il Museo e i suoi numerosi progetti.
Il 10 la festa prosegue e finisce con il Dibattito-incontro delle 17.00, che riserverà interessanti scoperte ai partecipanti.
Consiglio a tutti di partecipare, vuoi per la cura con cui il Concorso è organizzato, sotto la sapiente regia di Laura Del Veneziano (che ringrazio per la fiducia che ogni anno mi accorda), vuoi per le Sue finalità, come tutti sanno più che nobili e quanto mai necessarie e di attualità, vuoi per l’opportunità di pubblicazione che esiste per i vincitori (i libri delle prime due edizioni sono ben curati e ben fatti dall’Editore Setteponti).
In occasione del 25 novembre – giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la Consulta per le pari opportunità del Comune di San Giovanni Valdarno, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, bandisce la Terza edizione del Concorso di scrittura della Città di San Giovanni Valdarno, per l’anno 2022 sul tema:
“ REALTA’ E SOCIAL ”
Il concorso si articola in quattro Sezioni:
Sezione A: Fiaba riservata agli autori minorenni. Sezione B: Racconto breve riservata agli autori maggiorenni. Sezione C: Poesia riservata agli autori di qualunque età. Sezione D: Arti Figurative intese come Pittura o Illustrazione riservata agli autori di qualunque età.
Gli elaborati vanno inviati entro e non oltre il 31 GENNAIO 2023 Per ulteriori informazioni si prega di contattare CONSULTA PARI OPPORTUNITA tramite la mail: consulta.po@comunesgv.it Quota di partecipazione: Per spese di segreteria ed organizzazione si richiede il versamento del contributo di euro 10,00 per ogni opera, mediante bonifico bancario al seguente: IBAN: IT 81 K 01030 71600 000001671608 intestato al Comune di San Giovanni Valdarno causale “cognome e nome concorso di scrittura 2022” La ricevuta del bonifico dovrà essere inviata a corredo della domanda di partecipazione. Gli elaborati inviati non verranno restituiti. Il giudizio della Giuria è insindacabile. I primi tre classificati di ciascuna sezione verranno premiati con la pubblicazione dell’Opera in una Antologia relativa al Concorso edita dalla Casa Editrice SETTEPONTI. Sono previsti targhe/medaglie di riconoscimento e attestati di partecipazione a tutti i partecipanti. L’elaborato primo classificato della sezione D verrà utilizzato come copertina della pubblicazione delle opere vincitrici. La partecipazione al concorso implica la piena accettazione del Bando e del Regolamento. I requisiti e le modalità di partecipazione sono descritte nel regolamento allegato al presente avviso a cui si rinvia integralmente. Gli Autori possono inviare una sola copia anonima Gli Autori possono partecipare a una sola sezione
Annunciati a Firenze i vincitori della prima edizione
.
Premio letterario ‘Per Vie Brevi’. Annunciati a Firenze i vincitori della prima edizione
Le vie brevi della letteratura del futuro: il Premio Letterario “Per vie brevi” annuncia i vincitori della prima edizione alla Biblioteca delle Oblate
Firenze, 18 novembre 2022
‘Per Vie Brevi’, il gioco-concorso che rappresenta una nuova piattaforma nazionale a disposizione di giovani, scuole e studenti per la valorizzazione della espressione letteraria giovanile e la promozione delle forme narrative brevi annuncia i vincitori della prima edizione nazionale. Durante l’Anteprima di “Parole in Cammino – Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia, che si è tenuta Venerdì 18 Novembre presso la Biblioteca delle Oblate si sono comunicati i nomi degli studenti e delle Scuole vincitrici che saranno premiati durante il Festival che si terrà a Firenze dal 30 Marzo al 1 Aprile 2023.
Vincitori del Concorso “Per vie brevi 2022” 6 brillanti giovani che provengono da Siena, Roma e Ragusa.
Due studentesse senesi al primo posto. Margherita Caramanico (Liceo Musicale Piccolomini) con Accettare la propria carne ha saputo descrivere magistralmente e con notevole originalità una situazione di difficoltà e disagio, mentre Priscilla Panichi (IIS Enea Silvio Piccolomini Siena) con Va bene così ha scritto del futuro e delle insidie (ma anche delle opportunità) della vita coniugando molto efficacemente narrazione breve e lirismo.
Al secondo posto a pari merito due abili narratori. Giulia Butturini (Liceo Tasso Roma) con un breve che sorprende, a cavallo tra realtà e fantasia e che ci parla del significato dell’esperienza, l’iperbolico 53 Bilioni di anni. Le fa buona compagnia Leonardo Ciupi con Hai mai sperimentato la felicità che ci fornisce una personalissima interpretazione di questa ambitissima e controversa condizione umana.
Al terzo posto c’è un altro ex aequo di particolare valore.Hikikomoridi Roughyatou D. Barro e Giulia Starnini (Liceo Sarrocchi Siena) in pochissime righe ci fanno capire molto di questo tema così doloroso e attuale, mentre Tecnoduxdi Federico Cavalieri (Istituto F. Crispi Ragusa) ci restituisce una visione distopica e problematica della interazione tra tecnologia, libertà e vita sociale.
A seguire è avvenuto il lancio del premio letterario nazionale “Per Vie Brevi 2”
Per Vie brevinon è un concorso come gli altri, proprio perché in effetti NON è un concorso. Prima di tutto vuole essere un gioco e una porta di accesso messa a disposizione dei giovani al fantastico mondo della narrazione e della letteratura. Lo dimostra il suo regolamento (vedi sotto) che si legge in un attimo. Non premia un primo e non lascia indietro nessuno, valorizzando l’espressione di tutti. Per Vie brevi non è un premio accademico ma nasce “dal basso”, cioè direttamente dal lavoro fatto nelle scuole con i giovani (e focalizzato sulla lettura) e dalle loro stesse richieste ed interessi, prima ancora che sulle tecniche di scrittura e dalla semplice constatazione che il migliore e più immediato modo di condividere una storia e di parlare di letteratura è rappresentato proprio dalla micro-narrazione. I racconti brevi sono un genere con cui tutti prima o poi si sono misurati (scrittori importanti e lettori appassionati), e per molti il genere ha rappresentato un ponte verso opere e letture ogni volta più ambiziose. Inoltre il racconto breve (per una lunghezza fissata qui in un massimo di 250 parole) è molto gradito al mondo giovanile, anche se non trova ancora in Italia un adeguato spazio editoriale.
Per Vie Brevi, ancora, non è solo un premio letterario nazionale ma anche un premio itinerante, secondo un format che potrà realizzarne edizioni abbinate ai festival promossi in tutta Italia dall’Associazione ‘La parola che non muore’. Il premio è riservato ai ragazzi dai 13 ai 20 anni. Per maggiori informazioni scrivere a premio@perviebrevi.it. Il regolamento del premio è disponibile sul sito www.thenakedpitcher.com e www.lavocedellascuolalive.it
Contatti: Segreteria organizzativa del premio tel. 3356148685
Questo è il semplice Regolamento del Premio
Art. 1 Il Premio Letterario Per vie brevi è riservato ai ragazzi dai 13 ai 20 anni residenti. La sezione è unica e riguarda i racconti brevi che non superino le 250 parole. I premi sono costituiti rigorosamente da libri e dalla pubblicazione dei migliori racconti online, eventualmente in e-book e in pubblicazioni cartacee.
Art. 2 Si può partecipare al concorso con una o più opere. Non ci sono limiti. I racconti devono essere firmati e provvisti di un titolo. Saper dare un titolo a un breve è importante, spesso costituisce parte integrante del fascino di una micro-narrazione.
Art. 3 Non è prevista alcuna quota di partecipazione. Le quote di partecipazione a un concorso letterario non ci piacciono.
Art. 4 Gli elaborati inediti devono essere inviati, in formato pdf allegato alla mail, a: premio@perviebrevi.it firmati, e quando possibile e pertinente comprensivi della indicazione della scuola di provenienza e del docente di riferimento. Nella stessa mail, inserire una breve dichiarazione da cui risulti: – la dichiarazione che il testo è inedito e la paternità dell’opera; – l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi della normativa vigente (GDPR. Regolamento 679-2016); – l’indicazione precisa dei propri dati (nome, cognome, indirizzo completo di C.A.P., Comune e Provincia, telefono).
Art. 5 Una Giuria presieduta dagli organizzatori proff. Massimiliano Bellavista e Diego Palma e composta anche da personalità del mondo della cultura, insegnanti e studenti, esaminerà le opere e selezionerà quelle più meritevoli. Non ci saranno anacronistiche classifiche e quindi nessun vincitore assoluto, ma solo una selezione di autori premiati.
Art. 6 Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile.
Art. 7 La scadenza del Concorso è prevista per il 31-03-2023; per l’invio delle opere farà fede la notifica della mail.
Art. 8 La cerimonia di premiazione si svolgerà con le modalità e durante gli eventi che saranno tempestivamente segnalate ai vincitori dall’organizzazione. Una eventuale variazione della data ufficiale di premiazione verrà tempestivamente comunicata agli autori finalisti.
Art. 9 Il ritiro del premio deve avvenire in presenza, perché gli autori selezionati saranno chiamati di volta in volta a condividere, leggere e commentare le proprie opere, e non semplicemente a ricevere un riconoscimento. Per Vie Brevi prima ancora che un premio, è un gioco, e per giocare occorre interagire
Art. 10 Ai sensi della normativa vigente sulla tutela dei dati personali (Regolamento (Ue) 2016/679), il trattamento degli stessi, cui si garantisce la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente ai fini inerenti il Concorso cui si partecipa; tali dati non verranno comunicati o diffusi a terzi a qualsiasi titolo.
Art. 11 La partecipazione al concorso implica la completa accettazione del relativo regolamento. La mancata osservanza di una sola delle clausole del bando comporterà l’automatica esclusione.
Art. 12 Il contenuto delle opere è assolutamente libero, purché si tratti di un racconto breve: chiaramente la libertà dell’autore finisce dove la stessa danneggi la libertà, l’onorabilità e la reputazione altrui. Per fare buona letteratura occorre costruire e non distruggere, mirare al bello e non alla bassezza. Le parole usate devono ispirare altri giovani, suscitare emozioni, includere e non escludere.
Art. 13 Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali casi di plagio, che saranno eventualmente risolti in sedi e con mezzi estranei al concorso stesso.
Art. 1 Il Premio Letterario Per vie brevi è riservato ai ragazzi dai 13 ai 20 anni residenti. La sezione è unica e riguarda i racconti brevi che non superino le 250 parole. I premi sono costituiti rigorosamente da libri e dalla pubblicazione dei migliori racconti online, eventualmente in e-book e in pubblicazioni cartacee.
Art. 2 Si può partecipare al concorso con una o più opere. Non ci sono limiti. I racconti devono essere firmati e provvisti di un titolo. Saper dare un titolo a un breve è importante, spesso costituisce parte integrante del fascino di una micro-narrazione.
Art. 3 Non è prevista alcuna quota di partecipazione. Le quote di partecipzione a un concorso letterario non ci piacciono
Art. 4 Gli elaborati inediti devono essere inviati, in formato pdf allegato alla mail, a: premio@perviebrevi.it firmati, e quando possibile e pertinente comprensivi della indicazione della scuola di provenienza e del docente di riferimento. Nella stessa mail, inserire una breve dichiarazione da cui risulti: – la dichiarazione che il testo è inedito e la paternità dell’opera; – l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi della normativa vigente (GDPR. Regolamento 679-2016); – l’indicazione precisa dei propri dati (nome, cognome, indirizzo completo di C.A.P., Comune e Provincia, telefono).
Art. 5 Una Giuria presieduta dagli organizzatori proff. Massimiliano Bellavista e Diego Palma e composta anche da personalità del mondo della cultura, insegnanti e studenti, esaminerà le opere e selezionerà quelle più meritevoli. Non ci saranno anacronistiche classifiche e quindi nessun vincitore assoluto, ma solo una selezione di autori premiati.
Art. 6 Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile.
Art. 7 La scadenza del Concorso è prevista per il 31-03-2023; per l’invio delle opere farà fede la notifica della mail.
Art. 8 La cerimonia di premiazione si svolgerà con le modalità e durante gli eventi che saranno tempestivamente segnalate ai vincitori dall’organizzazione. Una eventuale variazione della data ufficiale di premiazione verrà tempestivamente comunicata agli autori finalisti.
Art. 9 Il ritiro del premio deve avvenire in presenza, perché gli autori selezionati saranno chiamati di volta in volta a condividere, leggere e commentare le proprie opere, e non semplicemente a ricevere un riconoscimento. Per Vie Brevi prima ancora che un premio, è un gioco, e per giocare occorre interagire
Art. 10 Ai sensi della normativa vigente sulla tutela dei dati personali (Regolamento (Ue) 2016/679), il trattamento degli stessi, cui si garantisce la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente ai fini inerenti il Concorso cui si partecipa; tali dati non verranno comunicati o diffusi a terzi a qualsiasi titolo.
Art. 11 La partecipazione al concorso implica la completa accettazione del relativo regolamento. La mancata osservanza di una sola delle clausole del bando comporterà l’automatica esclusione.
Art. 12 Il contenuto delle opere è assolutamente libero, purché si tratti di un racconto breve: chiaramente la libertà dell’autore finisce dove la stessa danneggi la libertà, l’onorabilità e la reputazione altrui. Per fare buona letteratura occorre costruire e non distruggere, mirare al bello e non alla bassezza. Le parole usate devono ispirare altri giovani, suscitare emozioni, includere e non escludere.
Art. 13 Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali casi di plagio, che saranno eventualmente risolti in sedi e con mezzi estranei al concorso stesso.
Le regole di base comunque le sapete. A breve annunceremo i vincitori della prima edizione ed il regolamento dela seconda. La prossima scadenza per la consegna degli elaborati sarà al 31-03-2023.
Per Vie brevi non è un concorso come gli altri, proprio perché in effetti NON è un concorso. Prima di tutto vuole essere un gioco e una porta di accesso messa a disposizione dei giovani al fantastico mondo della narrazione e della letteratura. Lo dimostra il suo regolamento (vedi sotto) che si legge in un attimo. Non premia un primo e non lascia indietro nessuno, valorizzando l’espressione di tutti. Per Vie brevi non è un premio accademico ma nasce “dal basso”, cioè direttamente dal lavoro fatto nelle scuole con i giovani (e focalizzato sulla lettura) e dalle loro stesse richieste ed interessi, prima ancora che sulle tecniche di scrittura e dalla semplice constatazione che il migliore e più immediato modo di condividere una storia e di parlare di letteratura è rappresentato proprio dalla micro-narrazione. I racconti brevi sono un genere con cui tutti prima o poi si sono misurati (scrittori importanti e lettori appassionati), e per molti il genere ha rappresentato un ponte verso opere e letture ogni volta più ambiziose. Inoltre il racconto breve (per una lunghezza fissata qui in un massimo di 250 parole) è molto gradito al mondo giovanile, anche se non trova ancora in Italia un adeguato spazio editoriale.
Per Vie Brevi, ancora, non è solo un premio letterario nazionale ma anche un premio itinerante, secondo un format che potrà realizzarne edizioni abbinate ai festival promossi in tutta Italia dall’Associazione “La parola che non muore”. Il premio è riservato ai ragazzi dai 13 ai 20 anni. Per maggiori informazioni scrivere a premio@perviebrevi.it.
Il Premio Letterario Per vie brevi è riservato ai ragazzi dai 13 ai 20 anni residenti. La sezione è unica e riguarda i racconti brevi che non superino le 250 parole. I premi sono costituiti rigorosamente da libri e dalla pubblicazione dei migliori racconti online, eventualmente in e-book e in pubblicazioni cartacee.
Si può partecipare al concorso con una o più opere. Non ci sono limiti. I racconti devono essere firmati e provvisti di un titolo. Saper dare un titolo a un breve è importante, spesso costituisce parte integrante del fascino di una micro-narrazione
Parole in cammino. Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia(quinta edizione)
a cura dell’associazione La Parola che non muore
ideato e diretto da Massimo Arcangeli
IL PROGETTO
Anche quest’anno, e in numero ancora più consistente, sono tantissime le scuole del territorio coinvolte nel Festival. Coinvolti enti, istituzioni e centri di aggregazione giovanile. Il Festival inoltre aggiunge un giorno in più al suo programma abituale e coinvolge ospiti e testimonianze di grande valore. Momenti salienti saranno costituiti dal Premio “Limpida scrittura” a Franco Cardini, Il cavaliere, il cavallo e i giochi di guerra nel Medioevo europeo e dal lancio di importante iniziative e premi nazionali nel campo della scrittura (Premio ‘Per vie Brevi’) e delle arti visive (Premio cortometraggi ‘Le parole della pace’ in collaborazione con il Filming Italy Sardegna Festival ). La manifestazione ha sempre avuto come obiettivi prioritari: 1) il coinvolgimento degli studenti e degli insegnanti delle scuole delle aree coinvolte; 2) la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e urbanistico del territorio; 3) la comprensione dei luoghi individuati per approfondirne la conoscenza, due componenti da sviluppare prioritariamente a favore delle giovani generazioni (e, in prospettiva, di quelle future), per la loro crescita personale e culturale, in collaborazione con le stesse scuole e con le associazioni giovanili presenti sul territorio; 4) le politiche d’inclusione; 5) le collaborazioni, le contaminazioni e gli scambi di competenze tra i diversi operatori culturali (pubblici e privati) per una valorizzazione delle ricchezze e delle risorse locali. Tra le attività proposte negli anni: conferenze, incontri, staffette letterarie, letture ad alta voce, collegamenti video in diretta, laboratori e seminari pensati espressamente per le scuole e le università, performance artistiche e spettacoli teatrali e musicali, destinati al largo pubblico, in cui le arti potesse incontrarsi con le lingue e i linguaggi, eventi da realizzare presso punti di ristorazione. Altri eventi culturali rivolti o dedicati ai giovani hanno riguardato le culture e le pratiche comunicative con riferimento ai loro linguaggi e alle loro interfacce, a Internet e ai social network e alle nuove forme di identificazione e di esclusione che stanno generando (anche con l’obiettivo di lavorare per un modello di comunicazione quasi-mediata con cui gestire le aggressioni verbali e di contribuire alla costruzione di buone pratiche per l’interazione a distanza).
IL PROGRAMMA
Mercoledi 26 ottobre
Parole dell’accoglienza e itinerari narrativi
Istituto comprensivo Cecco Angiolieri
Ore 11.00 Aula Magna
Massimo Arcangeli, Massimiliano Bellavista, Le parole dell’inclusione
Un workshop che vuol essere un’esplorazione dei nuovi immaginari della contemporaneità per la ricodificazione “inclusiva” di alcune parole di suo corrente, al fine di potersi orientare consapevolmente e responsabilmente verso modi convergenti di stare nel mondo. Sono tanti i vocaboli dell’italiano comune, inclusivamente sensibili, bisognosi di essere riempiti di nuovo senso, di essere risemantizzati in un’ottica improntata al perseguimento del bene comune e adattata alla sfera dei sentimenti e dei comportamenti al tempo di Internet: A come amicizia o altruismo, B come benvolere, C come condivisione, D come Dialogo, E come empatia, F come fiducia, G come generosità, I come incontro o integrazione, L come lealtà, ecc. (e tante altre: abbraccio, affetto, aiuto, amicizia, amore, apertura, appartenenza, ascolto, assistenza, attenzione, calore, compassione, comprensione, comunità, cooperazione, cordialità, cura, dedizione, disponibilità, educazione, eguaglianza, fratellanza, gentilezza, gesto, giustizia, partecipazione, responsabilità, riconoscenza, rispetto, sensibilità, simpatia, solidarietà, sostegno, umanità, vicinanza, ecc.).
Durante l’incontro sarà presentata la seconda edizione del concorso Per Vie Brevi.
Giovedì 27 ottobre
Le parole della pace, il parlar giovane, la “bella scrittura”
Istituto di istruzione superiore Sallustio Bandini
Ore9.30 Aula Magna
Massimo Arcangeli, Massimiliano Bellavista, Le parole per dire pace nelle lingue del mondo. Un workshop nel corso del quale si faranno riflettere le classi su un tema portante, per l’anno in corso e per quello che verrà, della rete dei festival gestiti o condivisi dall’associazione La parola che non muore. Gli studenti coinvolti gireranno in presa diretta un minuto Lumière che racconti una storia sulla parola per dire pace scelta e realizzeranno, alla fine del loro percorso, un cortometraggio. Ai migliori corti sarà assegnata, da una giuria istituita per l’occasione, e secondo la formula del premio, una dotazione in dizionari e altri materiali librari. I premi saranno conferiti nel 2023 nell’occasione della sesta edizione di una delle più importanti manifestazioni cinematografiche europee, il Filming Italy Sardegna Festival, dove l’iniziativa è stata lanciata ufficialmente il 12 giugno scorso (https://www.filmingitalysardegnafestival.it), in un evento dedicato nel corso del quale verranno proiettati i cortometraggi finalisti. I premi saranno attribuiti secondo le seguenti modalità: 1) un premio assoluto; 2) due menzioni speciali. Agli studenti e ai docenti che avranno aderito all’iniziativa sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Sarebbe la Fondazione Montepaschi, se disponibile a concedere il logo, a patrocinare l’evento (quest’anno andato in onda su Rai 2). Il Filming Italy Sardegna Festival, che annovera, fra i media partner, il “Corriere della Sera”, Rai Radio 2, Rai Fiction, Rai Cinema, Sky Italia, Disney, Warner Bros, Medusa, Amazon, “National Geographic”, “Variety”, ecc., ha contato, fra i suoi tantissimi ospiti, Harvey Keitel, Elena Sofia Ricci, Elizabeth Olsen, Heather Graham, Valeria Golino, Vanessa Hudgens, Claudia Gerini, Valeria Mazza, Claudio Bisio, Sabrina Impacciatore, Gianmarco Tognazzi, Tosca, Roberta Giarrusso, Lina Sastri, Remo Girone, Giulia Bevilacqua, Daniele Pecci, Francesca Archibugi, Paola Cortellesi, Riccardo Milani, Matt Dillon, Édgar Ramírez, Isabelle Huppert, Carol Alt, Ilenia Pastorelli, Toby Jones, Eva Longoria, Joaquim de Almeida, James Franco, Michele Placido, Annabelle Belmondo, Giulio Scarpati, Veronica Pivetti, Kabir Bedi, Cristina Comencini, Sylvia Hoeks, Paola Minaccioni, Maria Sole Tognazzi, Adriano Panatta, Marta Milans, Violante Placido, Ficarra e Picone, Sara Ferguson, Gabriele Muccino, Marisa Tomei, Arisa, Giorgio Pasotti, Nat Wolff, Nina Zilli, Maxi Iglesias, Darren Criss, Lola Ponce, Melissa George, Jesse Williams, Martina Colombari, Erin Richards, Nick Vallelonga, Patricia Arquette, William Baldwin, Enrico Brignano, Isabella Ferrari.
Durante l’incontro sarà presentata la seconda edizione del concorso Per Vie Brevi
Isola d’Arbia
Ore 17.00 CAG “Sale&Pepe”
Laura Del Veneziano, MASSIMILIANO BELLAVISTA Parlare (e scrivere) giovane. Evento in collaborazione col Centro di Aggregazione Giovanile (CAG) di Isola d’Arbia e con la cooperativa sociale onlus ALIOTH
Contrada della Chiocciola
Ore 18.30 Museo (Sala delle Vittorie)
Ouvertures.Incontri tra musica e cultura in cripta (VIa edizione). Premio “Limpida scrittura” a Franco Cardini, Il cavaliere, il cavallo e i giochi di guerra nel Medioevo europeo. Premia Francesco Frati, rettore dell’Università degli Studi di Siena. Coordina Maurizio Tuliani
Venerdì 28 ottobre
Le emozioni per parole, luoghi e immagini
Istituto tecnico biotecnologie e Liceo linguistico Monna Agnese
Ore 9.00
Massimo Arcangeli e Maurizio Masini, L’alfabetizzazione emotiva e le strategie comunicative al tempo di Internet
Un workshop incentrato sull’educazione a un uso “ecologico” e consapevole della Rete, che costringe ormai a ripensare non solo le buone pratiche – fra tattiche e strategie – per affrontare nel modo migliore i conflitti, e i corretti comportamenti da tenere per provare a risolverli, ma la nozione stessa di ecologia (e di sostenibilità ambientale, da ricondurre in gran parte proprio alla consapevolezza nell’uso dello strumento). Tutto questo porta a ritenere strategici, in qualunque serie riflessione sull’argomento, il concetto di un’alfabetizzazione emotiva – conosciamo senz’altro meglio l’alfabetizzazione funzionale come quella grammaticale – su cui c’è ancora moltissimo da fare (e da capire) e i modi stessi di una comunicazione che si trasforma sotto i nostri occhi sempre più rapidamente
Istituto di istruzione superiore Tito Sarrocchi
Ore 11.00
Massimo Arcangeli e MASSIMILIANO BELLAVISTA. Il visibile parlare. Un viaggio fra le parole immaginabili
Un workshop in cui gli studenti abbineranno “creativamente” le parole da loro scelte a un’immagine in grado di rappresentarle. Ogni parola ha il suo ciclo di vita. Nasce, cresce, invecchia, muore. Ci sono parole che possiamo dire, e altre che non possiamo dire. Parole che restano immutate per secoli, e parole che cambiano forma più volte in una manciata di anni. Alcune parole sono effimere, altre millenarie. Altre parole, vecchie o nuove, riassumono in sé, nell’idea che esprimono, il senso di un’intera civiltà. Altre ancora sono reticenti e avare di sé, non si concedono in nessun modo: restano lì, mute e impenetrabili. Ci sono poi le parole che ci sussurrano nell’orecchio di essere le ambasciatrici degli infiniti suoni del mondo, e le parole che ci dicono che una lingua appartiene a chi la parla e la scrive e nessuno può arrestarne il corso (le prime ti suggeriscono appena qualcosa di sé; le seconde, nate per sbaglio, sono sopravvissute lungo i secoli). Tante di queste parole, anche astratte (come quelle che attengono alla sfera sentimentale), possiamo provare a immaginarle disegnandole, filmandole o fissandole in un gesto esemplare
Fondazione Monte dei Paschi di Siena
Sala Conferenze Stampa
Ore 16.00
Saluti di Carlo Rossi, presidente della Fondazione MPS
La Filiera del libro. Editori-autori, amici -nemici. Con Luca Betti
Dalla parte del lettore. L’editoria di qualità e gli orizzonti certificativi.Con Patrizia Pacini
Ore 17.00
Simone Bastianoni e Massimo Arcangeli, Il territorio che include. Tra fragilità e risorse
Conduce Massimiliano Bellavista
Sabato 29 ottobre
Parole da abitare, parole da custodire
Liceo classico E. S. Piccolomini
Ore 10.30 Aula Magna
Massimiliano Bellavista, Francesco Ricci, Un kung-fu dell’eloquenza.Evento in collaborazione con l’associazione Il Liceone
Castellina in Chianti
Ore 17.00 Museo Archivio Bianciardi (via delle Volte 33)
Le parole dell’archivio Bianciardi: storia di una famiglia tra il Quattrocento e il Novecento. Letture e approfondimenti a cura di Gaia Bianciardi Bastreghi e Massimiliano Bellavista. Modera Gaia Pianigiani, giornalista.
Il Museo Archivio di palazzo Bianciardi (MAB), situato nell’omonimo palazzo di Castellina in Chianti, custodisce un importante archivio che consente di ricostruire, a partire dal XIV secolo, la storia del territorio. Il materiale è stato appena riordinato e classificato grazie all’aiuto della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Durante l’incontro saranno presentati documenti e testimonianze inedite di notevole interesse.
Tre giorni di incontri a Bagnoregio e Montefiascone Parole (e cose) in rosa, giallo e “bianco pace“
VII edizione
Direzione artistica: Massimo Arcangeli, Raffaello Palumbo Mosca Direzione organizzativa: Diego Palma Coordinamento generale: Fabio Di Nicola Comitato scientifico: Edda Cancelliere, Milton Fernàndez, Riccardo Gualdo, Pierluigi Mingarelli, Mario Morcellini, Carlo Pulsoni, Ottavio Rossani, Gino Troli Civita in giallo: Fabio Mundadori Ufficio stampa : Massimiliano Bellavista Coordinamento locale: Daniele Di Nicola e Edoardo Ottaviani Coordinamento premio poesia “Caro poeta”: Patrizia Marchei Contributi video: Gianni Gadaleto Media Partner: La Voce della Scuola Diretta streaming: Gianluca Mei Realizzazione grafica: Maddalena Giocondo e Stefano Palma
Di seguito alcune iniziative previste per l’edizione del 2022:
L’alfabeto dell’inclusione Un workshop rivolto alla scuola secondaria di primo grado che vuol essere un’esplorazione dei nuovi immaginari della contemporaneità per la ricodificazione “inclusiva” di alcune parole di suo corrente, al fine di potersi orientare consapevolmente e responsabilmente verso modi convergenti di stare nel mondo. Le parole per dire pace in tutte le lingue del mondo Gli studenti coinvolti girerebbero nel corso dell’anno scolastico in presa diretta un minuto Lumière, rappresentativo della parola scelta, che racconti una storia sulla parola-tema scelta. Ai migliori cortometraggi sarà assegnata, da una giuria istituita per l’occasione, e secondo la formula del premio, una dotazione in dizionari e altri materiali librari. I premi saranno conferiti nel 2023 nell’occasione della sesta edizione di una delle più importanti manifestazioni cinematografiche europee, il Filming Italy Sardegna Festival, dove l’iniziativa è stata lanciata ufficialmente il 12 giugno scorso (https://www.filmingitalysardegnafestival.it), in un evento dedicato nel corso del quale verranno proiettati i cortometraggi finalisti
Programma Venerdì 14 ottobre
Bagnoregio, Auditorium Taborra Ore 15.00 Culture da salvare, da trasmettere, da condividere Luca Profili, sindaco di Bagnoregio, Civita, la “città che non vuole morire” Francesco Bigiotti, amministratore unico di Casa Civita, Una residenza d’artista per il libro e la cultura Luigi De Simone, imprenditore, Come far rinascere un antico borgo Ore 15.30 Civita in giallo Coordina Fabio Mundadori Paola Barbato, L’inquietante lato oscuro della normalità Che succederebbe se all’improvviso i luoghi nei quali ci sentiamo più al sicuro si trasformassero in una trappola mortale? E come reagiremmo scoprendo che non siamo affatto pronti ad affrontare una
minaccia che proviene da qualcosa che consideravamo inoffensivo? È la normalità la vera minaccia dalla quale dobbiamo difenderci? Katja Centomo, Emanuele Sciarretta, Se non puoi spiegare il noir, disegnalo Sette storie nere raccontate da due sceneggiatori (della serie 7 Crimini, Tunué), con la potenza del fumetto e la voce di un avvocato, per unire il diritto e la passione per il delitto. Sette storie per sette crimini
che aprono uno squarcio di luce nelle tenebre dell’animo umano. Ore 16.15 Premio Visioni ad Aldo Cazzullo (Dante quotidiano) Ore 17.00 Le parole per dire pace in tutte le lingue del mondo. Lancio del progetto. A cura della classe 3 B del polo liceale G. Mazzatinti di Gubbio,
coordinata da Giulia Nardelli e Nicoletta Rampini Conduce Massimo Arcangeli
Programma Sabato 15 ottobre
Bagnoregio, Auditorium Taborra Ore 16.00 Sabrina Crosta, assessore al Bilancio e alle politiche scolastiche del Comune di Bagnoregio, Introduzione ai lavori Sergio Talamo (Formez PA, direttore Comunicazione istituzionale e Relazioni con le Pubbliche Amministrazioni),
Un “Rinascimento” per la comunicazione al pubblico. Introduce Mario Morcellini, presidente del Consiglio scientifico Fondazione Roma Sapienza.
Coordina Marzia Sandroni, responsabile Comunicazione e Informazione AUSL Toscana del sud-est. Conclusioni di Raimondo Cagiano De Azevedo, già preside della Facoltà di Economia di Roma Sapienza
La voce della scuola Ore 16.45 Mario Alì (già Direttore per l’Internazionalizzazione del Ministero dell’Istruzione), Massimo Arcangeli, Mario Morcellini,
Una scuola contro la povertà educativa Conclusioni di Raimondo Cagiano De Azevedo
Ore 17.30 Le parole per dire pace in tutte le lingue del mondo. Lancio del progetto. A cura della classe 4 A del liceo classico Francesco Stabili di Ascoli Piceno, coordinata da Donatella Ferretti (assessore all’Istruzione del Comune di Ascoli Piceno) Conduce Massimiliano Bellavista
Programma Domenica 16 ottobre
Montefiascone, Borgo La Commenda Ore 10.00 Luigi De Simone, Annibal Caro e la Commenda Donatella Ferretti, assessore all’Istruzione del Comune di Ascoli, Una festa per la scuola Elisabetta Ferrari, DIVERSITY. L’importanza della diversità culturale
La voce della scuola Ludovico Ottolina (Unione degli Studenti), Giorgia Cirelli (Giovani Democratici, GD), Un manifesto per gli studenti e le studentesse
Ore 10.45 Montefiascone in giallo Paolo Regina,Non solo polizia Gli investigatori in uniforme (e non) nel mondo del giallo e del noir. Introduce Pina Masturzo Ore 11.15 Poetesse sul podio Flaminia Colella (consegna del premio Caro Poeta per il 2022). Letture di Debora Caroscioli e Gianni Pontillo. Coordinano Rosetta Martellini e Marina Morbiducci (giurate del premio Caro Traduttore) Ore 12.00 Patrizia Marchei Romano, Ragazze per sempre Introduce Massimo Arcangeli Ore 12.30 Premio Visioni ad Adriana Pannitteri Introduce Beatrice Curci (associazione GIULIA, GIornaliste Unite LIbere Autonome)
Grazie alla Giuria del Filming Italy Sardegna Festival e alla Cesena Film Academy.Bella esperienza sceneggiare un racconto breve. Sembra che sia da ripetere visti i risultati.
Grazie a Tiziana Rocca e Massimo Arcangeli.
Grazie ai ragazzi di Libri allo Specchio che ci hanno creduto. Grazie al Liceo Tasso
Riproduco di seguito l’annuncii che è appena uscito
Una foto della bellissima cerimonia di premiazione che si è svolta ieri alla Cesena Film Academy, con Gian Paolo Mai e i suoi straordinari ragazzi. Ho consegnato ai vincitori il premio che abbiamo assegnato in giugno nell’ultima delle quattro serate della quinta edizione del Filming Italy Sardegna Festival di Forte Village e Cagliari, una sintesi delle quali è stata trasmessa in seconda serata da Rai Due. Con noi, in collegamento, c’era anche Tiziana Rocca, ideatrice, organizzatrice e direttrice artistica della manifestazione con cui sono davvero orgoglioso di collaborare dalla prima edizione del festival.
Aumentano intanto le scuole di tutta Italia che hanno aderito al progetto sulle parole per dire “pace” in tutte le lingue del mondo. Era proprio la pace il tema portante del premio e del corto vincitore e degli altri due corti che ai sono piazzati al secondo e al terzo posto (emetteremo a breve il comunicato stampa). Questa la classifica:
1. “Brother”, realizzato dagli studenti della Cesena Film Academy sotto la sapiente guida e la supervisione di Mai e di altri insegnanti dell’accademia. Un bellissimo cortometraggio a più voci il cui intreccio di sguardi e di corpi è di una rara potenza espressiva e di una grande efficacia comunicativa.
2. “Libri allo specchio (La pace è negli occhi di chi guarda) “, tratto da un racconto breve di un volume (‘Libri allo specchio”) curato da Massimiliano Bellavista. A realizzare il corto gli studenti della IV E del liceo Tasso di Roma con la supervisione della prof.ssa Patrizia Concetti e dello stesso Bellavista.
3. “Sasha & Martina”. Una bella storia di amicizia fra una ragazzina italiana e una bambina ucraina. L’autrice, la quindicenne Martina Palma, è una studentessa del liceo Euclide di Cagliari al tempo iscritta a un istituto di Napoli.
Grazie a Viceversa per continuare a credere in questo scritto dopo la recente traduzione inglese. Grazie anche per la qualità e la cura che mette nella realizzazione dei suoi libri
“La Scuola Secondo me”. Potrebbe essere il titolo di un libro, ed esprime nei fatti un desiderio recondito, un sogno, un obiettivo spesso coltivato da chi vive la scuola. Nasce da questa semplice frase “La festa della Scuola”, un evento culturale organizzato da Massimo Arcangeli, responsabile dell’associazione La Parola che non Muore, in collaborazione con l’associazione La Voce della Scuola di Diego Palma. La Festa della Scuola, giunta alla sua seconda edizione (www.lafestadellascuola.it), si terrà anche quest’anno, nei giorni compresi fra il 6 e il 9 ottobre 2022, ad Ascoli Piceno. Questo il tema portante dell’edizione di quest’anno: inclusione, fragilità e bisogni “speciali”. Fra gli altri temi che saranno affrontati: il decreto 36/2022 e il reclutamento del corpo docente; la politica scolastica e la scuola futura; i docenti precari, “ingabbiati” e “immobilizzati”; trasparenza, sicurezza, programmazione e dispersione scolastica; didattica, cultura scolastica, saperi disciplinari.
All’evento prenderanno parte docenti, studenti, famiglie, gruppi di coordinamento e associazioni di categoria, sindacati, giornalisti e rappresentanti della politica. Il nostro principale obiettivo, perché la scuola esca dal suo isolamento, è di progettare lascuola di domani partendo dai problemi del presente, di lavorare tutti insieme per la ricostruzione di un sistema scolastico che valorizzi il lavoro degli insegnanti, che ne riconosca e ne salvaguardi la professionalità, che metta in primo piano i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Una scuola unilaterale, separata dalle vite dei giovani, ne favorisce la dispersione; una scuola che coinvolga attivamente gli studenti al fine di contribuire a migliorarla li richiama invece a sé, e quegli studenti così non si perderanno (né oggi, a scuola; né domani, all’università o nel mondo del lavoro). Solo così si può puntare seriamente a una scuola che, anziché essere considerata un costo, possa rappresentare per lo Stato italiano, come per qualunque nazione abbia a cuore l’istruzione, la formazione e l’educazione alla cittadinanza, il suo più grande investimento. Una scuola che riparta dalla cultura, il vero capitale da tutelare e incrementare.
Si ricorda al personale della scuola interessato a partecipare alla manifestazione che, in base dell’art. 64 del CCNL, è previsto l’esonero del servizio. Il personale di ruolo, per iscriversi, dovrà accedere allapiattaforma SOFIA e digitare il codice 76735 (per ulteriori informazioni si può inviare un messaggio WhatsApp al numero 3209326963 o una mail all’indirizzo segreteriafestadellascuola@gmail.com; sarà cura del responsabile del procedimento, il prof. Palma, rispondere alle istanze pervenute). L’ente di formazione accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, l’associazione Per la scuola della Repubblica, rilascerà a tutti gli insegnanti un attestato di partecipazione (frequenza minima necessaria: i tre quarti degli eventi previsti) per l’inserimento dell’attività svolta nel relativo fascicolo formativo. Un analogo attestato sarà rilasciato anche agli studenti e alle studentesse partecipanti.
La vulnerabilità tra tutela e valorizzazione
PROGRAMMA
6 ottobre
Palazzo dei Capitani del Popolo, Sala della Ragione/Chiostro di San Francesco
Ore 14.30
Saluti istituzionali
Marco Fioravanti, Sindaco del comune di Ascoli Piceno
Gian Luca Gregori, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
Claudio Pettinari, Rettore dell’Università di Camerino
Marco Ugo Filisetti, Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione Marche
Ore 15.00
Un libro-manifesto per la scuola del futuro
Bianca Chiesa, Manifesto degli studenti
Donatella Ferretti, Il docente prossimo venturo
Carla Sambrotta, Dai compiti a casa ai compiti (intelligenti) a scuola
Luca Malgioglio (Agorà 33), Per un’altra scuola
Anita Pelaggi e Giusy Versace, Una nuova rete associativa: Leinet
Michele Zannini e Gioconda Martucci, Concorsualità e trasparenza
Ore 16.00
La scuola e il territorio. Fragilità e risorse
Valerio Temperini, Il ruolo dei giovani per lo sviluppo territoriale
Graziano Leoni, Educazione e valorizzazione del talento
Ore 16.30
A tutela di una scuola sempre più fragile. Tavola rotonda
Ivana Barbacci (Cisl, Segretario generale scuola; on line), Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola, Segretario generale),Alessandro Rapezzi (Fil Cgil, Segretario nazionale FLC CGIL), Silvia Silvestri (SNALS-Confsal, Segretario provinciale), Orazio Ruscica (Federazione Gilda-Unams, Presidente nazionale), Ornella Cuzzupi (Ugl, Segretario generale), Edoardo Recchi (Cobas, esecutivo nazionale), Daniela Rosano (Anief, Segretario generale)
Modera Diego Palma
Ore 17.30
Le piccole associazioni sindacali a supporto territoriale
L’edilizia scolastica. Fra emergenze e investimenti
Cristina Costarelli (Dirigente scolastica, Presidente Associazione Nazionale Presidi per il Lazio) e Sabrina Vallesi (Dirigente scolastica)
Modera Massimiliano Bellavista
7 ottobre
Palazzo dei Capitani del Popolo, Sala della Ragione/Chiostro di San Francesco
Ore 14.30
IdeaScuola. La scuola in sicurezza. La qualità dell’aria
Giorgio Bonanno(on-line) e Stefania Sambataro
Ore 15.00
Massimo Arcangeli e Vincenzina Salvatore,Questi concorsi (“ammazzaprecari”) non s’avevano da fare
Modera Valentina Santarpia (“Corriere della Sera”)
Ore 15.30
Per la scuola della Costituzione: educazione civica, diritti umani, stabilizzazione
Doriana D’Elia (Presidente CNDI, Comitato Nazionale Docenti Immobilizzati), Angela Mancusi (CNDV, Comitato Nazionale Docenti Vincolati), Marco Mangiaterra (docenti specializzati o abilitati all’estero) Luciana Notarfranco (docenti di ruolo ingabbiati di ogni ordine e grado), Simona Morucci (Collettivo Nazionale Docenti), Damiana Pellegrini (APIDGE, Associazione Professionale Insegnanti Scienze Giuridiche ed Economiche), Margherita Stimolo (CNDA, Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati)
Modera Diego Palma
Ore 16.30
L’inclusione linguistica e i diritti delle persone. Problemi e strategie
Andrea De Benedetti, Maria Lippiello, Odisseo R. Longobardi Zingarelli
Libreria Rinascita
Ore 17.00
Augusto Di Stanislao, Controvento. Riflessioni sull’adolescenza.
Introduce Donatella Ferretti Modera Laura Ripani (“Corriere Adriatico”)
Ore 18.30
Marco Ferrari, Il cellulare a scuola. Li educhi, li eviti o li ecciti? La fioritura dell’adolescente
Foyer del teatro Ventidio Basso
Ore 21.00
Trifone Gargano, “Io non Enëa, io non Paulo sono”.Ma allora chi sono? Lo smarrimento dell’eroe
Ore 21.30
Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo, I miti vulnerabili
8 ottobre
Auditorium Cellini, Polo Sant’Agostino
Introduce e coordina Donatella Ferretti
Ore 15.00
Antonio Carnevale (on line), Tecno-vulnerabili. Per un’etica della sostenibilità tecnologica
Ore 16 .00
Carlo Carboni, “La vita verosimile”. Di chi è il volto che vediamo riflesso sui nostri smartphone e tablet?
Ore 17.00
Marco Moglie, Vita da smartphone” Stiamo uccidendo la nostra intelligenza?
Ore 18.00
Cesare Catà, Attimi fuggenti. Lo scontro tragico tra Keating e òa scuola moderna)
Teatro dei Filarmonici
Ore 21.00
Premio Luca Serianni. Il segno verde.
Introduce Massimo Arcangeli. Con Elena Serianni
Ore 21.30
Vincenzo Zitello e Andrea Yanez Gasparrini, Areamantica. Un viaggio nel mondo alchemico
9 ottobre
Palazzo dei Capitani del Popolo, Sala della Ragione
Ore 16.00
Rossano Ercolini, “Il bivio”. Manifesto per una rivoluzione ecologica
Ore 17.00
Ilaria Brugnotti, “Vincenti. Storie di ginnasti coraggiosi”. Storie di sacrifici, rigore, fatica e lacrime. Con Greta Riccardi e Jiulieta Cantaluppi
Ore 18.00
Premio per giovani “speciali”. Con Salvatore Nocera (FISH; on-line) e Pierangelo Cappai (Diversamente onlus; on-line).
Ci eravamo lasciati a Gennaio con Keret ( nr 10 ) . L‘ undicesima puntata di Anatomia di un racconto, a cura di Mirko Tondi( QUI I PRECEDENTI NUMERI Nr 1,Nr 2, Nr 3, Nr 4, Nr 5;Nr 6 ; Nr 7; Nr8; Nr 9) ci parla di Ricardo Piglia. Ci sono scrittori- Sistema e scrittori- Paese. Ovvero scrittori capaci di andare oltre sè stessi e costruire oltre sè stessi un nuovo ambito letterario, e scrittori capaci di rappresentare un’epoca o o un luogo. Piglia è davvero un buon esempio di queste categorie se si pensa quello che ha rappresentato per l’Argentina (invitiamo a leggere ‘Respirazione artificiale’) e la qualità notevolissima della sua produzione letteraria. Interessante la sua produzione, interessantissima la sua vita, da essa non scindibile ma anzi ad essa intimamente legata, il suo percorso personale evidenzia la capacità, purtroppo piuttosto rara in scrittori e intellettuali, di apprezzare e far conoscere nel suo paese la letteratura internazionale e di sperimentare con coraggio, sempre e comunque, scommettendo con convinzione sulla scrittura propria e altrui. Si evidenzia anche quella caratteristica visione ‘antologica’ della propria scrittura, che in fondo non faceva distinzione tra racconto breve, romanzo, recensione e saggio perchè mirava soprattutto a mettere in luce la qualità espressiva e la validità dei contenuti, indipendentemente dalla forma letteraria di volta in volta prescelta. Scrittore anche intimamente legato all’Italia (ebbe a dire ‘Ai miei studenti di Princeton, racconta Ricardo Piglia, scherzosamente dico d’ essere uno scrittore italo-argentino. In realtà l’ Italia l’ ha conosciuta per lo più attraverso i racconti dei famigliari, migranti piemontesi, oltre che con le parole dei poeti, come accade ad ogni vero legame: «quando iniziammo a pubblicare – ricorda – io e i miei amici sapevamo a memoria i versi di Ungaretti, Saba e Montale».) Piglia è nato in un luogo letterario, Adrogué, il sobborgo di Buenos Aires in cui Borges scrisse e ambientò alcune delle sue opere. Il racconto integrale si può trovare qui . Grazie Mirko
Anatomia di un racconto – La pazza e il racconto del delitto
Partiamo da una considerazione non indifferente: con questa storia lo scrittore argentino Ricardo Piglia vinse nel 1975 il primo premio in un concorso per racconti polizieschi, nella cui giuria c’era nientemeno che Jorge Luis Borges; il premio, nello specifico, consisteva in un viaggio a Parigi e in un soggiorno per quindici giorni in un albergo di prima fascia. L’incipit, con quei tre aggettivi in serie, potrebbe ricordarci un altro grande inizio, quello dell’Ulisse di Joyce, che ne contava due ma altrettanti potenti ed evocativi: “Solenne e paffuto” (o “Imponente e grassoccio” a seconda delle traduzioni, vedete voi quali scegliere). In questo caso la descrizione del personaggio di Almada (che, badate bene, avvia la vicenda ma poi nel prosieguo dell’intreccio si defila e viene richiamato solo indirettamente) comincia con “Grasso,
trasandato e malinconico” e continua con un affondo nel suo stato interiore: “Almada si sentiva smarrito, pieno di paura e disprezzo”. Poi sopraggiunge in lui il ricordo di Larry, la donna con cui ha avuto una relazione, e che a più riprese viene descritta senza sconti, così: “la pelle avvizzita, le occhiaie […] altezzosa, ubriaca, indifferente […] il profumo maligno.” L’uso degli aggettivi, già da quello che si intuisce nelle prime righe, è per l’appunto mai banale, anzi studiato, sopraffino. Sentite qua, per esempio: “All’angolo, il locale New Deal era una macchia ocra, corrosa, ancora più pervertita nella bruma delle sei del pomeriggio”. Di nuovo un tris di aggettivi, qui utilizzati a creare un climax ascendente. Almada trova una donna che dorme sdraiata a terra, avvolta negli stracci, e la tocca con un piede. La donna si chiama (la chiamano) Anahí (poco dopo lei si definirà “La peccatrice, la gitana”). Gli chiede dei soldi, e lui cosa le risponde? “Va bene. Se ti inginocchi e mi baci i piedi ti do mille pesos” (si ha già la caratura del personaggio in questa battuta, emerge in un attimo tutta la sua psicologia sorretta dalla depravazione e dal desiderio di prevaricare le donne e tenerle sotto il proprio dominio; già poco prima, pensando a Larry, era stato tentato di “entrare nel cabaret e trascinarla fuori per un braccio e schiaffeggiarla finché non gli avesse obbedito”). Le agita la banconota davanti agli occhi. Lei temporeggia, lui insiste. Poi la donna lo fa. “Lui la squadrò dall’alto, imponente, uno scintillio umido negli occhietti da gatto.” A questo punto le porge i soldi e le dice di comprarsi un profumo. Lui si allontana verso il locale da ballo e lei, “la pazza”, intanto canta la macarena.
Entra ora in scena Antúnez, il protettore che vive con Larry. Quindi un’anticipazione, “i segni della morte nei cassetti aperti”, e un messaggio d’addio sullo specchio scritto col rossetto in maniera tremolante e frettolosa. Secondo e ultimo capitoletto: ecco Emilio Renzi, alter ego di Piglia (non dimentichiamo difatti che il vero nome dello scrittore era all’anagrafe Ricardo Emilio Piglia Renzi). “A Emilio Renzi interessava la linguistica ma si guadagnava da vivere scrivendo recensioni sul giornale El Mundo”, e poi nel descriverlo l’omaggio al suo massimo riferimento artistico, un altro grande autore argentino: “quell’aspetto assorto e un po’ metafisico che lo rendeva simile ai personaggi di Roberto Arlt”. Emilio deve sostituire il collega malato, che si occupa di cronaca nera: c’è da raccontare la notizia dell’omicidio di Larry. L’incarico viene conferito a lui dal “vecchio Luna”, il suo capo, perché quest’ultimo “pensò che costringerlo a immischiarsi in quella storia di prostitute da quattro soldi e papponi gli avrebbe fatto solo bene”. Il corpo della donna viene ritrovato dietro il locale in cui lavorava, è stata uccisa a coltellate. L’unica testimone è la mendicante che Almada aveva incontrato all’inizio. “Quando l’avevano trovata stava cullando il cadavere come se fosse una bambola e ripeteva una storia incomprensibile”. Viene arrestato subito Antúnez e tutto sembra già risolto. Renzi inizia a fare le sue indagini finché avviene l’incontro con la pazza, la quale dà vita a flusso di coscienza delirante quanto risolutivo. L’enigma infatti è nelle parole (riporto il dialogo esponendo la logica con cui il protagonista arriva alla soluzione, non tanto la soluzione stessa: “È la pazza che lo dice: la pazza che da almeno dieci ore ripete sempre le stesse cose senza dire niente. Ma proprio perché ripete le stesse cose la si può comprendere. C’è una serie di regole in linguistica, un codice che si usa per analizzare il linguaggio psicotico”. Attenzione, adesso: la vera sorpresa non è la scoperta della verità da parte di Renzi ma ciò che viene dopo, uno scoppiettante susseguirsi di colpi di scena, comprese le ultimissime righe, che rimandano a un finale circolare. Terminata la lettura, si rimane increduli: davvero questo è un racconto, oppure è un romanzo condensato con abile mestiere in dieci pagine? Appare evidente che contenga molto di più di quello che ci viene narrato, ed è un racconto sporco, scorretto, malato, di quelli che oggi sarebbe difficile scrivere e, ancor di più, farsi pubblicare. Come mi piace ripetere: scrivere significa soprattutto osare. E Piglia qui l’ha fatto in modo eccellente. Borges e soci ci avevano visto sicuramente giusto a conferirgli il primo premio.
Questo bel concorso arriva alla premiazione della sewconda edizone. Sarò li per parlare dei racconti brevi. Esce anche il libro del concorso a cura dell’Editore Setteponti, Credo che abbiamo scelto dei testi interessanti. Viva la scrittura.
Ma, libri a parte, si fanno anche cose serie (lo sono per me anche quelle sopra) ed è stato bello parlare di giovani, politica e civismo con un bel think tank di esperti, argomentando su cosa ‘rleggere’ o ‘riscirvere’ di questi anni.
Dopo alcuni mesi di lavoro il libro ‘Libri allo specchio’ vede la luce. Per una volta, non si è solo ‘parlato’ di libri e lettura ma i ragazzi hanno costruito, editato e promosso un vero libro.
Chi l’avrebbe mai detto? Siamo i 24 studenti della classe IV E del Liceo Ginnasio T. Tasso di Roma e manca davvero poco alla pubblicazione del nostro primo libro “Libri allo specchio”, realizzato nell’ambito del progetto di PCTO Libri allo specchio, promosso e finanziato dalla Regione Lazio. A partire dal 10 novembre 2021 abbiamo lavorato insieme e a lungo affinché il progetto, propostoci dalla nostra Professoressa di Lingua e Letteratura Italiana Patrizia Concetti, desse grandi soddisfazioni a noi ragazzi e ai nostri docenti: il Professore Massimiliano Bellavista, l’editor Carlo Bolli, la scrittrice Sylvie Freddi e la giornalista Annalisa Nicastro, i quali ci hanno accompagnati in questo percorso. Il progetto si è svolto prevalentemente attraverso lezioni pomeridiane a distanza, circa due volte al mese, in cui abbiamo affrontato le più svariate tematiche legate alla lettura e alla scrittura, focalizzandoci sui racconti brevi, sulla struttura e la composizione di un articolo, sulla scrittura online – tanto vicina a noi giovani –, ma anche sull’aspetto editoriale che precede la pubblicazione di un testo e su tanto, tanto altro. Tra una lezione e l’altra, poi, siamo stati noi a cimentarci nella produzione di racconti e recensioni originali. Nella settimana di PCTO in presenza, compresa tra gli scorsi 21 e 25 febbraio, le lezioni si sono svolte tra i banchi della nostra aula e, nonostante sia stata per noi una settimana “lavorativa” con incontri dalla mattina fino al pomeriggio inoltrato, concordiamo tutti su quanto sia stato stimolante tornare a lavorare in gruppo guardandoci negliocchi e non attraverso uno schermo. E adesso, giunti quasi alla fine di questo arricchente percorso, non vediamo l’ora che l’Editore “Il Seme Bianco” pubblichi il libro che vede protagonisti tutti noi e i racconti individuali o di gruppo scritti nel corso dell’anno. Alcuni speriamo riescano a strapparvi una risata, altri una lacrima, altri un’espressione di sgomento… insomma, non vi annoierete! Il progetto terminerà il 6 giugno alle ore 14:30 con la presentazione del libro presso la nostra scuola, il Liceo Ginnasio T. Tasso. Per concludere, ci teniamo a ringraziare tutti coloro che ci hanno guidati nel progetto tra pagine di libri, confronti e scambi tra generazioni, stimolando la nostra creatività e avvicinandoci ancora di più al mondo della scrittura. Vi aspettiamo in libreria!
La bellezza di un libro “sbagliato” di Massimiliano Bellavista Ediciclo sfrutta un refuso a suo vantaggio, in un libro che esalta la natura
Nel nostro mondo, ci sono errori dappertutto, e il mondo delle parole e dei libri non può certo fare eccezione: persino nella prima edizione della nostra Costituzione si trovano refusi (ne abbiamo anche parlato qui), come del resto nelle prime versioni a stampa della Bibbia. Se ci sono errori in questo tipo di testi, sorvegliatissimi, non dovrebbe sorprendere che la cosa capiti anche nel mondo editoriale, anche presso quegli editori medi e piccoli italiani, e sono tanti, che della qualità materiale di ciò che immettono sul mercato fanno il loro vanto alla stressa stregua dell’attenzione ai contenuti letterari. È accaduto anche a Ediciclo, brillante e dinamica realtà editoriale italiana di cui ci siamo recentemente occupati su queste pagine. E siccome la storia è peculiare quanto il libro di cui trattiamo, peculiare ed inscindibile da esso a cominciare dalla veste editoriale, vale la pena parlarne di pari passo.
Una sorpresa (s)gradita Dopo due fortunati testi quali Del camminare e altre distrazioni. Antologia per viandanti e sognatori del 2017 e Dell’andare in bicicletta e altre divagazioni. Antologia per ciclisti e sognatori del 2020, non è un caso che proprio il 2020, quell’annaccio, eserciti ancora per una volta il suo malevolo influsso anche sul programmato terzo libro della serie, che così bene la completa. Dell’andare in montagna e altre amabili ascensioni. Antologia per escursionisti e sognatori (Ediciclo, pp. 176, € 22,00), curata da Francesca Cosi e Alessandra Repossi, con la Prefazione di Linda Cottino e con le illustrazioni di Giulia Neri, questo bel libro che suggeriamo a tutti, è stato appunto l’involontaria e innocente vittima di un errore. Scrive l’editore, in una pagina apposita del sito: «In casa editrice ci stavamo già pregustando l’uscita della nostra piccola strenna natalizia, quando… aprendo la primissima copia arrivata in redazione “fresca di stampa”, iniziamo a sfogliarla – e l’annusiamo, dobbiamo ammetterlo, ci ficchiamo proprio il naso dentro le pagine, ogni volta che arriva un libro nuovo, come fosse la prima volta – poi apriamo le prime pagine per verificare se tutto torna, se i colori sono giusti, se al tatto è piacevole, finché l’occhio cade sulla parte finale della prefazione. Ci accorgiamo subito che qualcosa non quadra: come mai tutti questi termini legati alla bicicletta? Ma non era un libro sull’andare in montagna? Che strano… Allora giriamo pagina ancora, torniamo indietro e notiamo altri termini legati alla bicicletta come “velocipede”, “ciclisti”, “manubrio”, “due ruote” e poi l’amara scoperta: increduli e un pochino spaesati ci accorgiamo che l’inizio dell’ultimo paragrafo a pagina 9 inizia con una bella lettera minuscola, così: “nobiltà del cavallo alato”. NOOOOOO!». Insomma, per farla breve accade che in calce alla Prefazione della giornalista Linda Cottino sia rimasto, come un virus insidioso e nascosto allo sguardo anche più attento, un brano della Prefazione della precedente antologia, quella dedicata alla bicicletta e a firma di Marco Pastonesi. Ed ecco che l’editore immagina una via di uscita da questa situazione bella, creativa ed efficace quanto il contenuto del libro.
Un piccolo errore dentro un ottimo libro Spesso, spessissimo nelle recensioni non ci si cura per niente del fatto che prima di tutto il libro ha una sua materialità. Ben lo si comincia a capire oggigiorno, in un periodo di rarefazione di lettori e lettrici, e ce ne siamo occupati anche di recente dedicando un articolo a Testo, fiera libraria fiorentina dedicata al libro e in special modo al prodotto librario/editoriale: il libro è prima di tutto un prodotto, un prodotto complesso e articolato. E allora un bel volume comincia anche da questo: in primis un’attraente veste grafica, e il libro di cui parliamo ce l’ha, poi una bella copertina e delle incisive illustrazioni, e qui non mancano proprio e… un errore che subito lo trasforma in un oggetto da collezione. Quale migliore esempio dell’importanza della materialità di un libro? «Dopo tanto discutere in redazione – lo ristampiamo? lo mandiamo al macero? lo teniamo così? beh dopotutto al libro non manca nulla, semmai ha qualcosa in più – abbiamo deciso che non sarebbe stato giusto nei confronti del pianeta sprecare 850 kg di carta dato che tanta ne era servita per questa prima edizione. Così, dopo aver consultato alcuni addetti ai lavori e aver ascoltato le loro preziose opinioni, abbiamo deciso che il volume sarebbe stato comunque distribuito così com’è, unico nel suo essere imperfetto». E secondo noi gli autori e l’editore hanno avuto perfettamente ragione a dire questo. Del fatto se ne sono occupati in tanti, conosciamo qualcuno che il libro lo ha ordinato per conservarlo nella sua confezione, dove è riportato per mezzo di un adesivo rimovibile questo episodio e il suo messaggio potente di unicità, come se si trattasse di un Gronchi rosa, di un oggetto da collezione. Insomma, in una parola, evviva il libro che sopravvive agli errori, anzi li trasforma in valore! D’altronde cos’altro come l’errore può contribuire meglio della versione corretta a rendere memorabile un passo, una storia o un concetto: se l’errore materiale può rendere un libro rarissimo, l’errore editoriale può essere addirittura fonte di ispirazione. Si potrebbe dire che l’errore gioca in letteratura il ruolo che la mutazione genetica gioca nel Dna e che in fondo la selezione naturale la opera il lettore, stabilendo ciò che da errore diviene genialità e normalità e ciò che invece si perde nell’oblio. La storia è piena di questi episodi curiosi, che vi invitiamo senza meno ad approfondire: a cominciare dall’illustre Robinson Crusoe (dove di errori ce ne sono molti e assai famosi ma questo non altera la bellezza dell’opera) l’errore è parte insopprimibile e quasi necessaria di molti celebri volumi e del loro fascino, tanto che si potrebbe scrivere una storia dell’errore letterario (non sarebbe tempo sprecato).
Una bella antologia Il volume dal punto di vista dei contenuti ha vari meriti: cominciamo senza dubbio dai tre racconti inediti, pubblicati per la prima volta in Italia di George Sand, Mark Twain e Mary E. Wilkins Freeman. Potremmo anche citare il merito indubbio di aver saputo rivitalizzare e nobilitare in modo originale il concetto di antologia. Inoltre il libro rappresenta l’ennesima dimostrazione del fascino della letteratura che parla di viaggi e di contemplazione della natura. È la montagna, in tutte le sue declinazioni materiali o immaginarie, la vera protagonista di questo volume che permette al lettore di arrampicarsi sulle vette più alte in cordata con i più grandi autori della narrativa internazionale da Emilio Salgari a Alexandre Dumas, da Jack London a Victor Hugo. Ogni ascensione letteraria è caratterizzata da uno stile, una testimonianza, un personaggio che graffia sensibilità e sentimenti del lettore, giocando su tutte le corde, anche quelle dell’ironia. Insomma un testo da raccomandare per chi vuole essere in sintonia con la natura in tutti i sensi, anche in quello non trascurabile e spiritualmente appagante di aver contribuito a salvaguardare l’ambiente evitando che un errore “uccidesse” un libro trasformandolo in una triste quasi tonnellata di rifiuti da smaltire.
Massimiliano Bellavista
(www.bottegascriptamanent.it, anno XVI, n. 175, aprile 2022)
Dopo un annetto buono di lavoro ecco un qualcosa, credo, di veramente nuovo sul mercato. I n ogni caso risponde, speriamo, alle richieste che ci arrivavano dal campo, cioè dagli utenti dei corsi che facciamo in giro per l’Italia.
Tra l’altro ringrazio l’Editore anche perchè si tratta di un libro, cosiddetto, ‘esteso‘, ovvero pubblicato con logiche moderne al di là degli stessi contenuti, ad esempio con componenti mutimediali accessibili tramite i vari QR Code, una landing page sul sito dell’editore stesso e contenuti aggiuntivi aggiornati mensilmente. Ma si tratta, se si vuole, anche di un vero corso di scrittura ed eloquenza, con la possibilità di vedersi pubblicati gli scritti migliori.
Insomma crediamo un ottimo rapporto costi/benefici per cui se potete, compratelo! O meglio pazientate ancora qualche giorno perchè è in fase di ditribuzione cartacea e digitale proprio adesso.
Alcuni appuntamenti, eccetto quelli nelle scuole che non sono pubblici, a Como e Bergamo tanto per cominciare. Se interessati ad appuntamenti, chiamate o scrivete a bellmaxi@tin.it o all’Editore
Il 29 p.v. toccheremo aspetti di cui si parla poco. Ma che rappresentano anch’essi uno dei risvolti di questa tremenda situazione. C’è una guerra che si gioca e si dipana anche tra parole e pagine lettterarie. Ci sono scrittori in pericolo, scrittori contesi tra culture, scrittori lacerati nella loro anima e nel loro vissuto quotidiano. Grazie a chi ha voluto organizzare. Se volete, partecipate.
Ucraina: la guerra nelle città e le parole della pace. Incontro con Massimiliano Bellavista e Mirko Tondi
Scriveva Dostoevskij in Memorie del sottosuolo: “Dunque l’uomo ama costruire e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos?”. La domanda si ripropone drammaticamente oggi, ad un mese dall’inizio della guerra in Ucraina i cui esiti segneranno comunque nuovi assetti geopolitici. Toscanalibri ritiene opportuno riflettere su questo frangente della storia e lo farà nel modo che più le è proprio, attraverso la letteratura. Per come la parola scritta testimoni sempre – talvolta anticipandoli – i mutamenti storici. Ne riveli contraddizioni, verità, menzogne, idee, sentimenti, aspirazioni. Per come la parola possa giungere a pacificare, a salvare. Perciò martedì 29 marzo alle 18,30 è stato organizzato un incontro in diretta streaming, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Toscanalibri, sul tema “Ucraina: la guerra nelle città e le parole della pace”. Nell’occasione Massimiliano Bellavista e Mirko Tondi, moderati da Luigi Oliveto, metteranno a confronto le esperienze letterarie di scrittori contemporanei ucraini, russi e italiani.
E mentre si prepara qualche novità di rilievo sul fronte narrativa e e su quello della saggistica devo ringraziare gli organizzatori degli eventi (qui sotto alcuni) che mi stanno coinvolgendo sui temi della narrativa breve ( Punto Triplo e dintorni) e su quello della poesia ( La poesia è morta e altri versi). Sono, saranno veramente tante le occasioni di incontro e questo non può fare che piacere. Queste due nei prossimi giorni.
16 marzo, alle ore 18.30 – Intervista all’autore: ospite lo scrittore e giornalista fiorentino Mirko Tondi, che presenterà il suo romanzo “Era l’11 settembre” (NPS Edizioni), un’originale e intimistica rivisitazione del giorno che sconvolse il mondo. Conducono Alessio Del Debbio, presidente di “Nati per scrivere”, Luciana Volante, vicepresidentessa, e Massimiliano Bellavista, scrittore. (https://www.giornalelora.it/torna-la-rassegna-letteraria-culturalmentre-il-programma-di-marzo-della-web-tv-di-nati-per-scrivere/)
Parole, passi, sogni. Lettori in viaggio – l’iniziativa organizzata in collaborazione con gli amici de I libri di Mompracem torna dall’8 al 10 aprile in provincia di Modena, ospite questa volta del comune di Marano sul Panaro, per un altro festival che, in semplicità e in amicizia, intende provare a condividere parole, idee, progetti.
Uguali sono anche molte delle passioni e degli interessi che animeranno questa due giorni: l’Appennino e i cammini che l’attraversano, il valore sociale dellalettura e degli spazi collettivi che promuovono cultura, la voglia di fare rete. Inviteremo tanti amici scrittori, artisti, viaggiatori, e insieme a loro circoli e gruppi di lettura, editori, librai.
Ma a Marano intendiamo arricchire in due modi il nostro programma: con almeno due incontri nelle scuole dedicati al viaggio e alla narrazione dei luoghi; e con almeno un’iniziativa – ispirata dai pezzi di Muro di Berlino conservati accanto all’Auditorium – dedicati ai muri, ai confini, ai ponti. Questo anche come lancio del festival dei confini organizzato da Bottega Errante, editore friulano e nostro partner insieme all’editore toscano Betti, che a giugno organizzerà il primo festival dei confini.
A Firenze un nuovo tipo di evento dedicato all’editoria
di Massimiliano Bellavista
Un Testo val bene una fila. È questo che devono essersi dette le molte persone che si sono viste incolonnarsi, sferzate dal maltempo di queste giornate siberiane, per partecipare a Testo [Come si diventa un libro]. È questo il titolo dell’evento che, dal 25 al 27 febbraio, la Stazione Leopolda di Firenze ha ospitato con notevole successo di pubblico. Il salone del libro che espressamente si dichiara dedicato a chi è innamorato dei libri: ovvero autori, editori e lettori. È stato organizzato da Stazione Leopolda e Pitti Immagine, ideato da Todo Modo, con il patrocinio e la collaborazione di Comune di Firenze e Regione Toscana. Il mondo editoriale, reduce dall’effetto combinato di una crisi lunga e articolata e della morsa macroeconomica di eventi globali come la pandemia, è certamente in difficoltà. Non possono fare eccezione tutti quegli eventi, saloni inclusi, che si propongono di diffondere il verbo della cultura e del libro nella nostra società. Impresa difficile, per cui si è provato di tutto, dalla spettacolarizzazione (a volte eccessiva) degli eventi all’iniezione di tecnologia con i festival online. Il problema dei problemi è sempre lo stesso: dare voce alla miriade di prodotti e case editrici, selezionando qualità e prodotti editoriali di spessore con cui avvicinare il convitato di pietra: il lettore. O meglio, il non lettore, visto che, numeri alla mano, in Italia converrebbe proprio rivolgersi a questa categoria, ovvero coloro che sono fuori di quella sparuta minoranza di persone che leggono meno di un libro all’anno e così facendo, riempiranno il primo scaffale della loro libreria per l’età della pensione.
Una mano tesa al lettore e al non lettore (ma curioso) L’ambiente gioca la sua parte e certamente ciò che colpisce è un’ambientazione insolita per un evento di questo tipo che ammicca a impressioni non solo culturali ma prima di tutto sensoriali. La porta è una copertina, che si varca per immergersi tra le navate della Leopolda tra sentori di carta e inchiostro. L’impegno sul concept, a cominciare dalla grafica e dai loghi, c’è e si vede. Il libro è un prodotto, e come il marketing insegna, ha un suo ciclo di vita. Questo non banalizza la cultura e non toglie valore quasi eterno a un classico o a una cinquecentina, così come a un’edizione di pregio. Dice solo che dietro al libro ci sono aziende, di servizi e di produzione, che devono crescere, investire, difendere i posti di lavoro, generare profitto. E allora perché non rendere tutto ciò palese? Negli eleganti spazi di Testo viene riprodotto il ciclo di vita di un libro attraverso un percorso in sette stazioni. Manoscritto, Risvolto, Traduzione, Segno, Racconto, Libreria e Lettore. Questa in sintesi l’intuizione dell’evento. Ognuna delle stazioni vanta capistazione di lusso, addetti ai lavori di grande esperienza, in grado di coinvolgere chi partecipa agli eventi, tutti gratuiti. Idealmente sette sono le stazioni che rappresentano la vita di un prodotto editoriale, una fase della vita del libro. E perché queste non siano le stazioni di una Via Crucis, devono giustamente essere conosciute da tutti. In primis il lettore, ma anche tanti sedicenti scrittori, per i quali il percorso elide a piè pari gli sforzi editoriali, le lacrime e sangue dell’editing, a va dal Manoscritto, di per sé perfetto e intoccabile, alle mani voraci di folle giubilanti e festanti di lettori. Ed è spesso con questo genere di “clienti” che agenti, editori, editor e comunicatori si trovano ad avere a che fare. Si è dato spazio, giustamente, anche alle immagini e alla grafica, che non sono affatto in competizione con il testo ma sono anzi agenti e catalizzatori della sua efficacia e diffusione. Si inserisce in questo contesto l’evento “Scrivere con le immagini” presso l’Arena Olivetti che ha visto l’intervento di Oliviero Toscani. Del resto se si vuole stimolare la curiosità dei “non lettori”, cioè dei non consumatori del prodotto librario, è giusto partire dal materiale per arrivare all’immaginario. Il libro, è stato detto, è oggetto tridimensionale e non dovrà scandalizzare se, esattamente come accade a certi bibliofili, potrebbe essere considerato e attrattivo per aspetti esteriori, legati per esempio alla sua materialità, alla qualità della sua veste editoriale e grafica. Si è trattato quindi di un’iniziativa piuttosto ardita e originale nel suo genere che ha aggiunto al suo ambizioso programma di svelare al lettore il dietro le quinte di ciò che compra e legge un’attenta selezione di titoli e novità letterarie nazionali e internazionali, da Eshkol Nevo, Jan Brokken e Guadalupe Nettel, senza dimenticare i numerosi autori italiani: Fabio Bacà, Stefano Bartezzaghi, Massimo Carlotto, Daniele Mencarelli, Paolo Nori, Marco Peano, Veronica Raimo, Vanni Santoni, Nadia Terranova, Chiara Valerio. A tutto questo si aggiunge una bella e nutrita esposizione di testi e libri di punta d di oltre sessanta case editrici, da Bompiani alle piccole realtà specializzate, come Le Lettere, Forma edizioni, Ediciclo editore, 66thand2nd e molte altre.
I laboratori per entrare tra gli addetti ai lavori Ciò che colpisce è anche altro, ovvero il voler avvicinare il lettore o potenziale tale solleticando anche la sua aspirazione ad essere a sua volta un produttore di testi. Di qualità si intende. In questa direzione vanno i laboratori che hanno popolato l’iniziativa, cercando per esempio di gettare nuova luce e rendere meno scontato il concetto di scrittura creativa (i partecipanti, armati di carta, penna e pc hanno cercato di scrivere e descrivere, smontando, segmentando, revisionando le proprie storie, cancellando le parti noiose, arricchendo con la fantasia quelle avvincenti, e poi rimontandole), oppure quello di redazione. In questo senso, il relativo laboratorio si è concentrato su idee e possibilità legate alle nuove forme dell’editoria contemporanea e i partecipanti hanno potuto affrontare le diverse fasi del processo, dall’editing all’impaginazione dei contenuti. Non sono mancati naturalmente anche gli eventi più tradizionali, dalle presentazioni librarie agli incontri con gli autori, ma il tutto senza dubbio è stato organizzato in una cornice che aveva ambizioni ben diverse e ben più ampie. Giusto in questo senso anche lo sguardo al passato recente, con momenti dedicati ad autori scomparsi recentemente, come Celati e Del Giudice, uno dei migliori scrittori del secondo Novecento, che è stato giustamente definito “l’uomo sottile”. Ci auguriamo che tentativi come Testo continuino ad animare il panorama culturale italiano.
Massimiliano Bellavista
(direfarescrivere, anno XVIII, n. 194, marzo 2022)
Un tempo tutti gli uomini guardavano le stelle. Così era scritto.
In un tempo ancora più antico, poiché il tempo non ha fine, le stelle splendevano ma gli uomini non potevano vederle. Tuttavia, avvertivano la presenza della luce e soffrivano di non poterle osservare. Così Dio dette loro gli occhi per vederle. Diò stabilì che le stelle avessero il cielo e gli uomini la terra, e che nessuno dei due poteva avvicinarsi all’altro varcando la curva dell’orizzonte.
Un giorno una stella che voleva splendere più delle altre cadde sulla terra e generò un fuoco.
Mentre tutti i suoi simili fuggivano, un uomo si avvicinò con curiosità e afferrò un ramo ardente. Si accorse presto che il fuoco respirava e si nutriva come gli uomini. Lo portò dove viveva e da allora il fuoco non si spense. L’uomo lo vegliò e istruì alcuni suoi simili perché lo nutrissero, e lo sorvegliassero di notte. Ben presto essi lo fecero entrare nelle loro case, lo portarono nei loro bivacchi. Coloro che lo vegliavano furono sempre più numerosi e i custodi del fuoco poco a poco non guardarono più le stelle, ma il fuoco stesso. I loro occhi erano aperti solo per il fuoco. E anche il fuoco li scaldò, li vegliò e imparò poco alla volta a conoscere le loro voci, a riconoscere i loro pensieri, a lusingarli con la sua forza.
Tuttavia, c’erano uomini che non erano interessati al fuoco. Costoro guardavano ancora le stelle. Tra gli uomini che guardavano le stelle e quelli che guardavano il fuoco c’era un grande odio, perché non si riconoscevano più come uguali, anche se mangiavano della stessa terra e bevevano delle stesse sorgenti. Poiché parevano interessati solo a ciò che accadeva in cielo, gli uomini del fuoco li consideravano inferiori e li chiamavano schiavi delle stelle. Ma non si fermarono alle parole.
Così un giorno gli uomini del fuoco attaccarono e uccisero tutti gli uomini delle stelle, eccetto uno, noto per la sua grande saggezza, che fu conservato in vita, sulla cima di una montagna.
Poi venne presto un’altra guerra, poiché gli uomini del fuoco, non avendo più nemici si divisero in tribù e si attaccavano tra di loro, ogni volta con un diverso pretesto. Di volta in volta, le varie tribù sostenevano di essere i primi ad averlo custodito, o addirittura di averlo inventato, o di saperlo usare meglio degli altri, ciò che forniva loro il diritto di decidere chi potesse usarlo e chi ne fosse escluso. Venne la guerra eppure sapevano che, essendo ormai tutti armati del fuoco, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto e la foresta, e la pianura, e le montagne tutte sarebbero state distrutte senza rimedio. Molti morirono e vi fu grande dolore, e i sopravvissuti si rivolsero al saggio, all’ultimo uomo delle stelle, chiedendogli se conoscesse un modo per far cessare la guerra, se per far questo sarebbe bastato spegnere tutti i loro fuochi e tornare a guardare le stelle.
Ma il vecchio disse loro che era troppo tardi. Per troppo tempo, avete marciato col fuoco e vene siete fidati. Adesso il fuoco è ovunque, il suo fumo certe notti mi impedisce persino di intravedere le stelle. Anche se ora lo spegneste, il fuoco è nei vostri cuori, lo vedo nei vostri occhi.
Risposero che il fuoco era utile, che il fuoco era necessario, che in ogni caso non se ne poteva più fare a meno. E gli fecero osservare che anche lui, davanti alla sua casa, ne aveva appena acceso uno, grandissimo.
Il vecchio confermò che era vero. Avete ragione. Come ogni guerra, che è necessaria solo a sé stessa, il fuoco è necessario. Il fuoco è vostro figlio. Si alzò e poco prima di gettarvisi dentro disse loro infatti vi sopravvivrà.
Qui due estratti audio del libro, per cui ringrazio gli attori e in particolar modo Gaia Bastreghi; sotto le le indicazioni per l’acquisto (anche Amazon e The Great British Bookshop).
Il lato oscuro del cervello di Massimiliano Bellavista Una storia quasi distopica ma reale per Adelphi edizioni
Si parla spesso di accoglienza. Di accettazione. Di cambiamento. Facendo forza sui nostri istinti e spesso sul nostro egoismo, a volte riusciamo abbastanza felicemente ad aprirci al nuovo e al diverso. Ma cosa succede se si sposta il punto di vista al nostro interno? Fabio Bacà nel suo romanzo Nova (Adelphi edizioni, pp. 279, € 19,00) cerca di dircelo con un elegante miscuglio di tinte gotiche e di ironia. Ciò che emerge è in sostanza che il nostro cervello è un po’ come la luna, finisce che ne vediamo e ne apprezziamo sempre il lato illuminato, scordandoci del resto. Ma il resto c’è, eccome, e ben se ne accorge Davide, mite, stimato neurochirurgo e padre di famiglia, quando si imbatte in Diego, che sarà il suo nuovo, misterioso, maestro di vita. «Dio ha creato il mondo con la violenza. L’universo si è espanso nel nulla in virtù della pura violenza. Le nostre anime sono state salvate da un atto di violenza». Diego sembra all’inizio un personaggio appena sbozzato, dal comportamento prevedibile e scontato, quasi un giustiziere. Ma poi le cose si vanno complicando perché è Davide stesso a rendersi conto che è il suo mondo borghese a essere prevedibile e scontato, un paese dei campanelli che ha espulso la violenza dai suoi orizzonti. Ma nel mondo reale esistono i pazzi, i maniaci, i capi sadici e i vicini aggressivi e il nostro lato oscuro ci rende simili a pentole a pressione pronte a esplodere all’improvviso: la nostra violenza nei loro confronti non è affatto morta, è lì, viva e vitale e l’alternativa è solo tra l’ignorarla o l’acquisirne consapevolezza e controllo. Nessuna delle due strade è priva di rischi: cosa fare se in un locale molestano tua moglie? Davide rimane paralizzato e poi traumatizzato dal peso della sua vigliaccheria, Diego invece sfodera un coltello e inchioda al muro l’aggressore con assoluta naturalezza.
Un tema non nuovo ma ben giocato e narrato La questione non è affatto nuova. In fin dei conti il protagonista Davide condivide l’illusione di Prospero ne La tempesta shakespeariana, ovvero la convinzione di aver dominato la natura e aver posto ogni cosa sotto il suo controllo; ma per ogni Prospero, Stevenson ci insegna che c’è un Jekyll, e occorre venirci a patti per non fare la fine di Atlantide, come ce la racconta Platone nei suoi dialoghi. Il patto luciferino che Diego propone al protagonista parte da alcune tesi, quasi un manifesto, con cui Diego non manca di indottrinare Davide. «La società moderna reprime gli istinti che non comprende o che non le fanno comodo. Inibisce l’aggressività individuale perché ritiene che confligga con l’idea di civiltà. Gesù è vissuto duemila anni fa: la sua morte violenta ha redento i nostri peccati. Abbiamo decantato la parabola del martirio di tutti i suoi contenuti edificanti, dimenticando che è stata la cruda violenza a restituirci il significato di quel sacrificio». Diego è senza dubbio crudamente affascinante, e l’attrazione di Davide per il suo maestro a tratti non sembra solo razionale e istintuale, ma anche sensuale. In questo contesto l’autore è bravo a descrivere il magnetismo crescente tra questi due individui con formule e tecniche narrative affatto scontate. Proprio questa dinamica finisce per conferire spessore e verosimiglianza ai due personaggi nonché qualità a tutto il romanzo, facendo da contraltare a certi passi che a tratti tendono invece a essere troppo astratti e didascalici. Oltre allo stile, è poi il gioco di rimandi e citazioni disseminate nel testo a divertire.
Pensare alla morte Che fa Davide quando si sveglia? « A cosa pensa un uomo appena si sveglia? Cosa gli recapita la connivenza di inconscio e realtà? […] Probabilmente riflette su di sé, o sulla donna che gli dorme accanto. Forse pensa ai figli. […] Davide no. Davide pensa alla morte». Il pensiero di morte per Davide gioca due ruoli, uno evidente, l’altro non detto. Davide pensa alla morte come a uno spegnimento di problemi, o piuttosto a una loro sterilizzazione indolore. I pensieri legati ai problemi sul lavoro, a quelli familiari con sua moglie Barbara, salutista vegana e logopedista, e col figlio Tommaso, adolescente solitario, alle prese con i primi amorazzi giovanili; quelli sono il livello superficiale. Ma letterariamente la morte è spesso messaggera di cambiamento radicale nell’esistenza del protagonista. Un altro che pensava alla morte era Pereira. Così inizia il romanzo di Tabucchi, analogamente a quello di Bacà. Pereira, il direttore della pagina culturale del Lisboa, un modesto giornale locale del pomeriggio, all’inizio del romanzo si trova in redazione a riflettere sulla morte. Il che non è assolutamente una novità per lui. La morte per Pereira è un pensiero ricorrente, anzi, un interrogativo a cui bisogna trovare risposta, magari interagendo con qualcuno che ama la vita. E come Pereira muterà radicalmente la sua esistenza grazie all’ incontro con Monteiro Rossi, così Davide cambierà abbracciando il lato oscuro e istintuale della vita proposto da Diego. «Dominare la violenza o esserne dominati. Toglietemi di dosso l’epitelio della civiltà fino a esporre il sembiante scorticato del mio vero io. Non sono più solo un medico seduto al capezzale di un ragazzo. Sono il figlio prediletto della foresta e del fiume». Ma il cambiamento non ha mai fine e il finale in fondo è un finale ambiguo e aperto. Buona lettura.
Massimiliano Bellavista
(www.bottegascriptamanent.it, anno XVI, n. 173, febbraio 2022)
A Settembre avevamo parlato di Stig Dagerman , per il numero 9. La decima puntata di Anatomia di un racconto, a cura di Mirko Tondi( QUI I PRECEDENTI NUMERI Nr 1,Nr 2, Nr 3, Nr 4, Nr 5;Nr 6 ; Nr 7; Nr8; Nr 9) ci parla di uno scrittore assai interessante, dotato di un’ironia del tutto particolare e anche di una capacità unica di destreggiarsi tra reale, fantastico e autofinzione.Etgar Keret (1967) è uno scrittore israeliano di notevole successo, tradotto in decine di Paesi, e in Italia. Autore di racconti brevi e sceneggiature, il suo stile è inconfondibile.
Le pagine che Mirko gli ha dedicato sono molto interessanti . Il racconto a cui fa riferimento si trova qui sotto. Sfido chiunque, anche non scrittore, che abbia dovuto comunque confrontarsi con il mondo della scrittura a dire di non aver guardato almeno una volta, con un misto di rabbia e impotenza, alla mitica città delle idee perdute. Su una cosa però non sono del tutto daccordo con Keret. Suggerisco comunque di andare sempre in giro con un piccolo taccuino (a proposito, l’etimologia di questa parola è molto interessante) e una matita al seguito. Molto meglio del telefono, anche perchè non sempre l’idea fuggente si manifesta in forma di parole…
Anatomia di un racconto – La città delle idee perdute
Etgar Keret ormai ci ha abituati alle sue storie lampo, alla base delle quali risiedono idee semplici e geniali allo stesso tempo. Il tutto funziona perfettamente in un meccanismo preciso, nell’arco di poche pagine, anche soltanto due o tre, e spesso ne rimane un senso profondo, che – come già detto in una precedente occasione citando le parole di Cortazar – “va molto oltre il piccolo e talvolta miserabile aneddoto che racconta”. Negli anni lo abbiamo imparato a conoscere con raccolte come All’improvviso bussano alla porta, Sette anni di felicità e Le tettine della diciottenne. Ma qualche volta un suo racconto ci viene concesso durante la lettura di riviste e inserti culturali, come quello di cui parliamo oggi, La città delle idee perdute, pubblicato su La Lettura nel numero di domenica 12 dicembre 2021 (nel 2019 invece venne anticipata un’altra sua brillante short story, La penultima volta che mi spararono da un cannone, tratto da Un intoppo ai limiti della galassia). Tre colonnine in fondo alla pagina per un piccolo gioiello, una vicenda come tante in realtà, uno scrittore che dimentica l’idea per una storia, eppure così significativa, persino universale.
La dedica iniziale recita così, ed è già un indizio: “In memoria di tutte le grandi idee che non sono mai diventate storie”. Si comincia da un evento letterario al quale Keret è stato invitato (come in molti suoi racconti, realistici o fantastici che siano, c’è lui stesso al centro della scena). Siamo a Milano, nel cuore della città. Nelle prime righe pare di stare in uno di quei sogni dove siamo in mezzo alla folla e domina il senso di inadeguatezza, infatti il nostro protagonista ci comunica che “delle duecento persone presenti sembravo l’unico a indossare una maglietta non stirata e dei pantaloni sgualciti”. Un attimo dopo, mentre sta per salire sul palco, Keret inciampa in maniera goffa producendo un rumore che richiama l’intera sala. Si rialza alla svelta e si avvicina alla sua poltrona, ma l’episodio difatti gli ha procurato un certo imbarazzo. Proprio in questo momento però gli balza in testa “una meravigliosa idea per un racconto”, come un’epifania nascosta tra le pieghe del mondo. Fosse stato in un’altra situazione, non ci sarebbe voluto molto a tirar fuori il telefono e ad annotare lo spunto. Ma in quel caso l’autore non azzarda, è convinto che già l’episodio della caduta lo abbia presentato in un modo non proprio impeccabile. L’idea la trascriverà una volta terminato l’incontro, è questo ciò che pensa. Dopo un’ora e un quarto di intervista, però, quella traccia folgorante è svanita.
Che un’idea si perda nel nulla può essere accaduto a tutti. Quando accade agli scrittori, è un po’ come una creatura non nata; forse non sarebbe cresciuta lo stesso, rimanendo per sempre a un livello embrionale nella mente del suo possibile autore, ma almeno ci sarebbe stata, lì, a disposizione, per essere eventualmente sviluppata. In questo caso invece no, è andata, finita nel deposito gigantesco delle idee smarrite. Chissà che qualcuno, magari il suo legittimo proprietario, non la reclami in futuro.
Ed ecco il periodo chiave del racconto: “Se c’è una cosa che tutte queste idee perdute hanno in comune, è che erano le migliori che avessi mai avuto. O almeno è così che le ricordo. Per quanto possa sembrare strano, non ho mai dimenticato un’idea mediocre o scadente: quelle si fissano per sempre in fondo alla mia mente. Sono solo quelle veramente buone che svaniscono nell’oblio.” Da qui – come spesso accade nelle sue storie, in conseguenza di un fatto banale, quasi insignificante – partono riflessioni esistenziali di Keret, sul suo paese, sulla morte, sul dolore. E una frase che racchiude la verità del racconto: “Le piangiamo perché, a differenza delle idee che sviluppiamo e nutriamo per anni, quelle che dimentichiamo sono prive di difetti e carenze, offrono il potenziale della perfezione.” L’ultimo pezzetto, catartico e ineccepibile, lo lascio alla vostra lettura, casomai vi capiti di recuperare questo racconto da qualche parte. Ma quello che abbiamo detto finora basta e avanza – se così vogliamo fare un accostamento più generale alle nostre vite – per ragionare su ciò che abbiamo perso e su ciò che, invece, abbiamo conservato. Per scoprire che poi, può darsi, la perdita non sia che un’opportunità come un’altra insita nella natura umana. Ci troviamo a rimuginare su qualcosa che non c’è più, sguazzando addirittura nell’ossessione di recuperarla; intanto il bolide della vita ci scorre accanto veloce, e lo guardiamo come dal finestrino di un passeggero in autostrada. Forse quella città delle idee perdute, laggiù nella vallata, possiamo osservarla da lontano, resistere al fascino delle sue luci abbacinanti, e a un certo punto voltare le spalle per tornarsene a casa.
Una cosa di cui sono davvero molto felice e orgoglioso.
Ringrazio i molti che hanno creduto e collaborato a questa bella avventura (cui seguiranno altre traduzioni) che permette di leggere in inglese una storia cui tengo molto.Valentina Rossini e Gabriel Rowland in primis, e gli illustratori di questo bel volume.
Il libro non è solo bello, è anche un esperimento.
I libri bilingue sono in circolazione da tempo, ma sembra che la loro utilità nei luoghi dove avviene l’apprendimento di una lingua straniera sia ancora in qualche modo sottovalutata.
È anche vero che ci sono diversi libri bilingue, per bambini e adulti, che sono stati prodotti senza tener conto di alcuni dettagli importanti, che se applicati, renderebbero questi tipi di pubblicazioni più attraenti e fondamentalmente utili al loro scopo.
Perché lo scopo fondamentale di una storia in versione bilingue, se prodotta con cura e attenzione, è quello di portare il lettore a confrontarsi con la lingua straniera che sta apprendendo evitando lo sforzo mentale che solitamente si crea quando ci si confronta con il solo testo straniero.
La natura “a specchio” del libro bilingue aumenta, anziché diminuire, l’oppotunità di “assorbire” in contesto e in complesso, termini ed espressioni che potrebbero semplicemente sfuggire leggendo solo il testo in lingua straniera.
Per questo è essenziale tradurre il testo originale avvicinandoci il più possibile ad esso, evitando però qualsiasi forzatura della lingua (che significa: scegliere la traduzione letterale di una frase o espressione, facendola suonare innaturale perché non usata nella lingua tradotta), e dove proprio è necessario, per esempio con termini o espressioni intraducibili, inserire note di spiegazione.
E mentre a Roma al Liceo Tasso il progetto ‘Libri allo specchio’, gemello di Recensio, sta andando alla grande, oggi abbiamo aggiunto alla lista anche l’ Istituto di Istruzione Superiore Tito Sarrocchi. E’ stato bello e impegnativo far partire il progetto di lettura e scrittura con i ragazzi, che ringrazio per l’attenzione dimostratami. Intanto il Premio Asimov, ad un mese dalla scadenza, ha già raggiunto ben 9000 studenti iscritti
Per quanto rigiuarda l’Asimov,questo ol calendario degli incontri organizzati e che si possono seguire sul canale del Premio stesso ( https://www.youtube.com/c/PremioAsimov) :
17 gennaioMarco Ciardi ospite del Liceo Scientifico “Filippo Masci” di Chieti, evento curato da Federica Odorisio; 18 gennaioAgnese Collino ospite del Liceo Scientifico “Albert Einstein” di Teramo, evento curato da Emilia Marchitto; 19 gennaioLicia Troisi ospite del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” annesso Liceo Classico di L’Aquila, evento curato da Grazia Di Lorito. 20 gennaioPaul Sen ospite del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Pescara, evento curato da Rosa Zollo;
La storia veradi un crimine “inventato” di Massimiliano Bellavista I turbamenti di una piccola comunità in un angolo nascosto di Francia
E chi l’ha detto che solo una storia inventata, ben congegnata possa fare di un libro un autentico noir? Eppure basta leggere la cronaca per capire che la realtà spesso mette la freccia e supera di slancio anche la fantasia più spinta. È noto il rapporto quasi simbiotico tra alcuni grandi scrittori del genere e la cronaca nera: Camilleri, Simenon su tutti, che la cronaca la masticava e rimasticava fino a tirarne fuori l’essenziale umano, per trattare un crimine inventati a misura di realtà, per evitare nel lettore una “crisi di rigetto”, contrastata da una robusta iniezione di credibilità e verità. Del resto se il crimine è pretesto per indagare la natura umana, è del tutto ovvio che possa accadere anche l’opposto. La giornalista francese Florence Aubenas ha investito sette anni di ricerca per operare questa simbiosi, nel suo Lo sconosciuto delle poste (Feltrinelli, pp. 240, € 17,00). Perché la realtà, oltre che fonte di autenticità è anche un’altra cosa: è complessa. E davvero molto complessa è la concatenazione di fatti e che inizia la mattina del 19 dicembre 2008 a Montréal-la-Cluse, un borgo francese al confine con la Svizzera. Catherine Burgod, quarantenne, incinta, impiegata postale viene trovata uccisa con ventotto coltellate nel suo piccolo ufficio. Dalla cassaforte sono spariti poco meno di 3.000 euro. L’ufficio, nel cuore del paese, si affaccia su una via stretta e ha un’unica entrata: eppure nessuno ha visto né sentito niente. La comunità è sufficientemente piccola affinché, in più riprese, tutti vengano ascoltati dalle forze dell’ordine. E qui ci sono pagine che colpiranno il lettore, anche per lo stile brillante e coinvolgente, a cominciare da quelle che descrivono la maldestra opera d’indagine che ci mette più tempo del dovuto ad escludere l’ovvio candidato ad assumere il ruolo del colpevole, ovvero il (quasi) ex marito. Nella vita reale del resto, quando c’è bisogno difficilmente spunta un Hercule Poirot disponibile a sciogliere tutti i nodi, piuttosto si tratta di investigatori (e avvocati) di provincia, spesso assai più preoccupati di non fare brutta figura coi colleghi di città e con la stampa che di pianificare scientificamente un’indagine. «L’ipotesi del dramma passionale si scontra con un elemento inconfutabile: il Futuro Ex è totalmente innocente. Nel suo bestiario privato, un esperto lo classifica nella specie dei miracolati della scienza. Trent’anni fa, seppure innocente, quasi sicuramente sarebbe finito davanti a una Corte d’assise e – chissà ? – forse si sarebbe trovato nella specie decisamente meno piacevole degli errori giudiziari. Tuttavia, in pochi decenni, la Scientifica è diventata un elemento essenziale della macchina giudiziaria. Nelle poste piccole sono state scoperti alcuni indizi, soprattutto genetici, in punti strategici della scena del crimine. […] Ora, quell’impronta genetica non appartiene al Futuro Ex né ai suoi familiari. La perquisizione a casa sua non ha dato esiti, il test con il Bluestar nemmeno. Dopo un mese l’inchiesta a Montréal-la-Cluse è in caduta libera».
Una verità stritolata negli ingranaggi della giustizia Sembra di leggere il Gide dei Fatti di Cronaca o piuttosto de Il caso Redureau. Solo che c’è una differenza non trascurabile: in quest’ultimo caso il protagonista è un ragazzo intelligente, che ha conseguito il diploma e di cui nessuno ha mai avuto a lamentarsi di lui, né i suoi datori di lavoro, né i compagni, né tantomeno la gente del paese. Di lui tutti sanno che non ha mai manifestato cattivi istinti, non è litigioso e non si è mai mostrato crudele con gli animali. Nel libro di Aubenas invece la situazione è esattamente invertita: entra in scena, è proprio il caso di dirlo, Gérald Thomassin, un attore, giovanissimo vincitore di un premio César come promessa del cinema, già interprete di una ventina di film prima di cadere in disgrazia. È lui, fannullone alcolizzato e piantagrane, con la sua banda di emarginati, a divenire presto agli occhi degli inquirenti il colpevole ideale. Del resto è qualcuno che ciondola in paese senza scopo. Uno straniero che nessuno conosce e che si è fermato in luogo dove «Alla stazione, i treni passano senza fermarsi». La sua vita è una parabola: scelto dal cinema perché volto “vero” della periferia e specchio dell’emarginazione, dopo la notorietà emarginato ritorna. Ma un emarginato sui generis, che solo una grande penna poteva rendere in tutte le sue sfaccettature. Quando si parla di lui, il noir subisce una metamorfosi e diventa romanzo a pieno titolo un romanzo di una vita scritto assai bene, con la giusta dose d’emozione, di tragicità e anche di ironia caustica. «Fino alla morte di sua madre, Thomassin si è sempre arrangiato per trovare un riparo, spesso a casa delle donne. Le incontra nel mondo che frequenta in quel momento, il cinema o la galera, assistente di scena o assistente sociale».
Una fine spiazzante Sarà Thomassin il colpevole, o qualcuno che si cela nell’ombra, in dettagli apparentemente insignificanti di cui la realtà, non i romanzi, è piena? La prima regola è non svelare mai il finale. Ma qui potremmo anche farlo, e davvero non ruberemmo nulla al lettore, proprio perché il volume ha una sua dignità letteraria che va oltre la costruzione tipica del noir e dell’indagine giornalistica. La figura di Raymond Burgod, il padre della vittima, su tutte, è degna di menzione. Sarebbe facile cadere nel melenso o nel banale, ma non è questo il caso. L’uomo, roso dal dolore ma anche dall’impotenza acuita dal suo passato di influenza sociale e di vicinanza al potere, anima tutto il libro con la sua irrequietezza, la sua crescente tragica consapevolezza, accompagnata da una vecchiaia sempre più pesante da sopportare, di quanto un mondo fino a poco prima perfettamente chiaro prevedibile possa in realtà essere oscuro e spietato. «Raymond Burgod ha l’impressione che la mente lo tradisca, che lembi di memoria svaniscano. Si passa la mano trai capelli che il parrucchiere ha lasciato un po’ più lunghi sulle orecchie, un dito appena “come quando ero giovane”. Non riesce a credere che sua figlia sia stata uccisa da qualcuno che non aveva niente a che fare con lei. Un perfetto sconosciuto». Un libro degno di nota e assolutamente da non perdere, degno del miglior Emmanuel Carrère.
Massimiliano Bellavista
(www.bottegascriptamanent.it, anno XVI, n. 172, gennaio 2022)
Sfidiamo tutte le difficoltà del grave momento parlando di qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno. L’equilibrio inteso come conquista di una nuova visione e di una maggiore serenità, ma anche di un miglior grado di comprensione del cambiamento. La parola, scritta e parlata, non può che aiutarci. Non rinviamo niente. Ringrazio le Oblate e il Comune di Firenze per questa opportunità. E ovviamente Max Arcangeli. Ho voluto fortemente parlare di letteratura breve come terminale e allo stesso tempo catalizzatore del cambiamento e del raggiiungimento di un successivo equilibrio. Ho voluto fortemente essere accompagnato in questa avventura da due amici e da due ottimi scrittori come Paolo Ciampi e Mirko Tondi.
Venite se potete: la letteratura e anche il solo parlarne è davvero un ottimo antivirale per l’anima e contro la paura.
EQUI-LIBRI, narrazione breve, lettura e scrittura in un mondo che cambia
Tre autori si confrontano sull’anatomia della narrazione breve e sul senso della parola scritta in un mondo che cambia. In una coinvolgente carrellata che è essa stessa un racconto si spazia tra autori più e meno noti di caratura nazionale e internazionale intersecando i generi del racconto, della sceneggiatura e della canzone.
Intervengono: Massimiliano Bellavista docente e scrittore, Mirko Tondi insegnante e scrittore, Paolo Ciampi giornalista, saggista e scrittore. Inziativa a cura dell’Associazione La parola che non muore
La partecipazione è gratuita su prenotazione dal 20 del mese precedente. Per informazioni e prenotazioni contattare la biblioteca al numero 0552616523 oppure scrivere a bibliotecadelleoblate@comune.fi.it
L’accesso in Biblioteca è consentito esclusivamente agli utenti possessori del GREEN PASS RAFFORZATO e di un documento di identità, agli utenti di età inferiore ai dodici anni e ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale.
Per partecipare agli eventi nelle Biblioteche è necessario indossare mascherine di tipo FFP2.
Per permettere le operazioni di registrazione all’iniziativa si richiede di arrivare 15 minuti prima dell’inizio dell’evento. Per accedere alla biblioteca è necessario utilizzare la mascherina protettiva che copra naso e bocca e dopo aver disinfettato le mani con soluzioni idroalcoliche. La mascherina andrà indossata per tutta la durata dell’iniziativa.
Ringrazio gli organizzatori di questa bellissima e importante rassegna per la loro cortesia e attenzione. Dopo il 2020 abbiamo tutti mantenuto la prosessa di vederci in presenza e con i lettori. Ringrazio anche i miei più accaniti ‘supporter’ Martina e Francesco!!!
PAPA LEONE X: una bellissima giornata inaugurale quella dello scorso 28 Dicembre con le scuole medie, il ‘Leone Furioso’ e il Convegno su Leone X
il 1° dicembre di quest’anno 2021, cade il cinquecentenario della morte del primo Papa Medici della storia, Leone X che, per l’appunto, con Castellina in Chianti, ha un legame importantissimo.
L’associazione “Amici di Palazzo Bianciardi aps”, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Castellina in Chianti e la collaborazione del Centro Commerciale Naturale Della Castellina, ha creato, intorno a questa storia straordinaria, un evento per animare il Paese per buona parte del mese di dicembre in previsione di diventare un appuntamento ricorrente dal prossimo anno.
Per tutto il periodo, a richiesta e su prenotazione, sarà possibile visitare la camera dove alloggiò Papa Leone X e la collezione privata a Palazzo Bianciardi.
I ristoratori di Castellina in Chianti proporranno Piatti e Menù rinascimentali in tutti i ristoranti ed il Museo Archeologico del Chianti resterà aperto da sabato 4 a mercoledì 8 Dicembre. Sono coinvolti gli esercizi commerciali del Centro Storico di Castellina in Chiantic che parteciperanno all’iniziativa.
Il Pomeriggio ha visto la premiazione del Concorso, destinato agli studenti delle scuole medie, sulla figura di Leone X. I risultati sono stati sorprendenti. Tema del contest ideato dal Responsabile tecnico del MAB Massimiliano Bellavista, era la riattualizzazione della figura di questo personaggio storico così controverso, utilizzando disegni e opere tridimensionali.
Gli studenti dalla scuola Scuola Media Renato Fucini di Monteroni d’Arbia, ben 75 studenti delle classi terze sezioni A B C guidati dalle docenti Professoresse Chiara Tambani e Daniela Maggipinto, hanno presentato degli elaborati di grandi interesse.
Durante la cerimonia di premiazione alla presenza di una loro delegazione, tenutasi presso il MAB, Gaia Bastreghi, Responsabile del MAB e l’Assessore alla Cultura del Comune di Castellina in ChiantiDottoressa Viviani hanno evidenziato il valore delle opere, che forniscono una rilettura curiosa e originale non solo del profilo di Leone X ma anche degli oggetti e dei simboli tipici della vita di un Papa del Rinascimento. Significative al riguardo le opere tridimensionali che reinterpretano le reliquie, di cui il MAB è molto ricco, e quelle che, con l’uso di mascherine cucite e colorate, hanno fedelmente riprodotto la mozzetta e la papalina di Leone X. È seguito un rinfresco offerto dal MAB per gli studenti, gli insegnanti e le loro famiglie.
Le opere degli studenti vincitori saranno a disposizione dei visitatori durante tutta la durata della manifestazione.
A seguire, presso la Casa dei progetti, si è letto il ‘Leone Furioso’, opera semiseria di Massimiliano Bellavista stampata con il patrocinio del Comune di Castellina in Chianti, con lo scopo di raccontare in chiave romanzata ma fedele il soggiorno di Papa Leone x a Castellina.
Il convegno di apertura sulla figura di Leone Xmoderato da Gaia Bastreghi, Responsabile progetto MAB-Presidente Associazione Amici Palazzo Bianciardi ha poi cercato, grazie ai relatori, di contestualizzare storicamente la figura di Leone X ma anche la profondità e vastità dei suoi interessi, con un approfondimento sulla figura di Leone l’Africano, al secolo al-Ḥasan ibn Muḥammad al-Wazzan al-Fāṣī, insigne geografo ed esploratore berbero, catturato nel 1518 da corsari vicino all’isola di Creta. Fu portato a Roma e inizialmente imprigionato a Castel Sant’Angelo. Poco tempo dopo Papa Leone X, impressionato dal suo sapere e dalla sua cultura lo accolse con grande calore e interesse e presto egli divenne un preziosissimo amico e collaboratore del Pontefice, capace di soddisfare la sua sete di conoscenza e indirizzare la sua politica riguardo a quel mondo arabo e africano di cui allora così poco si sapeva e che al più era percepito solo come una minaccia.
Vista la partecipazione e l’interesse suscitato dalla prima giornata questo non può che essere un buon auspicio per i prossimi eventi in calendario, che continueranno fino al 12 Dicembre.
PROGRAMMA DELLE PROSSIME GIORNATE:
Weekend dell’Immacolata 3-4 e 5 dicembre
Fett’unta e degustazione d’olio nuovo a cura dei Ristoratori del Centro Storico
Sabato 11 dicembre al Circolo Italia
Ore 19.00 Apericena Solidale organizzato dal Gruppo Fratres Donatori di Sangue
Domenica 12 dicembre
Ore 18.00 Concerto della Società Filarmonica di Castellina in Chianti
Informazioni e prenotazioni: Ufficio Turistico di Castellina in Chianti 0577741392 oppure: MAB – Museo Archivio Bianciardi www.mab-it.org
Archiviata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, adesso conta quello che si fa tutti i giorni, quando i riflettori mediatici si attenuano.E’ proprio lì che si può fare la differenza. E quello che ha fatto e fa la Consulta per le Pari Opportunità del Comune di San Giovanni Valdarno, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale è veramente un gesto importante. Già l’anno scorso ne è uscito un evento molto seguito e molto partecipato, e quest’anno si replica. Lieto e onorato di sostenere il progetto!
Seconda edizione del Concorso della Città di San Giovanni Valdarno “O’pport’unità”. Per l’anno 2021 sarà possibile partecipare anche con opere figurative: disegno, pittura, fumetto e fotografia. Il tema del concorso è la “LIBERTÁ”. La scadenza per l’invio delle opere è fissata al 31 gennaio 2022 esse potranno pervenire a partire dalla data del 25 novembre p.v. Tutte le informazioni ed i moduli per partecipare sono pubblicati sulla pagina dedicata: https://www.comunesgv.it/consulta-comunale-pari-opportunita/ Il progetto è in collaborazione con Pro Loco Sgv, Associazione Liberarte, Comitato 8 marzo- 25novembre, Setteponti Edizioni.
Qui trovate Bando, Regolamento e Modulo di Partecipazione
Il giorno 26 novembre 2021 presso Palomar – Casa Della Cultura di San Giovanni Valdarno alle ore 17.30 si svolgerà l’incontro LA VIOLENZA NDELLA PANDEMIA in collaborazione con Associazione Pronto Donna di Arezzo. Dopo i saluti istituzionali dell’amministrazione comunale, interverranno: Avv. Piera Santoro Vicepresidente CAV Associazione Pronto Donna Arezzo, Dott.ssa Elisa Serafini Direttrice CAV Associazione Pronto Donna Arezzo, Dott.ssa Laura Del Veneziano psicologa e Presidente della Consulta Pari Opportunità di SGV, Dott.ssa Francesca Salvini psicologa e psicoterapeuta, Vicepresidente della Cooperativa LiberaMente Onlus – CAV Pavia (in videocall). Modera Laura Occhini docente dell’Università di Siena.
(Voglio ringraziare personalmente gli studenti e le Prof. Chiara Tambani e Daniela Maggipinto (e ovviamente la Dirigente Maria Donata Tardio) della Scuola Media Renato Fucini di Monteroni d’Arbia, Scuola vincitrice del concorso ‘Leone X‘, per il fantastico lavoro svolto sulla reinterpretazione e la riattualizzazione di questo complesso personaggio storico).
PAPA LEONE X celebrazione del cinquecentenario della morte
Da domenica 28 novembre a domenica 12 dicembre a Castellina in Chianti con il Patrocinio del Comune di Castellina in Chianti
il 1° dicembre di quest’anno 2021, cade il cinquecentenario della morte del primo Papa Medici della storia, Leone X che, per l’appunto, con Castellina in Chianti, ha un legame importantissimo. Alla presenza del Presidente Eugenio Giani la manifestazione sarà inaugurata Domenica 28 Novembre.
Questo Papa, in uno storico spostamento da Roma a Firenze nel novembre del 1515, prima di entrare trionfalmente a Firenze, soggiornò, con tutta la sua variopinta corte, a Castellina in Chianti dove fu ospitato a Palazzo Bianciardi e, in segno di gratitudine (e a futura memoria di un evento tanto straordinario), lasciò che il Palazzo si fregiasse del suo stemma.
Papa Leone X, al secolo Giovanni di Lorenzo de’ Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 – Roma, 1º dicembre 1521), è stato Papa dal 1513 alla sua morte. Amante del bello, portò alla Corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Figura controversa, giocò un ruolo fondamentale nell’Europa del tempo. Fu capace di riportare al potere i Medici a Firenze dopo lunghi anni di esilio; durante il suo papato a causa della vicenda della vendita delle indulgenze a pellegrini e fedeli nacque la scintilla che mosse il monaco agostiniano Martin Lutero a criticare tale commercio dando di fatto inizio alla Riforma protestante.
L’associazione “Amici di Palazzo Bianciardi aps”, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Castellina in Chianti e la collaborazione del Centro Commerciale Naturale Della Castellina, ha creato, intorno a questa storia straordinaria, un evento per animare il Paese per buona parte del mese di dicembre in previsione di diventare un appuntamento ricorrente dal prossimo anno. Durante l’evento sarà dibattuta la figura di Leone X e il suo influsso sul territorio. Gli studenti delle scuole medie convolte nel Premio ‘Leone X’, indetto in concomitanza con la manifestazione, si sono invece occupati di riattualizzare e interpretare la sua figura e gli oggetti e i simboli tipici della vita di un Papa del Rinascimento in chiave moderna tramite opere artistiche e installazioni tridimensionali. Le opere degli studenti vincitori saranno a disposizione dei visitatori durante tutta la durata della manifestazione.
Per tutto il periodo, a richiesta e su prenotazione, sarà possibile visitare la camera dove alloggiò Papa Leone X e la collezione privata a Palazzo Bianciardi.
I ristoratori di Castellina in Chianti proporranno Piatti e Menù rinascimentali in tutti i ristoranti ed il Museo Archeologico del Chianti resterà aperto da sabato 4 a mercoledì 8 Dicembre. Sono coinvolti gli esercizi commerciali del Centro Storico di Castellina in Chiantic che parteciperanno all’iniziativa.
PROGRAMMA:
Domenica 28 novembre alla Casa dei Progetti
Ore 16.00
Premiazione della Scuola vincitrice del concorso: “Cinquecentenario della morte di LEONE X”, Scuola Media Renato Fucini di Monteroni d’Arbia alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Castellina in ChiantiDottoressa Viviani.
Lettura del racconto ‘ Il Leone Furioso’.
Ore 18.00
Convegno di apertura sulla figura di Leone X: moderano Gaia Bastreghi Bianciardi, Responsabile progetto MAB-Presidente Associazione Amici Palazzo Bianciardi, Massimiliano BellavistaCoordinatore tecnico e organizzativo del progetto MAB.
Interviene il Presidente della Regione Toscana Giani.
Weekend dell’Immacolata 3-4 e 5 dicembre
Fett’unta e degustazione d’olio nuovo a cura dei Ristoratori del Centro Storico
Sabato 11 dicembre al Circolo Italia
Ore 19.00 Apericena Solidale organizzato dal Gruppo Fratres Donatori di Sangue
Domenica 12 dicembre
Ore 18.00 Concerto della Società Filarmonica di Castellina in Chianti
Informazioni e prenotazioni: Ufficio Turistico di Castellina in Chianti 0577741392 oppure: MAB – Museo Archivio Bianciardi www.mab-it.org