Una rubrica su thepitchblog.it

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Le idee di stroncature.com si stanno diffondendo….

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Vertical farming: now for sale

“The farms of the future are far from the picturesque and romanticized multi-crop farms of days past, as are the modern corporate-conventional farms of the present. Modern conventional agriculture is supported by farms characterized by vast areas of land, earthed with monoculture crops, watered by irrigation systems, with rows of crops that allow vehicles to harvest and maintain the crops. In those systems, technology is already being utilized to ensure maximum production from that land use. But is that enough? With additional technology borrowed from multiple existing industries, plant scientists, engineers, and other specialized parties have developed an even more efficient system.

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From the outside, the farm of the future will appear as a compact building, fully enclosed and can be monitored remotely by plant scientists and engineers. These technically skilled individuals will eventually still be call farmers. The future farm can be called by several names: plant factory, vertical farm, or indoor farm. The plant factories of the future are run using high-end robotic automation, are data-driven, and uses augmented intelligent supported systems in a fully enclosed environment. The plant factory is supported and fueled by 100 percent renewable energy from local sources.
It may sound scary, but the outcome is nature in its most pure form. Imagine, a fresh fruit or vegetable, clean as it can be, free of pesticides, and full of aromas and nutrients, with a drastically lower water footprint; because the only water lost during farming, is that which is inside of the plant when harvested. Futuristic plant factories are completely sheltered from the outside world, protected from unpredictable weather, animals, and insects (who can carry diseases).”

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https://www.licosia.com/?product=vertical-farming

https://www.amazon.it/Vertical-Farming-Bernardo-Cigliano/dp/8899796890/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=vertical+farming+licosia&qid=1572175940&sr=8-1

VERTICAL FARMING: il primo libro divulgativo sul tema in Italia (scritto dai diretti interessati)

Ringrazio l’editore per averci creduto e averci dato la possibilità di realizzare questo importante e impegnativo progetto editoriale. Il libro è molto bello (anche se non sta a me dirlo) e ricco di materiale inedito sul tema. Utile (unico) al momento sul tema per chi volesse approfondire un ambito sociale e imprenditoriale di cui si parlerà a liungo negli anni  a venire… In libreria e  online dalla prossima settimana!

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Alcune rapide considerazioni preliminari: in questo volume parliamo di argomenti assai poco conosciuti dal grande pubblico e dove la letteratura divulgativa sul tema in Italia è inesistente. Per accorgersi che è così basta fare un rapido giro in Rete. Per cui il libro ha tutti i pregi e difetti che si riscontrano in questi casi un po’ pionieristici. Da un lato infatti, il progresso tecnologico, come ampiamente delineato nella Introduzione, può rendere con facilità superato qualunque riferimento troppo schiacciato sulla pur fondamentale componente tecnica sottostante al tipo di business trattato, ovvero quello dell’Indoor Farming. Dall’altro però si corre il rischio di essere troppo generici e poco chiari sugli argomenti trattati.
Questo libro invece vuole rivolgersi:
—— a coloro che si avvicinano per la prima volta a questo tema e vogliono farsene un’idea, fornendo loro una panoramica completa e obiettiva, senza leggersi un trattato tecnico e soprattutto senza avere l’impressione che del tema si voglia una gratuita o interessata esaltazione;
—— a coloro che vorrebbero investirvi in futuro o comunque sostenere in ogni forma progetti di Indoor Farming;
—— a startupper e imprenditori.

GLI AUTORI ( oltre al sottoscritto…)

Bernardo Cigliano dal 2014 approfondisce gradualmente i temi di City Farming e Vertical Farming. Fondatore e CEO di SIX®, Startup Innovativa, tra le prime 100 Startup in Europa per Contest Awards, si specializza sulle tematiche di City Farming e inizia a costruire un Network di interesse europeo, con collaborazioni di condivisione e operative con le maggiori realtà Nord Europee.
Dal 2018 lavora al Project Management per la realizzazione di Tusco®, la prima Indoor Farming dedicata ai Microgreens in Italia, in cantiere da settembre 2019 in Toscana, Italia.
Per Tusco® si occupa della stesura dei piani di Business e dei Modelli di Business generati dai sistemi microeconomici indotti dalla Indoor Farming, nonché dei modelli di Business Development e Innovation. In virtù delle esperienze imprenditoriali
e tecniche accumulate e riconosciute sul mercato, inizia prestigiose collaborazioni, Mentorships, Tutoring e Partnerships con le maggiori Universitàeuropee, con Aziende di Indoor e City Farming in UK, Portogallo, Belgio, Olanda, Italia, Cina.

Luca Travaglini è fondatore con Daniele Benatoff della startup Planet Farms. In un settore imprenditoriale agli albori ma già in forte crescita, le Vertical Farm sono esplose raggiungendo dimensioni ragguardevoli su scala industriale, segnatamente in Usa, Nord Europa e Giappone, con un conseguente picco di investimenti. In questo contesto in frenetica crescita e alla ricerca dei migliori e più stabili modelli di business Planet Farms è oggi la più grande realtà italiana ed europea del Vertical Farming. Produrrà a breve nella Farm di Cavenago una quantità di prodotto capace di fornire il fabbisogno giornaliero per 10-15.000 persone. E sarà un prodotto sano, sicuro, controllato, senza additivi chimici in ogni fase di processo. Lo farà anche nelle prossime installazioni, già definite, in Italia e in Europa, in contesti limitrofi alle città e vicini ai gruppi di acquisto come dentro i nuclei urbani stessi, anche nell’apice brulicante della vita cittadina come nell’impianto di Londra.

Simon Dominiek Allegaert, MSc Food Technology, Food Innovation & Management – Wageningen University & Research . Autore di una tesi su “Development of a Vertical Farm Business Framework – An exploratory research”

Alessio Bontà è uno dei più importanti Private Chef nel panorama italiano. Milanese, negli ultimi 30 anni ha cucinato per importanti famiglie, personalità dello spettacolo, prima di trasferirsi stabilmente nel sud della Toscana, in Maremma, per proseguire la ricerca del Private Cooking in uno tra i contesti privati e ricettivi più esclusivi del panorama europeo.Seppur con predilezione per una cucina semplice, con materie prime di altissima qualità e dai gusti delicati, la curiosità e l’attenzione all’innovazione ha portato Alessio a scoprire le potenzialità dei Microgreens che oggi utilizza costantemente, occupandosi di ottimizzarne e valutarne i parametri sensoriali

 

 

 

 

 

Una rubrica settimanale su Toscanalibri

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Naufragium feci, bene navigavi (ho navigato bene, ho fatto naufragio). Diogene Laerzio attribuisce questa frase a Zenone di Cizio, considerato il fondatore della scuola stoica. Ma poco ci importa di chi sia la frase, ci calza a pennello. Fantasmi di carta e lettere.  Scrittori dimenticati. I sommersi dalla memoria non sempre se lo meritano.  Per tanti scrittori, autori di opere importanti, celebrati dalla critica contemporanea e magari anche vincitori di premi prestigiosi, il tempo non è sempre stato galantuomo. Si dice che ciò che sopravvive, ciò che diventa “classico” è la parola meritevole di memoria perché capace, grazie all’universalità delle emozioni e delle situazioni che esprime, di sfidare il tempo o perché in grado di farsi essa stessa tempo e in tal modo rappresentare vivamente il sentimento di un’epoca. Ciò che si dimentica allora, sarebbe pienamente meritevole del nostro oblio e si tratterebbe di una giusta condanna. Del resto si sa, si scrive troppo in Italia e poi ci si stanca anche presto di farlo.
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Diceva qualcuno che tutti possono diventare scrittori, ma pochi sanno rimanere tali. Ma non è sempre vero. Non sempre il naufragare è dolce, e in fondo il tempo non è veramente amico di nessuno. Del resto a ben vedere dimenticare non è una formula matematica, non siamo davanti all’esattezza di una reazione fisica: tante volte parole importanti e meritevoli restano chiuse in qualche cassetto della storia, prigioniere di giudizi sommari e stereotipi o semplicemente vittime della dannazione di un caso misteriosamente malevolo. Solo qualcuno allora – editori, colleghi scrittori, qualche critico illuminato – ricorda brandelli di un’opera che non si stampa più, che non è più diffusa e che dunque è impossibile leggere. Pare strano e perfino impossibile nell’epoca di internet e della disponibilità più abbondante di informazioni che la storia ricordi, dove ogni due giorni veniamo letteralmente sommersi da una quantità di dati pari a quelli generati dalla civiltà umana dagli albori fino all’avvento della rete globale. Eppure è così: certe opere, anche volendo, non si possono più leggere.
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La lista di questi naufragi è più nutrita di quanto si pensi, si tratta a volte di casi eclatanti. Sono navi che hanno ben navigato, a volte addirittura in modo eccelso, ma che per una ragione o l’altra hanno fatto naufragio, e che ora giacciono sul fondo, sommerse e incolpevoli. Accade non solo per gli autori, ma a volte per singole opere o al contrario per intere correnti letterarie. Non si leggono più, al massimo sono buoni per le citazioni. Dall’altro lato, sulla cresta dell’onda, in libreria e sulla rete dominano best seller istantanei che durano lo spazio di un post. Spesso non concepiti nemmeno per fare appello alla memoria del lettore, ma solo al suo svago momentaneo, facendo leva su quarte di copertina sempre più enfatiche e ogni giorno sempre meno credibili. Una volta sfogliati, sono buoni per incartare il pesce, o forse nemmeno per quello, le pagine son troppo piccole. Dell’autolesionismo e della mancanza di coraggio di certa editoria non si finirebbe mai di dibattere, di pari passo con la quasi scomparsa degli editor di una volta, in grado di selezionare, intuire felicemente, far crescere contemporaneamente scrittori e lettori.

Se però è vero che senza memoria storica nessun Paese, nessuna Società va molto avanti, certamente il recupero di questa consapevolezza passa anche dalla riscoperta del patrimonio letterario abbandonato e dimenticato. Sommerso appunto. Il compito, molto ambizioso, che questo blog si pone è proprio questo: recensire libri espressione di un passato sepolto, recente e meno recente, come se fossero appena usciti. Uno alla volta, secondo la nostra sensibilità e conoscenza, ma anche seguendo i vostri suggerimenti, perché un cerino solo non rischiara una stanza buia. Come se il tempo si fosse riavvolto su sé stesso, ci proponiamo di offrire all’opera e al lettore una seconda possibilità, stimolandone così facendo la curiosità. E perché no, favorire l’unico atto che può davvero consentire ai sommersi di tornare a fluttuare: pubblicarli di nuovo, fare loro posto sugli scaffali delle librerie. Leggerli.