Il Futuro Memoria Festival si è concluso ieri con un grande riscontro di pubblico e attenzione mediatica e la consegna dei prestigiosi premi itineranti ‘Visioni’ a Mario Martone, Luciano Canfora, Franco Cardini e Francesco Bruni. Negli anni, dal 2015. il premio è andato a personalità eminenti della cultura e dello spettacolo, da Mentana ad Augias, da Zygmunt Bauman a Sergio Castellitto
Assai rilevante e inedito l’incontro tenutosi Sabato nella Sala della Ragione che ha visto Italia centrale unita per un grande progetto culturale condiviso, che ha visto i Festival di Ascoli, Foligno, Spoleto, Gubbio, Cassino, Civita di Bagnoregio, Assisi, Siena e Roma (con il nuovo e originale progetto ReWriters) puntare convintamente e congiuntamente sulla condivisione del patrimonio territoriale umano, storico, intellettuale, con un occhio di riguardo ai giovani.
Ma lo è stato anche, nella cornice del Festival, il rapporto tra uomini e donne e il tentativo di ricostruire a tutto tondo l’immaginario femminile, talvolta troppo stereotipato ed idealizzato, di grandi poeti, come Cecco d’Ascoli, Francesco Petrarca e lo stesso Dante, autore di versi feroci contro le donne ree di non rispondere adeguatamente all’ideale maschile dell’epoca. ll tema ripreso dalle pagine culturali de ‘Il Messaggero’ grazie ad un brillante intervento del Direttore artistico del Festival Massimo Arcangeli sta suscitando tuttora notevoli echi e prese di posizione.
Il viaggio del Festival è proseguito nel pomeriggio del Sabato con interventi di grande interesse, quali le riflessioni su individuo e universo del fisico Roberto Battiston, che ha approfondito gli interrogativi scientifici sospesi tra gli orizzonti delle conoscenze attuali e quelli di un futuro ancora sconosciuto ma di certo sorprendente, per passare all’intervento del regista Mario Martone tra cinema e teatro, intervistato da Fabrizio Corallo e Gilberto Santini. Cinema e teatro possono convivere? Esiste un linguaggio della regia che attraversa i generi? Dove sta andando il racconto cinematografico? Il grande regista, che ha attraversato il teatro, il cinema e la grande lirica, si è raccontato nelle sue passioni, nelle sue idee e nelle sue scelte
La domenica ha avuto momenti di sicuro interesse partendo dallo straordinario pomeriggio in sala Cola d’Amatrice, con Sandra Petrignani prima, impegnata in un piacevole e illuminante dialogo con Giulia Ciarapica, in cui due scrittrici appartenenti a due diverse generazioni si confrontano sui possibili modelli di una letteratura di genere fra stili, contenuti narrativi e implicazioni socio-culturali seguito poi dalla brillante e originalissima conversazione di Antonio Forcellino su Michelangelo e Raffaello. La competizione nel Rinascimento, intesa come strumento di continuo affinamento del linguaggio formale, li vede impegnati a lungo, anche in quanto occasione per trarne la linfa vitale necessaria a spingere la propria ricerca oltre i limiti posti ai linguaggi artistici fino a quel momento.
In ultimo l’evento conclusivo, indimenticabile, protagonista una superlativa Barbara De Rossi, grande affabulatrice, interprete del reading teatrale “Dante, Cecco e le donne” di e con Massimo Arcangeli, in anteprima nazionale al Teatro Ventidio Basso, con la partecipazione di Francesco Eleuteri. Dante contro Cecco, Dante e Cecco (la cultura contro la natura, la ragione contro l’istinto, la teologia contro l’astrologia, il libero arbitrio contro il determinismo), ma soprattutto le donne che i due poeti hanno conosciuto nella loro vita e la condizione femminile nell’età medievale, con riferimento a vari personaggi ed episodi: la donna Pietra, che Dante ha immaginato di seviziare; Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio; suor Lucia, che qualcuno ha supposto Cecco avesse voluto sottrarre alla condizione monacale per assecondare la sua passione amorosa; la distinzione (dantesca, ma non solo) fra le donne e le femmine, e le feroci tirate misogine dell’Acerba; il lamento struggente di Compiuta Donzella (forse la prima donna a poetare in volgare toscano), sposata a forza.
Parola d’ordine cooperazione al confronto L’Italia centrale unita per un grande progetto culturale condiviso, sposato dal nostro festival, insieme al Festival del Medioevo, alla Festa di Scienza e Filosofia e alla realtà ReWriters Magazine, Massimo Arcangeli, Annalisa Nicastro, Eugenia Romanelli, Pierluigi Mingarelli, Massimiliano Bellavista, Gino Troli e l’asessore alla Cultura di Ascoli, Donatella Ferretti. La cultura come volano per la costruzione di prospettive future, puntando sul patrimonio territoriale umano, storico, intellettuale, con un occhio di riguardo ai giovani. Roma, Gubbio, Spoleto, Assisi, Cassino, Ascoli, Foligno, insieme nel presente per creare progetti forti e condivisi.
Moto interessante la realtà di ReWriters e il suo recente e velocissimo sviluppo.
Ringrazio Antonio Sgobba conduttore di TGR Petrarca per il bellissimo confronto sul suo libro centrato sul cruciale tema della fiducia.
Prosegue il Futuro Memoria Festival dopo il successo dei primi due giorni che hanno visto relatori di grande notorietà illustrare alla numerosa platea argomenti di attualità come lo scenario odierno dell’editoria (con la partecipazione di case editrici quali Laterza, Bollati Boringhieri e Il Saggiatore), temi filosofici insoliti e a accattivanti quale quello posto da Nuccio Ordine Nuccio Ordine, letterato e accademico italiano, professore ordinario di letteratura italiana riconosciuto come uno dei massimi
studiosi del Rinascimento e di Giordano Bruno, sull’utilità dell’inutile e sul culto talvolta sterile che la nostra società pratica spesso dei soli saperi ritenuti ‘utili’, o la questione della difesa del cielo (dichiarato patrimonio UNESCO) dalla proliferazione esponenziale dei satelliti e della fonti luminose che ne impediscono l’osservazione. Partendo dal principio che ‘il cielo è di tutti’ (omonimo titolo del libro presentato) due grandi scienziati, Patrizia Caraveo e Eugenio Coccia hanno affrontato il tema della conoscenza del cielo e della sua osservazione attraverso nuovi strumenti e con obiettivi più avanzati. Consegnati anche i Premi Visioni a a due grandi intellettuali italiani che hanno illuminato in questi anni il dibattito culturale nel nostro Paese, Luciano Canfora e Franco Cardini, che hanno offerto alla città due indimenticabili lectio. Oggi Sabato 26 settembre, il programma prosegue con una serie di appuntamenti di grande interesse. Si comincia alle ore 10 alla Libreria Rinascita con un incontro con Antonio Sgobba sul tema Fiducia/sfiducia introdotto da Massimiliano Bellavista; alle ore 12 si prosegue nella Sala della Ragione con un confronto tra i direttori dei maggiori festival culturali dell’Italia centrale che per la prima volta discutono su un grande progetto condiviso di azione e visibilità comune. Il programma riprende alle ore 17 al Chiostro di San Francesco con Gabriele Ferraresi e un viaggio tra gli stereotipi nazionali alla ricerca delle differenze con una introduzione di Alessandro Poli. Sempre al Chiostro alle 18 si confrontano due tra i più grandi dantisti italiani, Alberto Casadei e Giulio Ferroni, che aprono ad Ascoli e in anticipo le iniziative previste per il settimo centenario della morte di Dante con due libri di cui già tutti parlano (modera Maria Chiara Fratoni). Il momento culminante della giornata si terrà nel Teatro Ventidio Basso alle ore 21 con la lectio di Roberto Battiston, per molti anni presidente dell’Agenzia Spaziale italiana, fisico di fama internazionale, che terrà un intervento intitolato “La prima alba del cosmo”. La serata si concluderà con la consegna del Premio Visioni al grande regista Mario Martone che sarà in seguito intervistato da Fabrizio Corallo e Gilberto Santini.
Sono stati tanti i contatti e le visualizzazioni. Alle 18 si parte con la prima classe. I numeri in gioco saranno cadenzati nel tempo (e nello spazio virtuale, almeno per ora) in attesa che le condizioni ci consentano di fare incontri fisici.
Oggi si parte con la prima classe e la prima serata
Questo è un giorno speciale: la mia nuova raccolta ‘Punto triplo‘ è pubblicata da Castelvecchi nella collana di narrativa Tasti, disponibile a giorni. Ringrazio Carlo Bolli per il bellissimo lavoro di editing e i preziosi consigli e tutte le persone della Casa Editrice che hanno interagito con me per aver creduto in questo testo (loro sanno bene a chi mi riferisco!!!).
Punto triplo è un libro e un progetto speciale, che spero piaccia a molti.
Ci sono due aspetti che vale la pena sottolineare, nello sforzo prodotto in queste settimane per raggiungere questo risultato.
–Fare rete è importante: è quasi scontato oggigiorno. Ma non sempre alla dichiarazione di intenti segue poi un impegno pratico.Nel campo degli eventi culturali, l’importanza di una solida governance e di una altrettanto concreta capacità di creare un vasto network territoriale di operatori culturali è stata sicuramente compresa molto più al nord che al centro e al sud. In questi frangenti e anche in futuro, la cultura richiede invece un forte connubio con adeguate capacità di mamagement e programmazione. E’ stato così per lo sport, è così da tempo per i musei, deve esserlo ora anche per la cultura. Per questo l’evento di Sabato prossimo è importante. L’Italia centrale unita per un progetto centrato sulla cultura. Le Marche, insieme al Lazio, all’Umbria e alla Toscana, sono state la culla linguistica, letteraria, artistica della nostra penisola, il luogo di un’imprescindibile origine. Quattro regioni legate le une alle altre in una rete naturale, da ridisegnare con eventi culturali strutturati a loro volta in rete come frutto della collaborazione fra grandi festival culturali, nuovi o già radicati, in grado di attirare un largo pubblico: Il Futuro Memoria Festival, il Festival del Medioevo di Gubbio, la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, il Festival dell’Italiano di Siena, il costituendo Festival di Roma sulla riscrittura dell’immaginario (progetto Rewriters) e altri. Finora molti festival culturali italiani, quelli più noti, sono stati realizzati nel nord Italia. Ora i direttori di alcuni dei principali festival dell’Italia centrale s’incontrano per una strategia comune, per un’alleanza culturale che sia in grado di produrre nuovi modi collettivi, partecipati e condivisi, di fare cultura.
–il lavoro con le scuole e con i giovani. Dati recenti dimostrano che c’è una inversion di tendenza. Anche la mia esperienza lo conferma. I giovani SONO buoni, anzi ottimi e critici lettori. Per questo è importante che eventi come questi pongano le loro radici in un intenso lavoro preparatorio cul territorio all’interno delle scuole.
PROGETTO SULLA COSTITUZIONE
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (art. 21 della Costituzione Italiana).
GIORNO DI APERTURA DELLE SCUOLE: EVENTO DI LANCIO DEL PROGETTO
Evento di lancio del progetto sulla Costituzione. Sarà stampata (l’aggancio è a un lavoro fatto precedentemente, la consegna di diverse centinaia di copie della Costituzione ad altrettanti studenti di scuole di ogni ordine e grado) e consegnata agli studenti al momento della riapertura delle scuole, in particolare a quelli delle ultime e penultime classi, perché possano lasciare un segno concreto del loro “passaggio” da un ciclo all’altro o del loro avvicinamento al ciclo di studi successivo. Si coinvolgeranno le seguenti classi:
la quinta elementare di ogni scuola
la terza media di ogni scuola
la quarta o la quinta liceo di ogni scuola.
L’obiettivo è di sensibilizzare i giovani su temi civici importanti, ruotanti attorno alle corrispondenti parole (libertà, lavoro, diritti e doveri, ecc.).
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IPOTESI DI SVILUPPO
FASE 1 (LAVORO INDIVIDUALE)
settembre-ottobre
Dopo aver ristampato il testo, migliorandone/adattandone la veste grafica, vi inseriremo alcune pagine finali vuote da far riempire dagli studenti. Gli studenti dovrebbero:
– scegliere una parola-tema (per es. “libertà”);
– stendere un nuovo articolo della Costituzione contenente la parola scelta.
Gli studenti delle scuole coinvolte lavorerebbero anche sull’etimologia della parola-tema scelta. Svolgerebbero funzione analoga alla pagina bianca i dazebao della libreria Rinascita, da affiggere in tutta la città di Ascoli perché chiunque possa arricchirli con post contenenti la parola-tema e un breve commento a spiegazione della scelta.
FASE 2 (LAVORO INDIVIDUALE)
novembre-dicembre
Gli studenti girerebbero dei minuti Lumière in presa diretta rappresentativi delle parole scelte (cfr. il lavoro fatto dagli studenti delle medie di Teramo: https://www.youtube.com/watch?v=CX_RyCgpAn0).
FASE 3 (LAVORO DI GRUPPO)
gennaio-febbraio
Il minuto Lumière sarebbe montato all’interno di un cortometraggio della durata di 4-5 minuti che racconti una storia sulla parola-tema scelta. Potremmo anche coinvolgere professionisti (registi, sceneggiatori, youtuber, ecc,) che aiutino i ragazzi nella realizzazione dei video.
FuturoMemoriaFestival (FTM)
Ascoli sulla scena del tempo
(Ascoli Piceno, 24-27 settembre 2020)
martedì 22 settembre
ore 11 (Sala Cola d’Amatrice)
Conferenza stampa
(annuncio ufficiale per l’assegnazione del premio Visioni)
giovedì 24 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
evento per le scuole
UTOPIA/DISTOPIA
Visione del film Buio (2020), di Emanuela Rossi. A seguire dibattito con gli studenti a cura di Emanuela Rossi ed Elettra Mallaby
Emanuela Rossi. Marchigiana (di Fermo), ha studiato storia del cinema al Dams di Bologna. Dopo un’esperienza come giornalista in alcuni magazine (“Grazia”, “Marie Claire”, “D-Donna”, “Casa Vogue”) decide di andare a Roma a fare la regista. Al primo corto, Il bambino di Carla (2017), entrato nella cinquina dei David di Donatello e dei Nastri d’Argento, fa seguito la co-regia della serie tv Non uccidere (prima serie: 2015) e la regia di Buio, premio speciale SIAE per la sceneggiatura ai Nastri d’Argento. Il film è stato presentato (nella sezione Alice nella Città) alla Festa del Cinema di Roma (2019).
Elettra Mallaby. Nel 2010, dopo diversi anni di dedizione alla fotografia, soprattutto in campo musicale e teatrale, inizia a studiare recitazione e a prendere parte ai primi cortometraggi e spettacoli teatrali. Ha lavorato con Alberto di Stasio, Manuela Cherubini, Alessandro Berdini, con diversi maestri americani, come Susan Batson, Xavier Galito Oliva e Doris Hicks, e con Paolo Virzì, Checco Zalone e Alessandro Gassman. L’ultimo film in cui ha recitato è Andrà tutto bene di Francesco, in uscita a breve. Fra le sue serie tv: Don Matteo, Un passo dal cielo e Una pallottola nel cuore. Nel 2018 ha ricevuto il premio come miglior attrice emergente a “Cortinametraggio”.
ore 18.30 (chiostro di San Francesco)
TRADIZIONE/MODERNITà
Giovanni Carletti (Laterza), Andrea Gentile (il Saggiatore), Michele Luzzatto (Bollati Boringhieri), Scommettere sul futuro senza dimenticare il passato
Modera Eleonora Tassoni
Tre esponenti di spicco di Bollati Boringhieri, Laterza e il Saggiatore si confrontano sulle politiche di ieri e di domani delle loro case editrici, ognuno con il compito di indicarne un libro del catalogo storico e una recente scommessa editoriale al fine di ricostruirne un preciso profilo fra i lasciti della tradizione e i libri che verranno, per nuove sfide, per nuove relazioni fra i saperi, per la costruzione di un nuovo immaginario, per traghettare elementi importanti della nostra identità culturale verso il futuro.
Andrea Gentile. È scrittore e, dal 2014, è direttore editoriale del Saggiatore. È autore dei romanzi L’impero familiare delle tenebre future (il Saggiatore, 2012), Volevo tutto. La Vita nuova (Rizzoli, 2014), I vivi e i morti (minimum fax, 2018) e, insieme a Giuseppe Genna, del poema cosmogonico Etere divino (2015, il Saggiatore).
Giovanni Carletti. Versiliese, trapiantato a Roma, è editor presso Laterza dal 2008. Appassionato di storia e di politica, si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Pisa e ha conseguito un dottorato di ricerca e un post-dottorato presso lo stesso ateneo occupandosi di storia dei ceti dirigenti, di storia delle professioni e di storia dell’editoria.
Michele Luzzatto. Dopo un dottorato e un post-dottorato in Biologia è entrato nel mondo dell’editoria, ed è attualmente direttore editoriale di Bollati Boringhieri. Si è occupato in particolare di evoluzionismo e del pensiero darwiniano, scrivendone su diverse testate. Tra le sue pubblicazioni: Preghiera darwiniana (Raffaello Cortina, 2008).
Utile e inutile non significano per tutti la stessa cosa. Una grande maggioranza, per esempio, considera utile solo ciò che produce profitto e denaro. Per altri, invece, è utile soprattutto ciò che non produce profitto e denaro. Esistono, nelle democrazie mercantili, saperi ritenuti ingiustamente inutili (letteratura, filosofia, scienza di base, arte, musica) che si rivelano, al contrario, di una straordinaria utilità. Grandi filosofi (da Platone ad Aristotele, da Montaigne a Giordano Bruno, da Kant ad Heidegger) e grandi scrittori (tra cui Ovidio, Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Cervantes, Dickens, García Lorca, Ionesco, Calvino, ecc.) hanno mostrato come l’ossessione del possesso e il culto dell’utilità possano finire per inaridire lo spirito, mettendo in pericolo non solo l’arte e la formazione (scolastica e universitaria) ma anche alcuni valori fondamentali come la dignità, l’amore o la verità.
Nuccio Ordine. Letterato e accademico italiano, professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria, è internazionalmente riconosciuto come uno dei massimi studiosi del Rinascimento e di Giordano Bruno. È presidente del Centro Internazionale di Studi telesiani, bruniani e campanelliani e membro del Comitato scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. Collabora alle pagine culturali del “Corriere della Sera”, dirige i “Classici della letteratura europea” per Bompiani e in Francia, con Yves Hersant, due collane presso Les Belles Lettres. Fra i suoi libri più recenti, oltre al best seller L’utilità dell’inutile (Bompiani, 2013): Classici per la vita. Una piccola biblioteca ideale (La Nave di Teseo, 2016) e Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere (La Nave di Teseo, 2018).
ore 22 (teatro Ventidio Basso)
TERRA/CIELO
Patrizia Caraveo ed Eugenio Coccia, Giù le mani dal cielo
Modera Gino Troli
Il cielo stellato è parte integrante della cultura di tutte le civiltà che si sono sviluppate sul nostro pianeta. L’UNESCO l’ha definito patrimonio dell’umanità e, come tutti i patrimoni, deve essere conservato per le generazioni future. Purtroppo questo impegno è spesso disatteso e l’oscurità della notte è messa in serio pericolo dalla mancanza di attenzione degli esseri umani. Troppe luci spengono le stelle. Preservare il buio non è una missione impossibile, con un po’ di attenzione tutti possiamo contribuire a limitare l’inquinamento luminoso per tenere accese le stelle che hanno moltissimo da raccontarci. Due tra i più grandi protagonisti della scienza italiana si incontrano per un dialogo sull’ultimo libro di Patrizia Caraveo, Il cielo è di tutti (Dedalo, 2020), che affronta il tema della conoscenza del cielo e della sua osservazione attraverso nuovi strumenti e con obiettivi più avanzati. “Siamo polvere di stelle – dice Caraveo –, e questo spiega la ragione del grande fascino che il cielo ha sempre esercitato sul genere umano, fin dalla notte dei tempi. Oltre a essere affascinante, l’astronomia è stata per millenni una scienza utile. Il Sole, la Luna e le stelle sono stati l’orologio e il calendario dell’umanità, e hanno anche indicato ai viaggiatori la direzione da seguire”. A confrontarsi con Patrizia Caraveo (che non risparmia critiche a una certa superficialità nell’affrontare temi che necessiterebbero di maggior spazio nel dibattito culturale contemporaneo) un protagonista molto noto della fisica italiana, Eugenio Coccia, che è fra gli scopritori delle onde gravitazionali e tra i primi osservatori dei buchi neri. Cielo e terra è l’endiadi sulla quale i due scienziati saranno chiamati a cimentarsi per riflettere sulle nuove frontiere dell’astrofisica.
Patrizia Caraveo. Dirigente di Ricerca all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Astrofisica di fama mondiale, nel 2003 è stata nominata “man of the year” (un titolo che la dice lunga sui pregiudizi di genere, contro i quali non ha mai smesso di lottare). Nel 2009 è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle “100 donne contro gli stereotipi”. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Fra i suoi libri più recenti: Uomini e donne: stessi diritti? (Castelvecchi, 2017); L’universo violento (Corriere della Sera, 2018); Conquistati dalla Luna (Raffaello Cortina Editore, 2019); Il cielo è di tutti (Dedalo, 2020).
Eugenio Coccia. Fisico sperimentale, rettore del Gran Sasso Science Institute (Centro di Studi Avanzati dell’INFN) e ordinario di Fisica all’Università di Roma “Tor Vergata”, ha compiuto studi importanti nel campo della ricerca sulle onde gravitazionali. È stato direttore dei Laboratori INFN del Gran Sasso, e presidente della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione e della Commissione Scientifica dell’INFN sulla fisica astroparticellare. Tra i riconoscimenti ricevuti: la medaglia “Giuseppe Occhialini”, conferitagli dall’Institute of Physics del Regno Unito (2012), e l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2011).
venerdì 25 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
PADRI/FIGLI
Andrea Franzoso, La Costituzione spiegata ai giovani
Un incontro che costituirà un’occasione per affrontare valori e principi, attraverso le modalità del racconto, più con l’empatia che con la teoria, perché discutere degli uni e degli altri, soprattutto con i ragazzi, è prima di tutto un grande esercizio empatico. Un percorso, tra vita e narrativa, in cui l’autore ci racconterà la sua storia e quella dei protagonisti del suo ultimo libro, riflettendo sull’etica e sull’educazione civica.
Andrea Franzoso. Vive a Milano, ha una laurea in Giurisprudenza, un baccalaureato in Filosofia e un master in Business Administration. È stato cadetto dell’Accademia Militare di Modena e per otto anni ha prestato servizio come ufficiale dei carabinieri, congedandosi col grado di capitano. Ha vissuto quattro anni coi gesuiti, e ha lavorato in azienda. Oggi si occupa di educazione civica, dalla primaria alle superiori. Ha scritto due libri per ragazzi (e per le loro famiglie), entrambi per De Agostini: #disobbediente! Essere onesti è la vera rivoluzione e Viva la Costituzione.
ore 10 (cinema Odeon)
NATURA/CULTURA
Anna Oliverio Ferraris, La famiglia tra natura e cultura
Introduce Natalia Encolpio
La famiglia è una struttura primaria che esiste in tutte le società (ha i suoi riti, il suo lessico, le sue routine), ma deve anche coordinarsi con le regole di quella specifica società in cui è inserita. Al suo interno, in un sovrapporsi di piani che rendono difficile fissarla in un’unica fotografia, si giocano da sempre dinamiche cruciali che tornano ciclicamente al centro del dibattito pubblico: il confronto e la relazione tra i sessi, la gerarchia e la costrizione dei ruoli, la costruzione dell’identità e il senso di appartenenza. Simbolo del calore umano, luogo di consuetudini complici e di un vocabolario intimo, la famiglia vive di un equilibrio costante tra ricerca di fusione e bisogno di autonomia. Capace di creare alleanze per la vita ma anche di alimentare rivalità distruttive, la famiglia può proteggere i suoi membri, aiutandoli a costruire identità serene e sicure, oppure controllarli e costringerli in ruoli estranei e dolorosi.
Anna Oliverio Ferraris. Psicologa, psicoterapeuta e professore ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università della Sapienza di Roma. Dirige la rivista degli psicologi italiani “Psicologia Contemporanea” ed è autrice di saggi, articoli scientifici e testi scolastici. Collabora regolarmente da anni con le riviste “Vita Scolastica”, “La scuola dell’infanzia”, “Vita dell’infanzia”, “Prometeo”. È stata collaboratrice fissa per molti anni del “Corriere Salute” (“Corriere della Sera”) e scrive ora saltuariamente su alcuni quotidiani e altre riviste. Fra i suoi volumi più recenti: Tuo figlio e il sesso. Crescere figli equilibrati in un mondo con troppi stimoli (BUR, 2015) e Più forti delle avversità. Individui e organizzazioni resilienti, con Alberto Oliverio (Bollati Boringhieri, 2014). La sua ultima opera (per Boringhieri) è una guida laica sulla famiglia attraverso tutte le epoche e le diverse società.
ore 11 (cinema Odeon)
Visione del film Scialla! (Stai sereno) (2011), di Francesco Bruni
ore 18 (chiostro di San Francesco)
REALE/VIRTUALE
Marco Bracconi e Mario De Caro, La mutazione postepidemica
Modera Alessandro Pertosa
Cos’è esattamente la realtà? Le entità non osservabili della fisica esistono oggettivamente o sono solo costrutti teorici? Come possiamo determinare che cosa esiste veramente e che cosa è solo un prodotto della nostra mente? In ciò che chiamiamo abitualmente realtà è depositata un’intera mitologia, che concorre a farne uno dei temi prediletti della discussione filosofica. Nonostante i ricorrenti tentativi di postmodernisti, relativisti e fautori del pensiero debole di estrometterla, nessun filosofo è riuscito a dimostrare che possiamo rinunciare all’idea che una realtà indipendente da noi non solo esiste, ma pone vincoli ineludibili alla correttezza dei nostri giudizi. In due mesi è successa in ogni caso una cosa nuova, dirompente: la Rete sembra essersi impossessata di noi ed essere diventata definitivamente diventata necessaria. La repentina accelerazione dell’immateriale è passata quasi inosservata mentre eravamo tutti impegnati nel lockdown e ora, improvvisamente, pare che i corpi soffrano o non ci siano più, sostituiti da connessioni, e-learning, smart working. Abbiamo lasciato che accadesse, ma quali saranno le ricadute su quel che saremo e su quel che faremo?
Marco Bracconi. Giornalista di “Repubblica”, per dieci anni ha operato a Italia Radio e fino al 2014 ha curato il blog Politica Pop. Dopo alcuni anni a “Robinson”, inserto culturale del quotidiano, oggi lavora a Milano, dove è responsabile del supplemento sugli eventi della città. Ha scritto la prefazione all’inchiesta di Matteo Pucciarelli L’armata di Grillo. Biografia del MoVimento Cinque Stelle (Alegre, 2012), ed è tra gli autori della raccolta di saggi Alfabeto Grillo. Dizionario critico ragionato del Movimento 5 Stelle (Mimesis, 2014). Il suo ultimo libro, La mutazione (Bollati Boringhieri, 2020), ha avuto un’ampia eco mediatica, contribuendo alla riflessione sugli effetti del virus sul nostro quotidiano e sui rapporti sociali.
Mario De Caro. Insegna Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. Fra i suoi temi principali figura il libero arbitrio all’interno della riflessione filosofico-teologica occidentale, con particolare attenzione al dibattito analitico. Si è occupato anche di storia della scienza, con particolare riguardo alle ascendenze filosofiche nel pensiero di Galileo e all’influenza del darwinismo. È stato presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (SIFA) ed è attualmente vicepresidente della Consulta nazionale di Filosofia. Con Maurizio Ferraris e Achille Varzi ha condotto Zettel. Filosofia in Movimento, programma televisivo Rai dedicato alla filosofia. Il suo ultimo libro è Realtà (2020, Bollati Boringhieri).
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
CONSERVAZIONE/CAMBIAMENTO
Luciano Canfora, Inventare la tradizione
Introduce Flavia Mandrelli
“Inventare la tradizione” è una delle procedure ideologiche più frequenti volte al consolidamento, e, quando possibile, alla sacralizzazione del potere. Potere di Stati e Governi, ma anche di singoli (nobili romani che pretendono di discendere da Enea o da Venere). È, di per sé, un’operazione antistorica e disinvoltamente non scientifica, anche se – apparentemente – si nutre dei frutti di indagini storiografiche molto faziose e ideologicamente orientate. Basti pensare ad escogitazioni stravaganti come l’identificazione di Saint Denis con Dionigi Areopagita che San Paolo avrebbe (secondo gli Atti degli Apostoli) convertito ad Atene e che sarebbe finito in Francia; o alla connessione recta via tra i «Romani di Romolo» e quelli «di Mussolini» durante gli anni che precedettero immediatamente le leggi razziali (settembre 1938): l’idea sottintesa era che gli italiani erano rimasti “puri” per qualche migliaia di anni. Molti intellettuali si prestarono a sostenere questa tesi aberrante. Anche il nazismo cercò di rivendicare per sé, con l’aiuto di “scienziati” e “archeologi”, una discendenza più o meno pura dei Tedeschi dagli antichi Germani. Il meccanismo retroattivo-tradizionale funziona anche per le grandi rivoluzioni: meriterà particolare attenzione il caso della ascendenza greco-romana nella ideologia della Rivoluzione francese.
Luciano Canfora. Professore emerito presso l’Università di Bari, è autore prolifico di filologia classica, storia e politica dall’età antica all’età contemporanea e partecipa attivamente al confronto culturale nel Paese contribuendo con la sua profonda cultura e la forte personalità intellettuale al dialogo sul presente e sulle prospettive future. Dirige la rivista “Quaderni di storia” e collabora col “Corriere della Sera”. Fra le sue ultime pubblicazioni:La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone (Laterza, 2014); Augusto figlio di Dio (Laterza, 2015); Tucidide. La menzogna, la colpa, l’esilio (Laterza, 2016); La schiavitù del capitale (il Mulino, 2017); Cleofonte deve morire. Teatro e politica in Aristofane (Laterza, 2017); Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano (Laterza, 2019).
ore 22 (teatro Ventidio Basso)
PASSATO/FUTURO
Franco Cardini, La storia per il futuro: rendiconto obiettivo o proposta programmatica?
Introduce Arturo Verna
Franco Cardini. Tra i più grandi storici italiani, specializzato nei grandi temi medievali, si muove con grandi letture complessive anche su quelli della modernità e della contemporaneità. Attualmente è professore emerito presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali aggregato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e fa parte del Consiglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Vincitore di molti premi internazionali, e punto di riferimento di tutta la programmazione storico-scientifica della Rai, è autore di numerose opere. Fra i suoi studi più recenti: Andalusia. Viaggio nella terra della luce (2018, il Mulino), Il grande racconto delle crociate (insieme ad Antonio Musarra; il Mulino, 2019), Hitler in Italia. Dal Walhalla a Pontevecchio, maggio 1938 (insieme a Roberto Mancini; il Mulino, 2020)
sabato 26 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
evento per le scuole
IERI/DOMANI
Franco Cardini, Accadde domani o accadrà ieri?
Scheda
ore 10 (cinema Odeon)
evento per le scuole
CLASSICI/CONTEMPORANEI
Alberto Casadei, Dante narratore contemporaneo
Di solito pensiamo a Dante come a un autore del Medioevo, tutto immerso in una scrittura allegorica che a volte facciamo fatica a decodificare e addirittura, nel Paradiso, in complesse questioni teologiche. In realtà la Commedia segue molte regole che valgono ancora per la narrativa attuale, compresa quella delle più recenti serie televisive, e in molti canti il poeta ci chiede di immergersi nel suo mondo, come i creatori di fantasy o di fantascienza. Comprendere come Dante ci sia contemporaneo è perciò importante tanto quanto conoscerlo nella sua propria dimensione storica.
ore 11 (libreria Rinascita)
FIDUCIA/SFIDUCIA
Antonio Sgobba, La società della fiducia, il “virus” della sfiducia
Introduce Massimiliano Bellavista
Dalle riflessioni di Platone sulla fiducia a quelle di David Foster Wallace, dalle fake news sui giornali della Parigi ottocentesca a quelle che girano su Facebook e su WhatsApp, dalla peste nell’Atene classica alla pandemia globale di Coronavirus, l’autore ci guida in un viaggio nella storia della nostra inesauribile diffidenza e dei modi che abbiamo trovato per vincerla ogni volta e continuare a credere gli uni negli altri.
Antonio Sgobba. Giornalista, è stato il responsabile delle pagine culturali di “IL”, mensile del “Sole 24 Ore”, e ha collaborato con “La Lettura” del “Corriere della Sera”, “Wired”, “Pagina 99” e altre testate. Dal 2016 lavora in Rai ed è tra i conduttori di “TGR Petrarca. Le parole della cultura” (Rai 3). Fra i suoi ultimi libri: Il paradosso dell’ignoranza da Socrate a Google (2017) e La società della fiducia. Da Platone a WhatsApp (2020), pubblicati entrambi dal Saggiatore.
ore 11 (cinema Odeon)
GIOVANI/ADULTI
Francesco Bruni. Speriamo che sia giovane
Conduce Massimo Arcangeli
Tra i più sensibili sceneggiatori del nostro cinema, fin dalle sue storie scritte per Paolo Virzì (da Ovosodo, 1997, a Caterina va in città, 2003), Francesco Bruni ha scelto di affrontare il tema del rapporto giovani-adulti, genitori-figli in film che hanno analizzato, con ironica pensosità, un nodo fondamentale della società contemporanea che non sempre il cinema ha affrontato con la stessa consapevolezza e profonda attenzione. Nei film che lo hanno visto autore e regista il tema è tornato con la stessa forza (Scialla, 2011; Tutto quello che vuoi, 2017), e l’abilità di scrittura e di tessitura registica e la scelta degli attori hanno dato vita a opere memorabili, con una grande accoglienza di pubblico e di critica.
Francesco Bruni. Sceneggiatore e regista, insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia ed è tra i maggiori protagonisti delle opere cinematografiche più importanti del cinema italiano degli ultimi venti anni. Ha collaborato alle sceneggiature dei film del regista Paolo Virzì (La bella vita, Ferie d’agosto, Ovosodo, Tutti i santi giorni, Il capitale umano e altri), è stato sceneggiatore di Mimmo Calopresti, Francesca Comencini, Roberto Faenza ed è autore dei recenti successi cinematografici di Ficarra e Picone. Per la televisione ha adattato i romanzi di Andrea Camilleri ed è lo sceneggiatore di tutte le serie del successo mondiale della Rai. Passa alla regia con Scialla!(Stai sereno) (2011), con cui vince il David di Donatello e il Nastro d’Argento. I suoi film più recenti sono Tutto quello che vuoi (2017) e Cosa sarà (2020).
ore 12.00 (sala della Ragione)
Saluti istituzionali
Massimo Arcangeli, Pierluigi Mingarelli, Annalisa Nicastro, Eugenia Romanelli, Gino Troli, L’Italia centrale unita per un grande progetto culturale condiviso
L’Italia centrale unita per un progetto centrato sulla cultura. Le Marche, insieme al Lazio, all’Umbria e alla Toscana, sono state la culla linguistica, letteraria, artistica della nostra penisola, il luogo di un’imprescindibile origine. Quattro regioni legate le une alle altre in una rete naturale, da ridisegnare con eventi culturali strutturati a loro volta in rete come frutto della collaborazione fra grandi festival culturali, nuovi o già radicati, in grado di attirare un largo pubblico: Il Futuro Memoria Festival, il Festival del Medioevo di Gubbio, la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, il Festival dell’Italiano di Siena, il costituendo Festival di Roma sulla riscrittura dell’immaginario (progetto Rewriters) e altri. Finora molti festival culturali italiani, quelli più noti, sono stati realizzati nel nord Italia. Ora i direttori di alcuni dei principali festival dell’Italia centrale s’incontrano per una strategia comune, per un’alleanza culturale che sia in grado di produrre nuovi modi collettivi, partecipati e condivisi, di fare cultura.
Annalisa Nicastro. Direttrice del mensile “Leggere: tutti”, ha fondato, e dirige da 12 anni, la testata digitale “SOund36”, una finestra affacciata e proiettata verso il futuro della cultura musicale di qualità. Innamorata delle lingue, su tutte il tedesco, ha abitato tanti anni a Berlino (da dove collaborava stabilmente con l’ANSA), città preferita tra le tante altre in cui ha vissuto. Ha tre figli e, anche grazie a loro, trova l’energia di coltivare le sue passioni da sempre: leggere a più non posso (in lingua originale possibilmente), ascoltare musica come se non ci fosse un domani, e, naturalmente, scrivere i suoi editoriali.
Pierluigi Mingarelli. Laureato in matematica, è direttore del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno e ideatore e animatore della Festa di Scienze e Filosofia, nata nel 2011 nella stessa Foligno e della quale, nel 2021, si celebrerà il decennale.
Eugenia Romanelli. È fondatrice e direttrice della scuola europea di scrittura Writers Factory, dedicata alla scrittrice statunitense Ursula Le Guin, e dirige attualmente la testata giornalistica “ReWriters”. Scrive per “Vanity Fair”, è blogger per “Il Fatto Quotidiano” e “L’Espresso” e ha insegnato scrittura creativa all’Università “La Sapienza” e all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e giornalismo e nuovi media, business writing e social media writing alla Luiss di Roma e alla Scuola di Scienze Aziendali di Firenze. Fra le sue più recenti pubblicazioni il romanzo Mia (Castelvecchi, 2019) e la curatela, insieme a Giusy Mantione, del volume Il corpo della terra, la relazione negata (Castelvecchi, 2020).
ore 17 (chiostro di San Francesco)
IDENTITA/ALTERITA
Gabriele Ferraresi, Il mad in Italy e le identità “diffratte”
Introduce Alessandro Poli
Il paradosso italico, fra storia (sociale, letteraria, antropologica, ecc.), politica e cultura (alta, trash e popolare), nel dibattito sull’identità e sui suoi recenti trascorsi. Un viaggio fra gli stereotipi nazionali e la continua ricerca di forme eterogenee o “differenti” di rappresentazione e di proiezione del sé.
Gabriele Ferraresi. Giornalista e scrittore, collabora con “Esquire” e “Domus”. Nel 2006, neolaureato, è cooptato da “Cronaca Vera”, cui collabora come inviato per tre incredibili anni in giro per l’Italia. Ha pubblicato: Il testimone (Aliberti, 2007), L’uomo che riuscì a fottere un’intera nazione (Il Saggiatore, 2012) e Cortocircuito (2019, Quant/Ledizioni). L’ultimo suo libro è Mad in italy. Manuale del trash italiano 1980/2020 (il Saggiatore, 2020).
ore 18 (chiostro di San Francesco)
MEMORIA/ATTUALITA’
Alberto Casadei e Giulio Ferroni, La “Commedia” di Dante fra storia della critica e memoria dei luoghi
Modera Maria Chiara Fratoni
Un percorso a tappe, dal Trecento a oggi, che ripercorrerà la storia della “Commedia”, con la sua varia fortuna e i suoi lasciti poetici, e riscoprirà i luoghi citati nel poema per un confronto tra quel che erano al tempo di Dante e quel che sono diventati ora. Un viaggio fra stroncature ed esaltazioni, tra bellezza del paesaggio e degrado ambientale.
Alberto Casadei insegna Letteratura italiana all’Università di Pisa. Si è occupato di testi dal Tre al Cinquecento (in particolare di Ariosto), nonché di poesia e narrativa contemporanee, anche in una prospettiva comparatistica e teorica. Su Dante ha pubblicato numerosi articoli e i volumi Dante oltre la “Commedia” (il Mulino, 2013), Dante. Nuovi accertamenti e punti critici(FrancoAngeli, 2019). È uscito nel 2020, per il Saggiatore, Dante. Storia avventurosa della “Divina Commedia”. Dalla selva oscura alla realtà aumentata.
Giulio Ferroni. Ha insegnato fino al 2013 Letteratura italiana all’Università di Roma “La Sapienza”, presso la quale è professore emerito. Ha rivolto i suoi studi ai più vari autori della letteratura italiana (da Dante a Tabucchi), alla teoria della letteratura e alla produzione letteraria contemporanea. È autore, tra l’altro, dell’ampia Storia della letteratura italiana in 4 volumi (1991 e 2013) e di molteplici saggi critici e teorici. Tra le sue più recenti pubblicazioni: La solitudine del critico. Leggere, riflettere, resistere (Salerno, 2019) e L’Italia di Dante. Viaggio nel paese della “Commedia” (La Nave di Teseo, 2019, premio Viareggio 2020).
ore 18 (libreria Rinascita)
IMMAGINI/PAROLE
Presentazione della mostra Le figure del paesaggio (di Tullio Pericoli) e della raccolta Le storie del paesaggio (a cura di Alessio Romano). Col curatore Alessio Romanoe gli autori delle storie. Evento in collaborazione con la Scuola Holden.
Coordina Eleonora Tassoni
La prima presentazione di un libro che è anche la tappa finale del corso Le storie del paesaggio, un progetto della Scuola Holden realizzato in collaborazione con la Libreria Rinascita e la mostra Le figure del paesaggio, dedicata a Tullio Pericoli (autore della copertina). Tredici storie nate durante la quarantena che raccontano altrettanti paesaggi, reali o immaginari, e sono accompagnate da tredici ricette culinarie. Tredici racconti che sono anche una storia di resistenza: il corso, pensato in presenza ad Ascoli Piceno, è stato poi realizzato in streaming grazie alla creazione di un gruppo di lavoro i cui componenti avranno ora la possibilità di incontrarsi dal vivo.
Alessio Romano. è autore di Solo sigari quando è festa (Bompiani, 2015), Paradise for All (Bompiani, 2016), D’amore e baccalà (EDT, 2018). Ha curato l’antologia di racconti Gli stonati (NEO, 2017) e il libro fotografico Una stanza tutta per loro (Avagliano, 2018). Per Lisciani è autore dei libri per l’infanzia Gli Irregolari di Salita Sospiro (2019) e Ulisse e Polifemo (2020). Insegna scrittura creativa, e organizza eventi culturali e reading musicali.
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
INDIVIDUO/UNIVERSO
Roberto Battiston, La prima alba del cosmo
Introduce Riccardo Schiavi
Cosa sappiamo davvero del pianeta che abitiamo, del cosmo che lo ospita, della loro nascita ed evoluzione? Cosa sono il tempo e lo spazio? Come sono collegati al Big Bang? Qual è il nostro posto nell’universo? Da dove veniamo? Cosa ci attende in futuro? Siamo una specie interplanetaria o addirittura interstellare? Queste ed altre domande, all’orizzonte delle conoscenze attuali, sono sospese tra ciò che sappiamo e l’alba di un sapere futuro, sconosciuto e probabilmente sorprendente.
Roberto Battiston. Fisico sperimentale, specializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari, è uno dei maggiori esperti di raggi cosmici. È professore ordinario di Fisica Sperimentale presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento eha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera accademica e scientifica, cominciata subito dopo la laurea con lode in Fisica alla Normale di Pisa (1979) e il dottorato presso l’École Normale Supérieure di Parigi, ricca di riconoscimenti internazionali, tra cui la Legion d’Onore, il Premio Lacchini e il Premio Space Economy. È il secondo italiano ad essere stato inserito nella Hall of Fame dell’International Astronautical Federation. Dal 2014 al 2018 è stato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
ore 22 (teatro Ventidio Basso)
VERITà/IMMAGINAZIONE
Mario Martone, Tra cinema e teatro
Conducono Fabrizio Corallo e Gilberto Santini
Cinema e teatro possono convivere? Esiste un linguaggio della regia che attraversa i generi? Dove sta andando il racconto cinematografico? Un grande regista, che ha attraversato il teatro, il cinema e la grande lirica, si racconta nelle sue passioni, nelle sue idee e nelle sue scelte. A intervistarlo Fabrizio Corallo, giornalista e documentarista notissimo nel mondo cinematografico (l’ultimo suo lavoro è Siamo tutti Alberto Sordi, dedicato al grande attore romano), e Gilberto Santini, direttore dell’Amat ed esperto teatrale di assoluto valore.
Mario Martone. È uno dei più importanti registi italiani. Lavora in teatro (premi della critica per Tango glaciale, Rasoi, Operette morali, Il sindaco del rione Sanità), al cinema (David di Donatello per Morte di un matematico napoletano, L’amore molesto, Noi credevamo, Il giovane favoloso), all’opera (premi Abbiati per Matilde di Shabran, Antigone, The Bassarids, Chovanščina). Ha fondato Teatri Uniti, diretto i teatri stabili di Roma e di Torino, realizzato produzioni nei più grandi teatri del mondo e raccontato costantemente Napoli, sua città natale.
domenica 27 settembre
Unapasseggiata sulle orme dell’“apocalittico” Cecco d’Ascoli
partenza, ore 10 (piazza Cecco, Porta Romana)
Cecco, poeta eretico e antagonista
arrivo, ore 11.30 (chiostro di San Francesco)
Le apocalissi nella storia. Con Mario Polia
Mario Polia. Storico, antropologo, etnografo e archeologo italiano, è specialista in antropologia religiosa e storia delle religioni. Professore di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, protagonista di studi e ricerche nelle Ande e esperto di temi di antropologia delle missioni coloniali con importanti scoperte d’archivio sulla esistenza mitica città di Eldorado. Ha svolto ricerche demo-antropologiche nel territorio ascolano ed è presidente del Centro Studi Tradizioni Picene. Tra i suoi libri: Tra Sant’Emidio e la Sibilla. Forme del sacro e del magico nella religiosità popolare ascolana (Forni, 2004) e L’Aratro e la Barca. Tradizioni picene nella memoria dei superstiti (Lìbrati, 2013).
ore 17 (chiostro di San Francesco)
IDENTITà/DIFFERENZA
Sandra Petrignani e Giulia Ciarapica, Lingua, letteratura e identità di genere
Modera Donatella Ferretti
Due scrittrici appartenenti a due diverse generazioni si confrontano sui possibili modelli di una letteratura di genere fra stili, contenuti narrativi e implicazioni socio-culturali, riflettendo anche su alcuni temi centrali nell’attuale dibattito su aspetti particolarmente sensibili della lingua e della letteratura italiana contemporanea: 1) la ridefinizione del concetto di canone; 2) il cambiamento linguistico conseguente alla sempre più forte percezione di una grammatica “al femminile” che spinge a ripensare la norma in una chiave più inclusiva e, al tempo, distintiva.
Sandra Petrignani. Nata a Piacenza, vive oggi tra Roma e la campagna umbra. Ha svolto una lunga attività nel giornalismo culturale per quotidiani e settimanali e ha partecipato alla fondazione di Theoria, che rappresentò negli anni ’80 un’esperienza editoriale innovativa e coraggiosa. Autrice di romanzi, racconti, libri di viaggio, memorie e biografie, ha pubblicato (tutti per Neri Pozza), fra le altre cose: La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (2018); i racconti di fantasmi Care presenze (2004); Marguerite (2014), un romanzo dedicato alla figura della Duras; La scrittrice abita qui (2002), un libro di viaggio nelle case-museo di grandi autrici del Novecento; Addio a Roma (2012), un ritratto della società letteraria nella capitale dal dopoguerra agli anni Settanta.
Giulia Ciarapica. Classe 1989, è blogger culturale, collaboratrice del “Foglio” e scrittrice. Ha pubblicato con Cesati il saggio Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché (2018). Il suo primo romanzo è Una volta è abbastanza, edito da Rizzoli (2019). Tiene corsi di scrittura e bookblogging nelle scuole.
ore 18 (chiostro di San Francesco)
ESTASI/TORMENTO
Antonio Forcellino, Michelangelo e Raffaello: il duello infinito
Introduce Stefano Papetti
La competizione nel Rinascimento, intesa come strumento di continuo affinamento del linguaggio formale, nell’appassionante confronto tra due dei massimi esponenti dell’arte italiana. Una sfida che li vede impegnati a lungo, anche in quanto occasione per trarne la linfa vitale necessaria a spingere la propria ricerca oltre i limiti posti ai linguaggi artistici fino a quel momento.
Antonio Forcellino. È tra i maggiori studiosi europei di arte rinascimentale. Architetto e scrittore, ha realizzato restauri di opere di valore assoluto come il Mosè di Michelangelo, l’Arco di Traiano e il Duomo di Siena. La sua attenzione si rivolge da sempre ai contesti storici, alle tecniche e ai materiali, alle radici psicologiche e biografiche dei grandi capolavori. Fra i suoi numerosi saggi: Michelangelo. Una vita inquieta (2005), Raffaello. Una vita felice (2006), 1545. Gli ultimi giorni del Rinascimento (2008), Leonardo. Genio senza pace (2016), tutti per Laterza. Fra i suoi romanzi si segnalano quelli del ciclo Il secolo dei giganti: Il cavallo di bronzo (2018); Il colosso di marmo (2019); Il fermaglio di perla (2020), tutti per HarperCollins.
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
Saluti istituzionali
CITTADINO/NAZIONE
Fulco Lanchester e Mario Morcellini, Agire la Costituzione
Modera Oscar Buonamano
Agire la Costituzione repubblicana significa applicarla, spingerla innanzi e innovarla, ma per farlo in maniera opportuna bisogna prima comprendere cosa sia una Costituzione documentale, come nasca, come si sviluppi, quale sia la sua elasticità e quale il suo punto di rottura. La conversazione cercherà di inquadrare la nascita del testo costituzionale italiano del 1948 nell’ambito della seconda ondata di democratizzazione (1945-1962), che ha prodotto – dopo l’esperienza dei totalitarismi degli anni Venti e Trenta – gli Stati di diritto costituzionali democratici. Si descriveranno i tratti fondamentali della Costituzione italiana nel viaggio dallo Stato nazionale all’epoca dell’integrazione sovranazionale e della globalizzazione, evidenziandone le fasi e le tappe essenziali di sviluppo, per mettere in luce anche i pericoli che essa corre se non viene vissuta e compresa come il patto fondamentale della convivenza societaria.
Fulco Lanchester. Professore ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato alla Sapienza Università di Roma, è una delle massime autorità in Italia sui temi della costituzione e del diritto. I suoi interessi sono prevalentemente indirizzati sui temi della rappresentanza politica, dei sistemi elettorali, delle forme di Stato e di governo, della storia costituzionale e del pensiero giuridico italiano e tedesco. È stato coordinatore generale della rivista “Nomos”, edita dall’Istituto Poligrafico dello Stato, di cui è attualmente direttore responsabile, e dirige la collana “Archivio di storia costituzionale e di teoria della costituzione” per Giuffrè.
Mario Morcellini. Studioso e docente di comunicazione, giornalismo e reti digitali, dal 2017 è commissario all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e consigliere alla Comunicazione presso Sapienza Università di Roma. È stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione per due mandati e, dal 2010, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale. Spiccano, tra le sue pubblicazioni, Il declino dell’università. Appunti e idee per una comunità che cambia, con Valentina Parlato (Il Sole 24 Ore, 2005), e la curatela di un volume importante: Il Mediaevo italiano. Industria culturale, tv e tecnologie tra XX e XXI secolo (Carocci, 2005).
ore 22 (teatro Ventidio Basso)
SALVEZZA/DANNAZIONE
Barbara De Rossi e Massimo Arcangeli, Dante, Cecco e le donne. Un reading teatrale. Con la partecipazione di Francesco Eleuteri
Dante contro Cecco, Dante e Cecco (la cultura contro la natura, la ragione contro l’istinto, la teologia contro l’astrologia, il libero arbitrio contro il determinismo), ma soprattutto le donne che i due poeti hanno conosciuto nella loro vita e la condizione femminile nell’età medievale, con riferimento a vari personaggi ed episodi: la donna Pietra, che Dante ha immaginato di seviziare; Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio; suor Lucia, che qualcuno ha supposto Cecco avesse voluto sottrarre alla condizione monacale per assecondare la sua passione amorosa; la distinzione (dantesca, ma non solo) fra le donne e le femmine, e le feroci tirate misogine dell’Acerba; il lamento struggente di Compiuta Donzella (forse la prima donna a poetare in volgare toscano), sposata a forza.
Barbara De Rossi. Attrice e conduttrice televisiva. Ha lavorato per il cinema e per il teatro (Il bacio, 2016; Coro di donna e uomo, 2016-2017; Diario di Adamo ed Eva, 2018-2019; ecc.), oltre ad aver recitato in molte fiction e miniserie. Nel 2013 ha debuttato in Amore criminale (Rai 3), trasmissione che ha guidato fino al 2016, quando è passata alla conduzione di un programma per Rete 4 (Il terzo indizio). Candidata ai David di Donatello come attrice protagonista per Maniaci sentimentali (1994), ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra cui il premio Giffoni (2011), il premio Antinoo (2019) e il premio Caesar per il teatro (2016).
Francesco Eleuteri. Diplomato presso la Scuola di Teatro Roma, alterna l’attività di attore alla partecipazione o all’ideazione di progetti e allestimenti artistici. Nel 2001 realizza la sua prima regia teatrale, l’anno dopo viene messo in scena il suo primo lavoro come autore. Dal 2010 è il direttore artistico del Fluvione Film Festival, un concorso cinematografico, giunto alla sua decima edizione, dedicato ai cortometraggi (incentrati in particolare sulla narrazione documentaristica dei vari territori).
Donne nascoste, donne svelate: una fitta galleria di storie sospese in presa diretta e dalle tante sfumature
Per Infinito edizioni un volume che parla del femminile come in una staffetta “di vita in vita” tra cronaca e lirismo
di Massimiliano Bellavista
Questo libro suona come una condanna. È una galleria di ritratti che sembrano quasi delle foto segnaletiche, perché, come si è giustamente osservato, neanche una delle protagoniste rinuncia infine a se stessa, ad apparire come esattamente è, con le virtù, ma anche ostentando tutti i segni ricevuti dalla vita. Fedeltà: è questa la firma caratteristica di Donne nascoste. Ritratti di vite in bianco e nero (Infinito edizioni, pp. 108, € 12,50) volume redatto da Barbara Martini (con Introduzione di Teresa Bruno e Postfazione di Giulia Spagnesi), cui certo non difetta effettivamente la sincerità, e appunto, la fedeltà assoluta alla vita e al destino. Continuando la narrazione di vita in vita, l’autrice si muove su un crinale, anticipando fin dalle prime pagine che tutte le sue eroine, chi prima chi poi, vi cadranno dentro. Non si respira infatti molto ottimismo in questi brevi racconti. Le protagoniste nutrono una sostanziale sfiducia non solo verso l’universo maschile, ma anche verso quello femminile (per esempio verso la concretezza del supporto che possono fornire le amiche in momenti di difficoltà) e in generale verso il mondo. È come se non ci parlassero per chiederci aiuto, né con un intento memorialistico, ma piuttosto discutessero con loro stesse, per fermare anche solo un poco il disordine dei pensieri e «la fatica interiore che sento e che mi fa andare veloce come un treno in corsa, come se anche i pensieri mi stancassero, specie se continuano a girare come in una giostra senza il perno sotto». La conferma è in quel continuo riferirsi a termini remoti, nascosti: sotterrare, sottomettere, sottopelle, sottecchi. La violenza che le donne hanno subito dalla vita è sempre nascosta, sottotraccia nel cavo di un’emozione trattenuta, sotto un vestito o un monile, sotto uno sguardo. Quando la narrazione inizia di nuovo, vi è quindi quasi sempre una discesa nell’abisso. «A volte la penso dolce, questa scalata all’inverso nel magma delle emozioni che si fanno organi e a volte desisto irretita dall’angoscia, dalla paura della tempesta di eventi sotterranei di cui ogni più piccola parte di me conserva gelosamente la memoria. Desisto per qualche ora, poi riparto, rimetto nel mio zaino le poche cose che servono per il viaggio nelle caverne del mio mondo fatato e riassaporo le bellezze dello scavo, l’eccitazione delle intense foto interiori alle scarpate, ai fulmini e alle voragini improvvise come in un soggiorno di altri tempi in alta montagna o al centro del pianeta, in cui l’andare riguardava il percorrere quel sentiero in cui riscattare quel lumicino di speranza nascosta fino a renderlo fuoco con il legno delle prove già superate e risolte».
L’uso dei feticci nella narrazione D’altronde, le profondità possono essere anche rassicuranti: come scritto nell’Introduzione, sostanzialmente il definirsi, portare allo scoperto i propri pensieri e desideri farebbe imboccare alle protagoniste la strada di un conflitto che in fondo sembrano temere più dell’invisibilità. Altra conferma si trova in quel rivolgersi a feticci, metafora della solitudine: pianeti, fantasmi, animali. E come si esce da questo tetro cul-de-sac? Spesso non se ne esce affatto, sembra quasi che a volte anzi ci si compiaccia di questo crogiolo di sofferenza come fosse l’ennesima conferma di un teorema scontato quasi quanto quello di un Pitagora, a meno di non giungere a compromessi dolorosissimi, con se stesse, con il proprio uomo, con i propri sogni. O se ne esce con atti radicali e inconsulti, ma non meno difficili, perché asportare o curare un arto in cancrena prevede comunque un percorso incerto e quindi l’assunzione di un rischio. Non vi è comunque in vista per i personaggi del libro una facile assoluzione, né è raggiungibile, attraverso il loro narrare in prima persona, lo stato di quiete e il punto di vista del narratore onnisciente che a volte prende il controllo e che fa pensare al puparo di un teatro di marionette. Materia scivolosa e costante dunque, quella trattata, e certo non nuova agli schermi della letteratura e a quelli della saggistica a sfondo psicanalitico. Ecco allora che in cerca di originalità, su quel crinale su cui si muove la narrazione e di conseguenza anche l’autore che cerca di tenervi dietro, a volte si rischia di incespicare, per esempio su un lirismo a tratti ossessivamente marcato, che va sistematicamente a caricare gli incipit.
Una molteplicità di tecniche e registri «L’hanno vista per la strada vestita di gocce di aurora. I capelli, lunghi e sfibrati, non sfioravano neanche la punta delle sue delusioni, intercettavano solamente, con uno sforzo estremo, il pallore della luna manifestandone, stanchi, i riflessi. Il rosa del suo foulard s’innescava lento in mezzo ai sospiri degli occhi, occhi veri inaspriti dal sole d’inverno, dalla visione di tutte quelle brutte cose che non si raccontano». Questo brano è rappresentativo di quel che si vuol sottolineare. A meno che… A meno che però, non sia voluto espressamente cercare incipit dal tintinnio cristallino e trasparente per accentuare il contratto grottesco con le situazioni descritte nel prosieguo, dove il cristallo non tintinna e anzi è prima offuscato dal male subito, e poi a volte si infrange nel dramma dell’incomunicabilità e dell’assenza di speranza e redenzione. A meno che le protagoniste abbiano in fondo un’unica via di salvezza che sta proprio nel potere terapeutico della parola, della narrazione e del lirismo, cioè della parola che suona, che risuona nella vita. Vi sono indubbiamente nei racconti le tracce di varie tecniche e registri, ma si sente anche il Dna di un’unica voce che cerca di mimetizzarsi, indossando delle maschere: questo non paia in contrasto con la dichiarazione iniziale dell’autrice che parla di «storie vere». In fin dei conti una buona maschera è spesso più reale del reale.
Massimiliano Bellavista
(direfarescrivere, anno XVI, n. 176, settembre 2020)
Ufficiale il Programma del “FuturoMemoriaFestival. Ascoli sulla scena del tempo” –
Il nuovo evento culturale fra memoria del passato e visione del futuro
Ascoli Piceno, 12 settembre 2020 – Di seguito il Programma del “FuturoMemoriaFestival. Ascoli sulla scena del tempo” evento culturale che si svolgerà ad Ascoli Picenofra il 24 e il 27 settembre 2020, sostenuto e promosso dal Comune di Ascoli con il contributo della Regione Marche, organizzato dall’Associazione Culturale La parola che non muore in collaborazione con la libreria Rinascita, perdirezione artistica di Massimo Arcangeli e Gino Troli, ideatori e realizzatori del progetto.
“FuturoMemoriaFestival. Ascoli sulla scena del tempo” è un percorso tra storia e filosofia, cinema e scienza, arte e letteratura che vede la celebrazione del centenario in corso di Raffaello, di quello Dantesco alle porte, il lancio di un progetto annuale sulla Costituzione e l’assegnazione del PREMIO itinerante VISIONI ad alcuni esponenti di spicco del mondo dell’arte e della cultura i cui nomi saranno annunciati in Conferenza Stampamartedì 22 settembre alle ore 11,00 presso SALA COLA d’AMATRICE – Chiostro di San Francesco – Ascoli Piceno.
L’evento fa da apripista ad un grande laboratorio creativo teatrale, cinematografico e letterario con il coinvolgimento attivo delle scuole in momenti di prefestival e di addetti ai lavori nei diversi campi e, a seguire negli anni a rotazione, dei più importanti editori o gruppi editoriali. Quest’anno tre quelli chiamati a collaborare: Bollati Boringhieri, il Saggiatore e Laterza.
Questa edizione vanta accordi di gemellaggio con la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, con il Festival del Medioevo di Gubbio e con il progetto Rewriters, una recente impresa editoriale promossa dal gruppo Gedi (lo stesso del quotidiano “la Repubblica”). Altri gemellaggi sono già in divenire per un progetto a più ampio respiro e coinvolgimento.
Visione del film Caterina va in città (2003), di Paolo Virzì
giovedì 24 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
evento per le scuole
GIOVANI/ADULTI
Visione del film Scialla! (Stai sereno) (2011), di Francesco Bruni
giovedì 24 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
evento per le scuole
AMORE/DISAMORE
Vi eravate tanto amati. Laboratorio di sceneggiatura e cinematografia. A cura di Emanuela Rossi ed Elettra Mallaby
ore 11 (cinema Odeon)
evento per le scuole
UTOPIA/DISTOPIA
Visione del film Buio (2020), di Emanuela Rossi
ore 18.30 (chiostro di San Francesco)
TRADIZIONE/MODERNITà
Andrea Gentile (il Saggiatore), Giovanni Carletti (Laterza), Michele Luzzatto (Bollati Boringhieri), Scommettere sul futuro senza dimenticare il passato
Patrizia Caraveo ed Eugenio Coccia, Giù le mani dal cielo
Modera Gino Troli
venerdì 25 settembre
ore 9 (teatro Ventidio Basso)
PADRI/FIGLI
Andrea Franzoso, La Costituzione spiegata ai giovani
ore 10 (teatro Ventidio Basso)
NATURA/CULTURA
Anna Oliverio Ferraris, La famiglia tra natura e cultura
Introduce Natalia Encolpio
ore 11 (teatro Ventidio Basso)
ADULTI/GIOVANI
Francesco Bruni. Speriamo che sia giovane
Conduce Massimo Arcangeli
ore 18 (chiostro di San Francesco)
REALE/VIRTUALE
Marco Bracconi e Mario De Caro, La mutazione postepidemica
Modera Alessandro Pertosa
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
CONSERVAZIONE/CAMBIAMENTO
Luciano Canfora, Inventare la tradizione.
Introduce: Flavia Mandrelli
ore 22.00 (teatro Ventidio Basso)
PASSATO/FUTURO
Franco Cardini, La storia per il futuro: rendiconto obiettivo o proposta programmatica?
Introduce: Arturo Verna
sabato 26 settembre
ore 9 (cinema Odeon)
evento per le scuole
IERI/DOMANI
Franco Cardini, Accadde domani o accadrà ieri?
ore 10 (cinema Odeon)
evento per le scuole
CLASSICI/CONTEMPORANEI
Alberto Casadei, Dante narratore contemporaneo
ore 11 (libreria Rinascita)
FIDUCIA/SFIDUCIA
Antonio Sgobba, La società della fiducia, il “virus” della sfiducia
Introduce Massimiliano Bellavista
ore 12.00 (sala della Ragione)
Saluti istituzionali
Massimo Arcangeli, Pierluigi Mingarelli, Annalisa Nicastro, Eugenia Romanelli, Gino Troli, L’Italia centrale unita per un grande progetto culturale condiviso
ore 17 (chiostro di San Francesco)
IDENTITà/ALTERITà
Gabriele Ferraresi, Il mad in Italy e le identità “diffratte”
Introduce Alessandro Poli
ore 18 (chiostro di San Francesco)
MEMORIA/ATTUALITA’
Alberto Casadei e Giulio Ferroni, La “Commedia” di Dante fra storia della critica e memoria dei luoghi
Presentazione della raccolta Le storie del paesaggi. Col curatore Alessio Romano e gli autori delle storie. Evento in collaborazione con la Scuola Holden
Coordina Eleonora Tassoni
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
INDIVIDUO/UNIVERSO
Roberto Battiston, La prima alba del cosmo
Introduce Riccardo Schiavi
ore 22.00 (teatro Ventidio Basso)
VERITà/IMMAGINAZIONE
Mario Martone, Tra cinema e teatro
Conducono Fabrizio Corallo e Gilberto Santini
domenica 27 settembre
Unapasseggiata sulle orme dell’“apocalittico” Cecco d’Ascoli
partenza, ore 10 (piazza Cecco, Porta Romana)
Cecco, poeta eretico e antagonista
arrivo, ore 11.30 (chiostro di San Francesco)
Le apocalissi nella storia. Con Mario Polia
ore 17 (chiostro di San Francesco)
IDENTITà/DIFFERENZA
Sandra Petrignani e Giulia Ciarapica, Lingua, letteratura e identità di genere
Modera Donatella Ferretti
ore 18 (chiostro di San Francesco)
ESTASI/TORMENTO
Antonio Forcellino, Michelangelo e Raffaello: il duello infinito
Introduce Stefano Papetti
ore 20.45 (teatro Ventidio Basso)
CITTADINO/NAZIONE
Fulco Lanchester e Mario Morcellini, Agire la Costituzione
Modera Oscar Buonamano
ore 21.30 (teatro Ventidio Basso)
Saluti istituzionali
SALVEZZA/DANNAZIONE
Barbara De Rossi e Massimo Arcangeli, Dante, Cecco e le donne. Un reading teatrale
Il festival è un progetto culturale costruito sul grande palcoscenico naturale di Ascoli Piceno per intercettare i bisogni di interrogare il passato con l’obiettivo di proiettarlo nella visione di un probabile o plausibile futuro, di costruire nuovi scenari a partire dalle profonde radici storiche della città marchigiana.
Tra le finalità c’è l’intenzione di dar voce al tempo trascorso, di renderlo vivo e vitale, in un dialogo aperto con la cultura e la società odierna attraverso relazioni serrate tra i temi, le questioni, i problemi del passato e i temi, le questioni, i problemi del presente e attraverso il confronto tradeterminate realtà e i loro “opposti” (la terra e il cielo, la natura e la cultura, i genitori e i figli, l’utopia e la distopia, l’amore e il disamore, ecc.): poiché il recupero dei classici deve servire anche a riannodare fra loro conoscenze e saperi disciplinari oggi sempre più separati e specializzati.
La tradizione non è una semplice trasmissione di autori, testi o saperi, ma presenta tutti i tratti di un processo dinamico, di un movimento attraverso le generazioni che si fanno di volta in volta custodi del patrimonio trasmesso e talvolta lo reinventano e lo “tradiscono” perché gli applicano uno sguardo sempre nuovo figlio del loro tempo.
«Con FuturoMemoriaFestival, su cui puntiamo molto anche per il felice connubio tra memoria del passato e proiezione verso il futuro» – ha dichiarato il Sindaco di AscoliMarco Fioravanti – «la nostra città continua il suo cammino verso il riconoscimento di capitale della cultura. Centrale, in questa prospettiva, il coinvolgimento delle scuole in un laboratorio annuale sulla nostra Costituzione che abbiamo voluto rendere parte integrante del progetto di cui la manifestazione è espressione, e che fa seguito alla consegna del testo costituzionale, avvenuta prima della chiusura dello scorso anno scolastico, a diverse centinaia di studenti delle scuole medie ed elementari».
Di rincalzo Donatella Ferretti, Assessore alla Cultura del Comune di Ascoli: «La millenaria storia di Ascoli Piceno, evidente in tutte le sue stratificazioni sul nostro territorio come testimonianze ancora parlanti di una tradizione gloriosa, fornisce uno scenario ideale al FuturoMemoriaFestival. Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione che intende accreditare sempre più Ascoli come luogo di elaborazione culturale, contesto di vivace confronto intellettuale, fucina di nuove idee. Non poteva mancare il coinvolgimento della scuola, nel fermo convincimento che cultura e libertà formino un binomio inscindibile».
Il 2 Ottobre a Siena alle 18.00 con Francesco Ricci. Accesso da via Camollia, 85, all’aperto (o al chiuso se il tempo non lo consentisse), in forme di distanziamento consentite. Ringrazio la Libreria Mondadori per la preziosa collaborazione.