
Procedendo per gradi
Guardò ancora una volta la sua stessa testa fissarlo dal pavimento. Era decisamente la sua, senza ombra di dubbio. Era stata decapitata con un taglio netto da una grossa lama. Cambiò prospettiva e con gli occhi della sua testa sul pavimento vide sé stesso ritto in piedi. Decise di procedere per gradi. Stava forse dormendo? Doveva escludere la possibilità che si trattasse di un sogno. Con un rapido gesto s’infilzò la coscia con il tagliacarte che stringeva nella mano sinistra. Entrambe le teste ebbero un sussulto e all’unisono emisero un grido di dolore. O almeno così parve all’uomo che prontamente gettò a terra il tagliacarte. Per un breve lasso di tempo aspettò che accadesse qualcosa. Non registrò nulla di rilevante, a parte il forte dolore alla coscia sinistra. Annotò nella mente il dato: non stava sognando. Spostò lo sguardo di un paio di metri e vide il corpo. Se c’erano una testa e un corpo separati con tutta probabilità appartenevano al medesimo uomo. Escluse l’ipotesi del suicidio. Non restava che scoprire chi era l’assassino.
Era bravo a trovare il colpevole, il migliore. Nessuno riusciva a farla franca. Da vent’anni aveva un’agenzia in società con il fratello, col quale suo malgrado condivideva tutto… anche Maria.
Per lui non era mai stato facile avere un gemello. Doveva mettersi subito al lavoro. Posò il machete, che stringeva ancora nella mano destra, si rimboccò le maniche e si rese conto con orrore che la camicia appena ritirata dalla lavanderia era tutta sporca di sangue